Il termine Fata deriva dall’antico “Fanoue e Fatuoe”che nella mitologia pagana indicava le compagne dei fauni, creature dotate del potere di predire il futuro e di soprassedere agli eventi umani. La denominazione Fata deriva anche da “fatica”, parola che nel medioevo fu sinomino di “donna selvatica”cioè di donna dei boschi, delle acque e, in genere, del mondo naturale.

Le Fate sono esseri soprannaturali dotati di potere magico grazie alla quale possono cambiare aspetto e farlo cambiare agli altri.
Frequentano caverne, rocce, colline, boschi e sorgenti; sono pronte a correre in aiuto degli innocenti e dei perseguitati; riparano torti, vendicano offese, ma possono essere maligne e vendicative. Secondo la tradizione si vuole che presenzino alla nascita degli uomini per conferire loro doni particolari e influenzarne l’ esistenza in modo benevolo o malevolo.
Le Fate sono complicate per natura e il loro comportamento è regolato da un codice morale molto lontano dal nostro.
La maggior parte di questi piccoli esseri, quali che siano le loro dimensioni, il loro aspetto e il loro carattere, possiede poteri nascosti e può a suo piacimento distribuire la buona e la cattiva sorte.Quindi, quante più cose sappiamo sul conto delle Fate, tanto maggiori sono le probabilità di uscire incolumi da un incontro con loro.
Quando si ha a che fare con le Fate è di capitale importanza trattarle con attenzione e riguardo. E’ fin troppo facile offenderle e guai a chi si prende delle libertà...
Le Fate sono attratte incessantemente da ogni forma di creatività e soprattutto dagli istanti di grande commozione, ai quali cercano di partecipare. Gli amanti, i poeti, gli artisti, gli scrittori, gli scultori, i tessitori, i musicisti, tutte le arti invero riconoscono un debito nei confronti di una forza non identificabile, invisibile, capricciosa, sensibile, delicata, inafferabile e potente, chiamata “Ispirazione” o “Musa”, che, quando è presente, è in genere irresistibile.
Terrapieni, forti e colli antichi sono le dimore tradizionali delle Fate.
La parola gaelica che indica le Fate è Sidhe (Shee), che significa popolo delle colline. Di notte le colline abitate dalle Fate si vedono spesso risplendere di miriadi di luci scintillanti.
Talvolta la collina si solleva su pilastri, rivelando le luci vivide delle Fate che lentamente si allontanano in processione verso un’ altra collina. Il periodo di Lammas, e specialmente il 7 Agosto, è l’ epoca in cui tradizionalmente ciò avviene.

 

E’ invece dopo Ognissanti il periodo in cui preferiscono cambiare dimora gli Uomini della Collina, chiamati anche Porcari, il più temuto dei popoli elfici dell’isola di Man.
Chi è saggio, nelle notti dopo Ognissanti non se ne va a zonzo. I Porcari usano sentieri e vie molto battuti, che di solito corrono in linea retta da una collina all’ altra; secoli di spostamenti di questo tipo hanno formato un’ invisibile rete elfica che si stende su tutto il paese.
Millennio dopo millennio agli incroci di questi sentieri si è formato un accumulo di forza residua: questi crocevia sono spesso vicini a luoghi di riunione degli uomini.
E’ senza dubbio sconsigliabile agli intrusi invadere le colline delle Fate, ma niente vieta un’osservazione discreta: un osservatore benevolo può essere ricompensato. Se le Fate sono riluttanti a uscire dalla loro collina, si può scoprire l’entrata camminando nove volte intorno alla collina con la luna piena. La via d’ingresso verrà allora rilevata.Se ti trovi a camminare nel mezzo di un bosco intorno a mezzanotte, potresti essere uno dei pochi fortunati che riesce a vedere dei bellissimi esseri alati, le Fate.

Le Fate sono esseri molto intelligenti e generalmente molto amichevoli, ameno che non siano annoiate.
La cosa più importante per poter vedere le Fate è che bisogna credere in loro, altrimenti non si vedranno mai. Nonostante si trovino dappertutto è più facile incontrarle, in prossimità di boschi, ruscelli, prati e la loro presenza è resa palese da alcuni segnali come: avere la sensazione che qualcuno ci sta guardando quando non c’è nessuno nelle vicinanze, sentire come delle punture d’ insetti quando intorno non ce ne sono, odorare una fragranza dolcissima, sentire lontani sogghigni muti, vedere in lontananza fasci luminosi...

L’Anello delle Fate consiste in un cerchio di funghi o rocce, all’interno degli anelli le Fate danzano in circolo, maggiormente durante la mezzanotte. Il fascino della musica elfica può trascinare l’uomo che passi di lì verso il cerchio che può ridurlo in schiavità eterna nel loro mondo. Se un essere umano entra nel cerchio è obbligato a unirsi ai saltelli forsennati di queste creature. Può sembrare che la danza duri solo qualche minuto, o un’ora o due, o al massimo una notte intera, ma in realtà la durata normale, rapportata al nostro tempo, è di sette anni o più. Lo sventurato prigioniero può essere salvato da un amico che, tenuto da altri per la giacca, segua la musica, allunghi le mani dentro al cerchio (tenendo un piede fuori) e afferri il danzatore.