le Sei Concordie

 

Dopo avere visto come i monaci Anuruddha, Kimbila e Nandiya convivevano in armonia, il
Buddha pronunciò le Sei Concordie, i principi per essere felici insieme agli altri:
"Bhikkhu, la natura di una comunità è l'armonia, che si ottiene seguendo questi principi: condividere uno
spazio comune, sia una casa o una foresta; condividere i doveri essenziali della giornata;
osservare i precetti insieme; pronunciare parole che creino armonia, astenendosi da quelle che
portano divisioni nella comunità; comunicarsi esperienze e comprensioni; rispettare l'opinione
altrui e non costringere l'altro ad aderire alla nostra. Seguendo questi principi un sangha vivrà
in felicità ed armonia. Bhikkhu, osserviamoli sempre".

In un recente numero della "Mindfulness Bell", notiziario internazionale dell'Ordine
dell'Interessere, Thay ha brevemente illustrato i sei principi per l'armonia, o Concordie,
insegnati dal Buddha. Ecco il suo commento.

"La prima è la Concordia dell'azione che coinvolge tutto il corpo. Un sangha vive insieme come
una famiglia. Le nostre azioni coinvolgono tutte le persone con cui viviamo. Bisogna perciò che
favoriscano la concordia.

"La seconda è la Concordia della condivisione dei benefici. Condividiamo il cibo, gli alloggi e
l'opportunità di praticare la meditazione seduta e camminata. Insieme ascoltiamo il Dharma.
Condividiamo ogni tipo di beneficio con tutti. Se una persona può andare a un ritiro di tre
giorni, gli altri nel sangha dovrebbero avere la stessa opportunità in un'altra occasione. Ci
sosteniamo l'uno con l'altro in ogni attività.

"La terza è la Concordia dell'osservare gli stessi Impegni di consapevolezza. Le nostre
aspirazioni sono uguali e conveniamo che la pratica degli stessi Impegni di consapevolezza è il
miglior modo per realizzarle.

"La quarta è la Concordia della parola. Occorre che anche le nostre parole ispirino concordia.
Abbiamo bisogno di fondare il nostro modo di parlare su alcuni principi: sapere come reagire
quando udiamo qualcosa che non ci piace; sapere
come prestare attenzione a quello che l'altra
persona sta dicendo, in modo da essere capaci di meditare sulle sue parole prima di
rispondere; sapere come incoraggiare e nutrire la fiducia nelle persone con le quali parliamo.

"La quinta è la Concordia delle opinioni. Proveniamo da ambiti diversi. Forse non condividiamo
la stessa maniera di vedere degli altri componenti della comunità. ma non diamo per scontato
che la nostra sia giusta e l'altrui sia sbagliata. Non discutiamo sulle opinioni divergenti. Quando
abbiamo un'idea la condividiamo con il sangha e la modifichiamo dopo avere ascoltato gli altri.
La condivisione di Dharma è un'opportunità per ascoltare con attenzione i diversi punti di vista,
così da avere una comprensione sempre più profonda. Le nostre idee sono soltanto una piccola
parte del quadro. Quando gli altri parlano ascoltiamo con attenzione per trovare la saggezza
nelle loro parole. Se non sappiamo ascoltare non possiamo imparare. Abbiamo bisogno di
aiutare gli altri a sapere che sono accettati e apprezzati.

"La sesta è la Concordia delle attività della mente. Abbiamo modi di pensare e sensibilità
diversi. Non dovremmo isolarci nei nostri pensieri. Dobbiamo comunicare. Quando vediamo
qualcuno chiuso nei suoi pensieri, nella tristezza e nella sofferenza, possiamo dirgli: un soldino
per i tuoi pensieri, un soldino per le tue sensazioni. Quando l'altra persona è in grado di
condividere la sua sensazione, non è più isolata. Quando confidiamo quello che sta accadendo
nella nostra mente, diamo sollievo al nostro isolamento. Se chiedete a qualcuno cosa prova e
lei o lui risponde "sono infelice", potete praticare insieme la meditazione camminata e questo,
da solo, basterà a portare un po' di gioia".

 

 

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