ultimo aggiornamento    
novembre 2012    

 


FUCECCHIO > ELOISA NEL PARCO CORSINI

Storia di una lunga querelle

La battaglia di idee su Eloisa ha connotato la nostra sezione sin dal suo atto di nascita, si protrae infatti da aprile 2004, e purtroppo non ha impedito, nel gennaio scorso, l’installazione della statua nel Parco.

Riassumere le tappe di questo percorso può sembrare superfluo perché il nostro periodico, la stampa locale, le uscite pubbliche di Italia Nostra hanno scandito passo dopo passo il procedere della querelle, tra momenti di speranza e di disillusione rispetto ad una conclusione meno dolorosa della vicenda. Il dialogo con l’Amministrazione aveva aperto uno spiraglio di ottimismo perché, ad un certo punto, sembrava che la statua si collocasse altrove. Il confronto con le altre associazioni, con i rappresentanti più attivi della cultura locale, con la gente, aveva finito per rafforzare la convinzione che l’obiezione a quella collocazione della statua fosse un sentimento collettivo. La Petizione Popolare dello scorso luglio, firmata da 1100 persone e presentata assieme ad altre quattro associazioni culturali, aveva dato forza a questo pensiero e forse avrebbe meritato più considerazione da parte della stampa locale e, sicuramente, del Comune. Comunque, l’occasione di incontro e di scambio di idee con la gente comune ha senza dubbio costituito un’esperienza impagabile per una Associazione che, programmaticamente, ha voluto capeggiare un movimento di idee che fosse condiviso dal più ampio numero di persone e rappresentativo della sensibilità di tutti. Se da un lato le associazioni culturali hanno sottoscritto più di un documento per la salvaguardia del Parco Corsini, altri soggetti hanno espresso perplessità diverse come quelle concernenti la spesa per Eloisa che a molti è parsa addirittura faraonica. E’ difficile stabilire perché, nonostante un palese dissenso dei fucecchiesi, la statua sia andata a finire sotto la Torre Grossa, compromettendo quella peculiare atmosfera d’altri secoli che caratterizzava il Parco Corsini. Dietro a questa scelta sembra soggiacere un’idea fraintesa circa il nostro paesaggio, sembra che la toscanità minore di cui sono espressione i paesini e i borghi come il nostro, come San Miniato, come certi tratti della Val d’Orcia sia espressione di un provincialismo da occultare, da emancipare attraverso la riconnotazione con segni forti della nostra epoca. Italia Nostra in questi anni ha inteso portare avanti l’idea che ogni comunità ha la sua storia e ci sono i luoghi che hanno avuto la dignità di fare quella con la “S” maiuscola mentre altri, tra cui il paese alto di Fucecchio, ci hanno consegnato, tracce di un passato rurale e civile che ostinatamente sono sopravvissute al tempo e al cambiamento delle periferie. Valorizzare il Parco così com’era, dargli la possibilità di essere conosciuto e apprezzato per quell’impagabile sentimento dell’antico che lo animava e che lo rendeva simile a tanti altri e uguale a nessuno, era sembrato a Italia Nostra e a tanti fucecchiesi il modo giusto di continuare un dialogo tra antichità e modernità lasciando ad ognuna gli spazi per esprimersi. Anzi, se Eloisa fosse andata ad animare una piazza o una via del paese nuovo, come era stato da più parti proposto, avrebbe riscattato dallo squallore e dall’anonimato uno dei tanti luoghi in cui si sente la mancanza di un’anima e di uno slancio vitale. Tutte queste cose le abbiamo dette e scritte per anni, le abbiamo argomentate con chi si è fermato al nostro tavolo per le strade o a Marea, ma soprattutto le abbiamo interiorizzate e fatte nostre per continuare con chiunque lo voglia un’opera di recupero e di tutela dei nostri luoghi.
Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto.

Il Consiglio DirettivO

 
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