FORUM SUI RIFIUTI
 gestito da Controcorrente
In seguito alla pubblicazione dell'inchiesta sui rifiuti, sono giunte alla redazione di Controcorrente numerose risposte e riflessioni che ci hanno convinto ad aprire ai lettori un forum dove esprimere idee, soluzioni ed opinioni
 
INCHIESTA SULL'EMERGENZA RIFIUTI:
Ganapini, l'Hera, l'Itea ed il grande business dei rifiuti
Per fortuna c'è Guido Viale a far luce, durante la trasmissione "Ambiente Italia" in onda oggi su Rai 3, sui rifiuti e gli interessi che gli girano attorno. Per sfortuna c'è il solito Walter Ganapini, ex contestatissimo presidente di Greenpeace, che tentenna vistosamente alla sottile domanda del conduttore Guido Rovera: "Ma visto che lei era presidente di Greenpeace che ne pensa, ora che è assessore all'ambiente ad acta del napoletano, degli inceneritori?".
Vacilla e risponde indirettamente: "L'inceneritore di Acerra è di reponsabilità del Commissariato ma, rassicuro i cittadini campani che saranno predisposti 7 impianti per il CDR". Quindi, in poche parole, 7 impianti produrranno Combustibile da Rifiuto che da qualche parte dovrà pur essere bruciato. Anzi, l'ex presidente di Greenpeace (come ha potuto la grande associazione ambientalista eleggere lui?), continua dicendo che c'è bisogno di una "nuova visione industriale nella gestione dei rifiuti" (industriale???) e che, per fortuna, aziende come la Hera di Bologna hanno dato il benestare a questo rinnovamento. A quel punto in molti si sono chiesti: chi è la Hera? L'azienda di Bologna è una delle più grandi attività italiane industriali nel campo degli inteverventi per l'ambiente, l'energia ed i rifiuti ed era uno dei gruppi promotori degli impianti DISMO della Itea, azienda che sta sperimentando il macchinario nella fabbrica Ansaldo di Gioia del Colle (BA). Il sig. Ganapini, durante la presentazione dell'impianto DISMO ai cittadini di Gioia del Colle e degli altri Comuni interessati dalla sperimentazione, si era mostrato entusiasta della grande potenzialità di questa nuova tecnologia. Ma in molti, tra ambientalisti (anche gli stessi componenti di Greenpeace) ed esperti, avevano indicato l'impianto come qualcosa di non molto diverso da un inceneritore. L'Itea portando con sè il dott. Ganapini in tour per l'Italia dava apparenti garanzie alle popolazioni in modo da evitare proteste e polemiche.
Che Ganapini fosse, in qualche modo, promotore di Hera lo si era già capito, ma se n'è avuta la conferma oggi durante la trasmissione di Rai 3, grazie ai suoi ambigui interventi. Ora, che l'assessorato all'ambiente napoletano abbia fatto di lui consulente speciale,  può solo preoccupare. Per averne conferma, basta leggere l'articolo pubblicato sulla Repubblica di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina sperimentale nata per l`eliminazione dei rifiuti speciali, è stata sigillata dall`Ausl su disposizione dell`ufficio del giudice preliminare a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L`uomo aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali contaminati da sostanze classificate come pericolose (…). Ora il grande cilindro, un`installazione delle dimensioni di una locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all`inceneritore, nell`impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”. Durante la trasmissione di Rovera, erano presenti anche rappresentanti di Legambiente che non hanno, come si poteva al contrario immaginare trattandosi di un'associazione ambientalista, contestato molto inceneritori e gassificatori, forse perchè, anni addietro avevano inserito il progetto DISMO della Hera all'interno del loro “Premio all’innovazione amica dell’ambiente”. Peccato che da "quell'innovazione amica dell'ambiente" vengano fuori, come ha opportunamente evidenziato Guido Viale (che al contrario di Ganapini, lustra meno il suo passato e cerca di dare alla gente le corrette informazioni), ceneri sottilissime intrise delle più pericolose sostanze chimiche, che necessitano comunque di discariche di rifiuti speciali per lo smaltimento; polveri sottili (<2,5 micron) che possono entrare nei bronchioli; anidride carbinica e metano che aumentano l'effetto serra. Peccato che, come ha sottolineato lo stesso Viale (autore, fra gli altri, dei libri "Il rifiuto del problema" e "Un mondo usa e getta"), una volta intrapresa la raccolta differenziata porta a porta, le percentuali arrivano al 60-70% ed il restante 30% consiste di inerti, polvere, frattaglie con un basso potere calorifico, che non possono alimentare gli inceneritori e, quindi, questi sono destinati a chiudere. "Ecco perchè - ha dichiarato Viale - in Germania, dove avevano costruito numerosi inceneritori ed ora, invece, hanno raggiunto una soglia elevata di differenziata, gli impianti non servono e stanno chiudendo. Per questo vogliono i rifiuti della Campania e del resto d'Europa. Per evitare di spegnersi definitivamente". In poche parole se "i grandi esperti convocati dallo Stato" e...dalle aziende S.p.a. la smettessero di declamare i benefici dei "nuovi impianti industriali", come subdolamente Ganapini continua a fare,  ed, al contrario, dichiarassero, per onestà intellettuale una volta per tutte, che la raccolta differenziata porta a porta rende inutili i termovalorizzatori, i DISMO ed i gassificatori, non ci sarebbero più i grandi e falsificati da interessi più o meno evidenti, dibattiti su emergenze rifiuti, sindromi NIMBY, Comuni in rivolta, ortaggi alla diossina e morti di cancro.
E' ORA DI DIRE LA VERITA' ALLA GENTE CHE MUORE PER MALATTIE CHE FANNO GOLA ALLE GRANDI AZIENDE, AI POLITICI CORROTTI ED AGLI PSEUDO-SCIENZIATI!!!

