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I VOLTI
DELL'AIDS |
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WAT PRABAT NAMPHU
Conoscete che cosa significa controllare una comunità di
persone condannate alla morte? Non penso che lo sappiate. Con le donne è
solitamente facile, ma con gli uomini è un'altra storia. Alcuni "abitanti"
sono ex persone dedite all'alcolismo altre alla droga alla malavita. Di
recente abbiamo trattato con persone che estorgono i soldi dai pazienti
paralizzati, minacciandoli con botte. È la gente di ogni settore sociale che
contrae l'Hiv. Quelle persone ancora capaci di mangiare e parlare sono
alloggiati in piccoli bungalows che circondano i 2 quartieri di agonia. I
"residenti" non pagano i cottage, ma devono rispettare le regole rigorose
ispirate alla vita monastica.
Il responsabile di Wat
phrabat namphu: sig.
Chalermpol Polmuk l'uomo forte
del villaggio e' un laico, tiene con pugno di ferro questo piccolo mondo
di disperati. Gli ex drogati ed alcolizzati sono costretti a diventare
signori... Chi è questo responsabile? Il sig. Chalermpol Polmuk ha 38
anni - formazione: studi di m.a.ethical. È il responsabile di Wat
phrabatnamphu ma anche insegnante al Ratchapat di Adyoutthaya
(università).
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Ci sono 70 letti per i pazienti nella fase terminale. 3
quartieri distinti. Un nuovo quartiere per i pazienti che non sono
autonomi cioe' "nella fase terminale". Ci sono inoltre i cottage per i
pazienti sieropositivi all'hiv che sono ancora autonomi e possono
ancora essere reintegrati nella vita sociale. Più di 500 pazienti
muoiono ogni anno nel Wat phrabat namphu, (significa una media di uno o
due morti al giorno) - la media delle età dei pazienti morenti ha circa
30 anni. La maggioranza ha fra 25 e 35 anni. Ci sono soltanto alcuni
bambini perché cè un 'altro progetto (collegato con Il wat phrabat
namphu) se non sono ancora nella fase finale della malattia. Ci sono più
uomini che le donne che entrano nell'ospizio. - la maggioranza dei
pazienti ha contratto l'aids per via sessuale. Le ex prostitute o gay
sono rari. Gli ex tossicomani sono un piccolo gruppo. Le donne che sono
state infettate dai rapporti sessuali con il marito sono la maggior
parte delle donne che stanno morendo nel nostro ospizio. Quasi tutti i
pazienti muoiono senza essere accompagnati da un familiare. Nel 2002 più
o meno, uno su dieci riceve una chiamata dai familiari. Nei quartieri ci
sono soltanto i pazienti, operai ed il passaggio "dei turisti" che sono
inoltre i donatori che permettono che l'istituzione continui. L'ospizio,
che è inoltre un monastero buddista, non riceve alcun contributo
finanziario dallo stato. L'elettricità, gli alimenti, l'acqua, le
medicine, l'ossigeno .... Tutto, assolutamente tutto, dipende dal lavoro
normale del monaco superiore Phra Krou Athonphratchanat per trovare i
fondi monetari. Alcuni volontari stanno lavorando liberamente nei
quartieri. La maggioranza di loro viene dall' Europa e dal Giappone. |
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