Durante il periodo Tokugawa
(1603-1867), terminata l’era di guerre civili iniziate nell’Epoca Kamakura
(1186-1338), il Giappone acquistò un nuovo assetto territoriale e politico;
l’ordine fu mantenuto dagli Shogun, soprattutto a mezzo della polizia segreta;
la pace e un nuovo influsso di teorie cinesi unite al tentativo di applicare il
Confucianesimo come religione di Stato, costrinsero i Samurai, che come classe
militare controllava la società feudale, a dedicarsi alla cultura; lo studio
delle arti marziali ed in particolare del ju jutsu, divenne modo per allenare
sia lo spirito che il corpo.
Le scuole di ju jutsu nate in quest’epoca furono numerose e, pur
differenziandosi per le tecniche insegnate, ebbero punti in comune, come la
reverenza per l’altare Shinto nel Dojo. Questo era il luogo dove avvenivano gli
allenamenti e si apprendeva il rispetto il Bushido (codice morale del
guerriero). Tra gli altri aspetti che accomunarono le diverse scuole di ju jitsu
vi era la relazione tra servo e padrone che persisteva come forma di cortesia
tra l'allievo e il maestro. Questi ed altri principi insiti nella pratica del ju
jutsu, evidenziano la relazione esistente tra questa antica forma di
combattimento e la cultura giapponese: il confronto diretto veniva evitato il
più possibile come anche il contatto tra le parti contendenti; infatti,
l’armonia era considerata di estrema importanza in ogni occasione, anche nelle
negoziazioni d’affari: piuttosto che avere un sì o un no forzati, il giapponese
impiegava un "awase" (stile di discussione, dal verbo awaseru = adattarsi a
qualche cosa). In altre parole veniva applicata la strategia del JU, quindi di
adattamento ad una situazione. Sia nel Dojo (palestra) che nella vita di tutti i
giorni veniva usata l’armonia di una linea curva di movimento piuttosto la linea
retta. La tattica usata nel ju jutsu era il movimento circolare, considerato non
solo il più efficace ma esteticamente più piacevole.
In Giappone gli stili di ju jutsu sono accomunati dal principio che è racchiuso
nel nome : JU = flessibilità, arrendevolezza, gentilezza, leggerezza; JITSU =
arte.
Per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di
allenarsi sotto la sua direzione, il Soke Inoue rappresenta quanto
c’è di meglio della tradizione samurai, sia tecnicamente sia spiritualmente.
Egli è Maestro in molte arti marziali: JU JUTSU, IAIDO, BO-JUTSU,
HAMBO-JUTSU, e nell’uso del KOTACI (spada corta) e nel TANTO (pugnale).
Inoltre è un esperto di JU-KENDO, combattimento con la baionetta giapponese;
disciplina per la quale ha conquistato due volte il titolo di campione del
Giappone. |
Egli non tralascia mai di insegnare che il rispetto, l’umiltà, il coraggio e la determinazione sono qualità che vanno praticate sia all’interno del DOJO sia nella vita d’ogni giorno. Questi principi sono racchiusi nel codice samurai (il Bushido) che insegna:
Nella vita ci sono
decine, centinaia di strade, prendi a camminare solamente sulla via della verità.
Questo per il SOKE INOUE è l’essenza della tradizione samurai.
Una delle scuole più antiche
e importanti fin dalla sua nascita del Ju Jitsu fu l’HONTAI YOSHIN RYU.
Questa scuola fu fondata nel 1600 da Oriemon Shigentoshi Takagi,
secondogenito di Sazaemon Inatobi, depositario del clan di Osu-Shiraishi del
Giappone del nord. Da giovane, il maestro Takagi, che era conosciuto come Umon,
studiò e quindi insegnò l’arte della lancia appresa da Danemon Muto della scuola
Kyochi Ryu.
Si dice che Umon vendicò la morte del padre e poi cambiò il suo nome in
Oriemon Shingentoshi "Yoshin Ryu" Takagi, includendo nel nome e nello stile
di combattimento la filosofia del salice che si piega alle avversità mentre di
fronte alle stesse un albero rigido si spezza.
La premessa filosofica di questo stile di ju jutsu è espressa dal suo stesso
nome:
HON |
- |
TAI |
YO |
- |
SHIN |
concreto |
|
corpo |
salice |
|
cuore |
In altri termini è
necessario adattare sempre il nostro corpo ed il nostro cuore alle avversità
della vita come il salice si adatta alle tempeste senza spezzarsi.
Ai nostri giorni la scuola HONTAI YOSHIN RYU in Giappone e nel resto del
mondo è divulgata dal 18° SOKE (capo scuola)
TSUYOSHI MUNETOSHI INOUE - 9° DAN, membro anziano del Nippon Kobudo
Kyokai, che è la sezione di Kobudo del Nippon Budokan.
Egli è Maestro in molte arti marziali: JU JITSU, IAI, BO JITSU, HAMBO JITSU e
nell’uso del KOTACI e nel TANTO. Inoltre è un esperto di JU KENDO, il
combattimento con la baionetta.
