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La Carovana

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Se vince l'egoismo

di Linda Distinto

La politica degli ultimi tempi ci sta abituando ad improvvise ed improbabili alleanze che nascono, complici i sondaggi, solo nella speranza di conquistare un pugno di voti in più dell'avversario. Per veleggiare sicuro verso l'orizzonte della vittoria, c'è chi ripesca il nemico di ieri e ne fa l'alleato d'oggi, cancellando con un bel colpo di spugna i dissapori e le invettive di un passato abbastanza recente. È così che la "Casa delle libertà" ha il suo primo ospite, o meglio l'amico ritrovato, sul quale poter contare… in termini di voti… naturalmente. Non c'era bisogno d'altro che di un punto d'intesa, una convinzione comune che permettesse di eliminare o dimenticare, temporaneamente, gli interessi personalistici e certamente eterogenei che avrebbero potuto smagliare quei sorrisini perfetti da TG4 o da Studio Aperto. È bastato ricercare e fare propri i malcontenti e le idee di una parte, che oggi si sente sempre più infastidita dall'immigrato, nuovo virus che pericolosamente si aggira e si espande per le nostre città. È stato facile far appello allo spirito xenofobo che, in dosi diverse, è sicuramente presente in tanti italiani, soprattutto da quando protagonisti di spiacevoli fatti di cronaca sono divenuti proprio alcuni immigrati. Questo malcontento ha basi antropologiche e sociologiche, nonché economiche, che vanno esaminate con attenzione; facilmente può proliferare se la risposta politica e legislativa tarda o non è del tutto adeguata. Da queste premesse si dovrebbe partire per concordare un'azione seria e rispettosa dei diritti altrui quanto dei propri. Ma questa volta il "Polo dell'Italia che sa amare" - solo se stessa, evidentemente… - si è spinto un po' oltre, fino a legittimare "l'odio" contro il nemico (che oggi si cerca di cacciare, ma che fino ad ieri ha fatto tanto comodo all'industria, specie del nord!). E allora abbondano le proposte più miopi e grette. Il possesso del codice fiscale e la certezza di un posto di lavoro sarebbe l'unica possibilità, per gli extracomunitari, di inserirsi nella nostra struttura sociale. Chi si appella tanto alla "forza dell'amore", con evidente disprezzo del nostro passato, rinnega la possibilità d'osmosi sociale e culturale che l'immigrazione ha dato a tante nazioni e popoli che su di essa hanno fondato il loro progresso. La promessa d'assistenza nei paesi di provenienza è evidentemente solo lo "zuccherino" da dare alla coscienza borghese bigotta e superficiale di quegli italiani che altro non sperano se non sentirsi "sicuri" e "buoni" nello stesso tempo. Un vero programma politico dovrebbe approdare a ben altre conclusioni, analizzare il problema in un'ottica più ampia che tenga conto dei meccanismi economici e sociali che lo causano, e non certo pretendendo di SPARARE con gli "effetti" più indesiderati. Qualcuno ha affermato che il mondo del nuovo millennio viaggia con più naufraghi che naviganti. È forse il caso di pensare che, quando si ha una "nave" grande con la quale sfidare le tempeste della politica e stupire gli elettori, ci si sente legittimati anche a pensare che la povertà si sconfigge eliminando i poveri. Ma questa volta il compromesso tra le parti e la voglia di vincere a tutti costi, contro gli odiati - pardon non amati… - comunisti, hanno portato ad intaccare le regole della democrazia e il rispetto dei diritti umani. Strano per un Polo che ha eletto bandiera della propria "navigazione" proprio la libertà…

 

 

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