E’ apparso su
Controcorrente, e ripreso in rete, un articolo assai elogiativo nei
confronti del sig. Guido Viale, "ambientalista" professionista.
Conosco le opinioni di
questo signore di alcuni anni or sono quando appoggiava, in modo
ambiguo, ma efficace, la costruzione del nuovo inceneritore di Firenze
con argomentazioni tipiche del conformismo “sinistro” di allora:… “
l´opzione zero per i rifiuti è un´utopia… ci deve essere
un comitato di controllo popolare … a Vienna per esempio c´è un comitato
attentissimo …a Copenhaghen l´inceneritore sta in centro perché il terreno è
dello stato … più che dire di no pregiudizialmente al termovalorizzatore
servirebbe rivedere l´intero ciclo dei rifiuti … Il traffico è peggio di
tutto... un buon termovalorizzatore dovrebbe aggirarsi intorno alle 30.000,
35.000 tonnellate” … sino alla perla: … “un termovalorizzatore, a certe
condizioni di quantità e qualità dei rifiuti ingeriti e di controllo di
gestione, inquina sempre meno di quattro motori diesel in funzione “…
Il messaggio di allora era
chiaro: l’inceneritore, anzi il termovalorizzatore, si può fare,
basta farlo più “piccolo”, con un comitato popolare che lo controlli, e che
si riduca il traffico.
Inviterei gli amici, se
hanno l’occasione di vedere personalmente questo personaggio, di chiedergli
se pensa ancora se un inceneritore “ben gestito” inquina come quattro
diesel, oppure per avere la “meritata” notorietà dell’ultimo momento,
come eroe popolare imposto dai soliti furbi, col rischio di essere seguito
da molti ingenui, abbia cambiato idea.
Salute, ce n’è bisogno
Michelangiolo Bolognini
Allego copia integrale
dell’intervista al sig. Viale, per chi è invece interessato alla critica,
sul versante medico-sanitario , e non solo, della “valutazione di
impatto sanitario” (vis) commissionata dalla Provincia di Firenze, con la
quale il sig. Viale si dichiarava d’accordo e che aveva dato il via
libera all’impianto, può leggere l’articolo mio e di altri Colleghi su
l’ultimo numero del 2006 di Epidemiologia e Prevenzione (chi è interessato
me lo può richiedere via @)
da
repubblica.it
DOMENICA 27 FEBBRAIO 2005
L´INTERVISTA
La ricetta del ricercatore economico che da sempre si occupa del problema"Il termovalorizzatore? Importante è saperlo gestire"
Viale: ci vuole un comitato popolare
"La diossina non esce più come un tempo dal camino ma ne escono i
precursori"
ILARIA CIUTI
«PURTROPPO, in un mondo usa e getta, l´opzione zero per i rifiuti è
un´utopia. Finisce che da qualche parte ciò che buttiamo va bruciato, le
discariche sono peggiori di un termovalorizzatore. Il problema è come si
gestiscono gli impianti, le loro dimensioni, cosa ci si brucia». E´ la
premessa di Guido Viale, noto ricercatore economico e sociale, attento a
traffico e rifiuti, autore di libri come «Un mondo usa e getta» o «Governare
i rifiuti». Soprattutto esperto sul campo, visto che molte amministrazioni
si giovano della sua consulenza nel tormentoso tentativo di risolvere i
problemi dello smaltimento.
Viale, la vis, la valutazione di impatto sanitario, per il
termovalorizzatore nella Piana fiorentina dice che l´impianto inquinerebbe
meno del traffico che già avvelena l´area stretta tra la via Pratese, la via
Pistoiese e l´autostrada. Lei che ne pensa?
«Tutto sommato sono anch´io convinto che il traffico sia oggi il principale
agente inquinante».
Ma è vero che i nuovi termovalorizzatori non sputano più veleni?
«No. La diossina non esce più dal camino tal quale come un tempo. Ma ne
escono i precursori. La metà della diossina prodotta da processi industriali
nel mondo deriva da inceneritori. Niente finisce in niente. Di quanto si
brucia, un po´ va in scorie e un po´ in cielo. Ci sono anidride carbonica,
ossidi, additivi, infinite porcherie che neanche si sa».
Allora?
«Allora, un termovalorizzatore, a certe condizioni di quantità e qualità dei
rifiuti ingeriti e di controllo di gestione, inquina sempre meno di quattro
motori diesel in funzione. Il traffico è peggio di tutto».
Già, ma la vis dice di non avere elementi tecnici sufficienti per decidere
esattamente cosa potrebbe sputare un impianto che ancora non si sa come
sarà.
