ultimo aggiornamento    
novembre 2011   

 


TOIANO DELLE BROTA > VITA O MORTE?

Romito borgo selvaggio

Il borgo di Toiano adagiato sul crinale di una collina tra San Miniato e Volterra domina la campagna pisana. Tutto l’abitato si sviluppa lungo un’unica strada che, sul lato sinistro, conserva ancora un vecchio marciapiede fatto di lastroni di pietra. Sulla destra, invece, a nascondere ogni cosa ci hanno pensato le erbacce, che da decenni crescono indisturbate, così come i cespugli di rovi, i quali hanno completamente sepolto l’antica aia del borgo.

Quando Matilde di Canossa, duchessa di Lorena, scelse questo angolo di Toscana come meta privilegiata per il suo riposo, l’antico paese etrusco non doveva essere molto diverso da come si presenta oggi. Da allora sono trascorsi 1000 anni, ma il quieto paesaggio collinare è stato segnato dalla Storia solo in modo lieve e quasi elegante: con ville nobiliari, come quelle dei Medici e degli Scotti, con pievi, castelli, chiese e monasteri. Oggi però Toiano è ormai abbandonato, fatta eccezione per un paio di abitazioni riaperte ogni tanto dai pochi proprietari, soprattutto durante la stagione estiva. Eppure, in passato, deve essere stato uno dei centri più popolati della zona: a metà del secolo scorso aveva oltre 500 abitanti, mentre il censimento del 1920 ne contava 700. Lo stato di abbandono in cui oggi si trova Toiano, però, non riesce ad annullarne l’antico fascino, dovuto soprattutto alla splendida posizione: proprio sulla cresta di uno dei colli più alti della zona (276 metri), il borgo offre una vista panoramica suggestiva di tutta la provincia pisana, e nelle giornate terse si riesce addirittura a scorgere la linea delle torri di Volterra. Il declino, lento ma inesorabile, è cominciato negli anni Sessanta, quando l’industria ha vinto sull’agricoltura attirando verso valle (a Pontedera in particolare, sede degli stabilimenti della Piaggio, e a Santa Croce Sull’Arno, patria delle concerie) un numero sempre più alto di persone. La situazione di abbandono ha spinto l’amministrazione comunale a segnalare all’Autorità di bacino l’area di Toiano, che è stata iscritta a zona rischio frana, questo per poter accedere a fondi indispensabili, per esempio, per il mantenimento delle strade che a causa della mancanza di canalizzazione deperiscono anno per anno. Le perizie geologiche dicono che il paese è costruito su uno zoccolo di tufo e che serve un intervento di risanamento dell’area circostante. Ma la mancanza di acqua e questa situazione di stallo hanno frenato i proprietari, che hanno sì manutenzionato le case per anni, ma poi si sono arresi e hanno iniziato a svendere le proprietà. Malgrado parte dei tetti sono crollati i muri perimetrali sono ancora in piedi e recuperabili. Per quanto ancora? Alla fine del secolo scorso il paese è stato messo totalmente in vendita in quanto quasi tutti gli edifici sono di un’unica proprietà, gestita dalla Intoruitalia s.r.l. di Como, decisa a ridare vita al paesino con un attento lavoro di recupero, ma questa azione di salvataggio non è servita a rivitalizzare il piccolo borgo pisano.

Italia Nostra, per saperne di più, ha incontrato l’unico cittadino del paese, Giovanni Cerasoli, il quale ha avuto il coraggio di acquistare una casa e trasferirci la residenza. Giovanni in questi anni si sta battendo con tutte le sue forze per proteggere l’immagine e la vita di un paese che ha perso la sua identità. Egli ha fondato anche un comitato a cui hanno aderito gli ultimi tredici proprietari e la società Intour, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché Toiano non perda la sua storia e recuperi la sua antica vitalità. Sebbene il comune di Palaia, sotto la pressione dei cittadini, abbia salvaguardato il territorio da una sconsiderato sfruttamento, impedendo la realizzazione di concerie e di una discarica, puntando in un futuro sviluppo del turismo, ha sofferto per anni lo spopolamento e quindi l’impoverimento. Il nuovo sindaco sembra ben disposto ed ha promesso di promuovere una nuova fase di studio atta a definire un piano di risanamento ed uscire da questa situazione di stallo. Intanto il comitato si sta muovendo per ripristinare il vecchio sistema idrico delle cisterne che recuperavano l’acqua piovana, dato che il paese è completamente privo di un rete idrica e ciò impedisce anche ai pochi proprietari di poter eseguire le opere di rifacimento. Il desiderio comune è quello di dare al vecchio borgo il ruolo di promotore culturale.
Dunque, c’è da una parte la volontà delle istituzioni a voler svalutare il luogo, arginando il problema del recupero con una campagna pubblicitaria antieconomica che scoraggia eventuali possibili acquirenti e minaccia l’integrità storica e paesaggistica del luogo. Dall’altra parte, invece, c’è chi, come Giovanni, tenta di riscoprire quel valore aggiunto che offre un luogo antico come Toiano, dove la spettacolarità di imponenti calanchi perimetrali ricchi di fossili marini e conchiglie, ne fanno un posto unico e in cui storia e natura sono in perfetta simbiosi. La sfida appare complessa e legata agli equilibri politici, si tratta di agire per assicurare a Toiano un futuro possibile. Il tempo è tiranno. Prima che il sito archeologico perda il suo volto etrusco, Italia Nostra Medio Valdarno – in ragione dell’elevato valore paesaggistico-ambientale, nonché storico-culturale - sosterrà l’azione di Giovanni, lottando per la conservazione del tessuto urbano, il recupero e il restauro del patrimonio edilizio tali da garantire un futuro sostenibile ad un paese che merita la vita, non la morte.

Antonio Pisano

 
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