E’ dovuta al M° STELVIO
SCIUTTO 6° DAN F.I.J.L.K.A.M. responsabile nazionale della commissione
tecnica del settore JU-JITSU.
Il M° Stelvio Sciutto acquisì il primo Dan nel 1967 praticando il JU JITSU del
metodo Bianchi, che in quel periodo era forse l’unico stile conosciuto in
Italia.
Aprì la sua prima palestra nel 1972, con il nome Gruppo Divulgativo JU JITSU
Sestri. P.; nello stesso anno iniziò corsi anche ad Ovada dando a questa
società il nome di Gruppo Divulgativo JU JITSU Ovada. Questi due gruppi si
fusero per dare vita ai Gruppi Divulgativi JU JITSU, oggi G.D.J. ITALIA. La
voglia di migliorarsi e approfondire le sue conoscenze lo ha portato prima in
Francia, poi in Inghilterra dove ha collaborato per dieci anni con la
federazione di ju jutsu Inglese W.J.J.F.; contemporaneamente ha avuto la
possibilità di praticare ju jutsu presso l’Hombu Dojo dell’Hontai Yoshin Ryu
a Nishinomyia con il Soke Inoue.
Nel 1988 è stato invitato dal SOKE Inoue a rappresentare l’Hontai Yoshin Ryu a
Nizza, in Francia, al 6° Festival Culterel Japonais con i maestri Kyoichi Inoue
e Yoshiro Mitsuyasu. In quell’occasione vi è stata la cerimonia di investitura
del grado di Shoden, grado antico che il SOKE assegna ai suoi allievi più
meritevoli, facendoli poi partecipi di tecniche segrete della Scuola.
Primo occidentale ad avere ricevuto nel 1990, durante la visita in Italia del
Soke Inoue, l’investitura del grado di CHUDEN (6° Dan) ulteriore
testimonianza che il suo studio del ju jutsu non si è fermato.
Il JU JITSU, importato in
Italia dai marinai Pizzolla e Mascardelli nel 1908, fu organizzato
in ente sportivo con la denominazione di "Federazione Italiana Lotta
Giapponese JU JITSU JUDO" da Carlo Oletti, e come tale assorbito
dagli organi federali di allora. Del ju jutsu non se ne sarebbe più parlato come
disciplina sportiva a sé stante, se non ci fosse stato Gino Bianchi, il
quale durante la sua permanenza giovanile in Giappone e in Cina, apprese i
principi e le tradizioni del ju jutsu e lo divulgò poi dal 1946 in Italia come "Metodo
Bianchi", contribuendo alla realizzazione di uno stile occidentale,
dimostrando una capacità organizzativa e tecnica di alto valore. Il M° Bianchi
morì nel 1964. Alla tenacia del suo allievo, il M° Orlandi, si deve
attribuire la continuità dell’attività del ju jutsu come disciplina a sé stante.
Successivamente fu perfezionato il programma tecnico nel quale le azioni di
studio di autodifesa, sino ad allora insegnate con criteri diversi, vennero
raggruppate in cinque settori, venti tecniche per settore, in base allo studio
di squilibri, proiezioni, leve, strangolamenti e globalità dell’azione.
Nel 1990 a queste tecniche si sono affiancati i Kata dell’Hontai Yoshin Ryu,
come parte integrante del programma federale della F.I.L.P.J.K., oggi
F.I.J.L.K.A.M.
I responsabili tecnici della Federazione sono oggi il M° Stelvio Sciutto
per lo studio dei kata e dal M° Giancarlo Bagnulo per le tecniche di
settore.
Come già detto per il
judo, anche nel caso del ju jitsu il kata consiste nell’esecuzione di
esercizi con movimenti preordinati. In qesto modo è stato possibile preservare e
tramandare nel corso dei secoli la purezza delle tecniche di difesa e di
attacco.
Le varie tecniche insegnate vengono suddivise all'interno dei kata secondo un
preciso ordine logico.
Di seguito vengono riportati i kata di ju jitsu dell'Hontai Yoshin Ruy.
studio delle tecniche di difesa a mani nude |
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2. Nage no kata |
studio delle tecniche di difesa a mani nude |
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3. Oku no kata |
studio delle tecniche di difesa a mani nude |
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studio delle tecniche di difesa a mani nude |
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5. Omote no kata |
studio delle tecniche di difesa a mani nude |
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studio delle tecniche di difesa da attacchi di pugnale |
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difesa con bastone corto su attacco di katana |
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8. Bo no kata |
studio dei movimenti di difesa con bastone lungo |
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9. Kodachi no kata |
difesa con wakishazhi contro attacco di katana |
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10. Cho bo kumitachi |
difesa con il bo contro attacco di katana |
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11. Tachi dori |
difesa a mani nude contro attacco di katana |
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studio delle forme di estrazione e attacco con la katana |
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studio delle forme di estrazione e attacco con la katana |
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