«Non è la tecnologia che conta ma la gestione. Il termovalorizzatore deve
essere tenuto sotto sorveglianza continua perché il problema principale è
dato dagli sbalzi di temperatura e da cosa ci metti dentro. Ci deve essere
un comitato di controllo popolare, perché le aziende tendono a massimizzare
la quantità di rifiuti e a risparmiare sulla gestione».
Ma come può un comitato popolare controllare un macchinario così complesso?
«Per l´esperienza che ho, e a Vienna per esempio c´è un comitato
attentissimo, si riesce sempre ad avere fior di tecnici e di chimici che
quando parlano con i gestori sanno benissimo di cosa stanno parlando».
Gli abitanti della Piana si preoccupano però che in una zona già inquinata
dal traffico si aggiunga altro inquinamento. Dicono: dividiamoci i carichi.
«Se da noi ci fosse una pianificazione urbanistica programmata, con il
coinvolgimento anche dei comitati, i carichi ambientali verrebbero
distribuiti omogeneamente. Ma qui la valutazione viene fata dalla rendita di
posizione, da chi ha interessi a che i luoghi pregevoli non vengano
svalutati, A Copenhaghen l´inceneritore sta in centro perché il terreno è
dello stato e non c´è problema di rendita fondiaria. Anche a Vienna è in
centro. Sono anche paesi in cui c´è maggiore fiducia verso le
amministrazioni. Da noi si parla per anni di impianti e non si fa niente,
sempre per anni, per coinvolgere nelle scelte e nelle valutazioni la
popolazione. Mi risulta che anche a Firenze per ora sia andata così. Mentre
nessuna amministrazione sa mai come imporsi. Di fatto la questione è più
sociale che ambientale. Il sito, a parte alcuni proprio proibiti perché, per
esempio, in prossimità di falde, non viene mai scelto per ragioni
ambientali».
Vuol dire che non serve valutare l´impatto?
«Relativamente. Per esempio si studiano gli effetti su chi vive sotto
l´impianto e si dimentica che i camini sono alti 200 metri e che magari gli
inquinanti se li beccano quelli che abitano a due chilometri sottovento.
Tanto non lo sanno ».
Lei parla di gestione ma anche di quantità di rifiuti da bruciare.
«Più che dire di no pregiudizialmente al termovalorizzatore servirebbe
rivedere l´intero ciclo dei rifiuti che, così com´è, non funziona. Nessuno
pensa seriamente a come ridurli a monte, che è già una fase importantissima:
imballaggi, carta, plastica sono circa il 30% della quantità totale ed è
facile ridurli a monte. Poi c´è la raccolta differenziata. E´
scientificamente dimostrato che si può arrivare con facilità al 50% (Firenze
è al 33%, ndr.), perfino in Campania nei posti in cui si sono dati da fare
sono arrivati al 60%. Figuriamoci se non si può farlo in un paese civile e
ben controllato come la Toscana. Ma per questo è necessaria quella raccolta
porta a porta che le aziende trovano troppo costosa e che separerebbe dal
resto l´organico. Mentre è un problema di cambio di abitudini: nelle
famiglie come nell´organizzazione della raccolta. Con i cassonetti è
dimostrato che non ci si fa, sono nella strada, di tutti e di nessuno:
nessuno viene responsabilizzato, tutti possono passarci accanto e buttarci
ciò che vogliono. Invece, se si raccoglie bene l´organico, non solo si
alleggerisce il peso dei rifiuti totali ma si riesce a fare un buon compost
veramente utilizzabile. Quello che non si può usare per il compost può
essere usato per il cdr, il combustibile ricavato dai rifiuti. Alla fine
resta poco da bruciare: su 100.000 tonnellate ne restano 20, 30.000. Un buon
termovalorizzatore dovrebbe aggirarsi intorno alle 30.000, 35.000 tonnellate
(per la Piana se ne ipotizzano 175.000, ndr.). Ma siccome le società di
gestione sognano il massimo della resa, finisce che si fanno impianti troppo
grandi e alla fine ci si bruciano anche rifiuti venuti da fuori dove non si
sa cosa c´è. E questo è dannoso davvero: fare dell´inceneritore una fabbrica
di oro».
Dunque la ricetta è bruciare pochi rifiuti e scelti?
«Basti pensare che le diossine derivano dal cloro e che il cloro nei
termovalorizzatori è per metà derivato dal sale da cucina e dunque dai resti
dei pasti, e dal Pvc. La combinazione tra materiale plastico e organico è
molto pericolosa. Una buona raccolta differenziata diminuirebbe di molto il
rischio».
«Un´ultima questione: la vis parla di un bosco di 30 ettari da piantare a
ridosso del termovalorizzatore nella Piana come antidoto ai veleni sia del
traffico che dell´incenerimento: ne è convinto?
«Altro che bosco. Io ho detto che un termovalorizzatore fa minor danno del
traffico. Non che il minor danno è sommare tutti e due. L´impianto si può
fare se contemporaneamente si interviene drasticamente sul traffico. Questa
è l´unica mitigazione possibile».
ma sei
proprio sicuro che sono tutti nemici e tutti
uguali, imbroglioni, venduti, ignoranti ? e se fosse che
ci sono opinioni diverse ed oneste con le quali
interloquire? e se fosse che interloquire porterebbe
magari a fare meno danni? e se fosse che meno danni fanno
meglio? e se fosse che per raggiungere gli obbiettivi non
vale solo enunciarli con forza? dubbi di chi ci prova ogni
giorno e provandoci ci ha messo una zeppa ai cip6 e questa
zeppa ha messo in crisi gli inceneritori perche non ci si
guadagna più, e quarda caso proprio sui cip6 vogliono la
rivincita.....o no?
mirko
Commento 3: Michelangiolo Bolognini postato
il 18/02/08 alle 12:03
Personalmente diffido dai convertiti dell'ultimo momento, soprattutto da
quelli che ho avuto, nei miei 20 anni di lotta alle nocività sanitarie,
sull'altro fronte, e che sono evidentemente espressione di una casta
"sinistra": il fatto che il sig. Viale venga difeso dal responsabile
nazionale ambiente del PRC sembra dare una conferma di questo.
Quanto poi ai CIP6, ritieni caro Lombardi di aver messo una zeppa ai CIP6
nell'ultima finanziaria prevedendo per i contatti futuri, dopo il 1.1 2009,
di durata pluridecennale, "solo" 0,22 euro a Kw/h per la "sola parte"
biodegradabile di tutti i rifiuti ( circa il 40%)?
Ritieni inoltre, caro Lombardi, di aver messo una zeppa ai CIP6 nell'ultima
finanziaria prevedendo che i contratti in essere continueranno indisturbati
a finanziare con i nostri soldi innumerevoli impianti nocivi, senza neppure
contabilizzare i danni che questi produrranno?
Personalmente ritengo di no.
Opinioni personali, come le tue.
Comunque ricordo, e ti ricordo, per l'ennesima volta, che il 20.9.2006, i
deputati del tuo partito (per disattenzione, come mi ha riferito Paolo
Cacciari) votarono a favore dell'emendamento di alleanza nazionale che
cassava l'articolo della legge comunitaria che aboliva i finanziamenti per
tutti gli impianti non realizzati al 1.6.2006, come esempio di centralità
del problema CIP6 dentro il tuo partito non c'è male ...
salute
michelangiolo bolognini
Commento 4: Riccardo Rifici postato il
18/02/08 alle 19:34
Visto che continuano ad arrivarmi messaggi di tutti i tipi e
dimensioni, (di alcuni ne farei volentieri a meno), mi
permetto di rispondere ad una di queste. in particolare a quella di
bolognini.dal titolo: "attenzione agli "eroi" dell'ultimo momento".
Non conosco tutti i fatti e le azioni che fanno parte del curriculum di
Guido Viale. Ma certamente posso affermare che prendere alcune
affermazioni fuori contesto per dare inizio ad una caccia alle streghe non
sia azione sensato e corretta.
Ma questa nota non vuole essere a difesa di Viale che può difendersi da
solo; ma è per stigmatizzare atteggiamenti che spesso cadono nella
demagogia.
La via della cosidetta termovalorizzazione va battuta soprattutto
spiegando che non è vantaggiosa, ne per il recupero energetico (si
recupera molta più energia recuperando la materia), nè per risolvere il
problema dello smaltimento dei rifiuti, sia perchè comunque, bene che
vada, l'inceneritore lascia un bel po' di rifiuti da portare in discarica
speciale (ceneri e scorie), sia perchè il problema dei rifiuti, come dice
la teoria, va affrontato, a)riducendo i rifiuti prodotti; b) riciclando i
materiali. Se funziona fino in fondo la raccolta differenziata non rimane
niente per cui valga la pena di costruire un inceneritore.
Ritengo che sia sbagliato usare come arma contro gli inceneritori quella
dell'inquinamento (oalmeno non deve essere l'arma principale), ci sono
infatti impianti che, come riportato nel affermazioni di Viale, inquinano
molto meno di molte delle nostre auto.
Per favore cerchiamo di sprecare meno energia per cose inutili e prestiamo
attenzione alle cose che servono. ( evitiamo anche di inviare a mezzo
mondo email inutili, risparmiodo tempo a chi scrive e a chi legge.)
Riccardo Rifici