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Commento della Redazione di Controcorrente:

La piccola inchiesta realizzata sui rifiuti e sul coinvolgimento di alcune aziende nella gestione di questi, non voleva essere un elogio ad personam per il dott. Viale, il quale ha innegabilmente avuto il merito di fare chiarezza durante la trasmissione "Ambiente Italia" in onda sabato su Rai 3, a proposito della problematica rifiuti. Egli ha più volte detto che gli inceneritori non sono la soluzione e che non sarebbe sufficientemente economico per loro bruciare i residui una volta affermata la raccolta differenziata porta a porta. La Redazione ha voluto soltanto dare merito ed atto a queste parole, a prescindere dalle passate posizioni dello stesso Viale. Inoltre, l'articolo pubblicato aveva l'intenzione di portare a conoscenza dell'opinione pubblica gli intrecci tra l'azienda Hera ed il dott. Ganapini che parlando come assessore tecnico si faceva portavoce dello Stato su questioni che lo interessano probabilmente non solo dal punto di vista scientifico e politico. L'inchiesta, non è dunque finalizzata tanto a fare lodi e critiche su qualcuno, quanto a portare a conoscenza della gente quello che si cela sotto determinate vestigia di competenza e professionalità.

Tutto il gruppo editoriale di Controcorrente è fermamente contrario a qualunque tipo di forma di combustione dei rifiuti ritenendo al raccolta differenziata la sola  forma per il trattamento ecologico degli stessi.


Commento 1: Michelangiolo Bolognini postato il 18/02/08 alle 11:03

E’ apparso su Controcorrente, e ripreso in rete, un articolo assai elogiativo nei confronti del sig. Guido Viale, "ambientalista" professionista.

Conosco le opinioni di questo signore di alcuni anni or sono quando appoggiava, in modo ambiguo, ma efficace, la costruzione del nuovo inceneritore di Firenze con argomentazioni tipiche del conformismo “sinistro” di allora:… “ l´opzione zero per i rifiuti è un´utopia… ci deve essere
un comitato di controllo popolare … a Vienna per esempio c´è un comitato attentissimo …a Copenhaghen l´inceneritore sta in centro perché il terreno è dello stato  … più che dire di no pregiudizialmente al termovalorizzatore servirebbe rivedere l´intero ciclo dei rifiuti … Il traffico è peggio di tutto... un buon termovalorizzatore dovrebbe aggirarsi intorno alle 30.000, 35.000 tonnellate” … sino alla perla: … “un termovalorizzatore, a certe condizioni di quantità e qualità dei rifiuti ingeriti e di controllo di gestione, inquina sempre meno di quattro motori diesel in funzione “…

Il messaggio di allora era chiaro: l’inceneritore, anzi il termovalorizzatore, si può fare, basta farlo più “piccolo”, con un comitato popolare che lo controlli, e che si riduca il traffico.

Inviterei  gli amici, se hanno l’occasione di vedere personalmente questo personaggio, di chiedergli se pensa ancora se un inceneritore “ben gestito” inquina come quattro diesel, oppure per avere la “meritata” notorietà dell’ultimo momento, come eroe popolare imposto dai soliti furbi, col rischio di essere seguito da molti ingenui, abbia cambiato idea.

Salute, ce n’è bisogno

Michelangiolo Bolognini

 

Allego copia integrale dell’intervista al sig. Viale, per chi è invece interessato alla critica, sul versante medico-sanitario , e non solo, della “valutazione di impatto sanitario” (vis) commissionata dalla Provincia di Firenze, con la quale il sig. Viale si dichiarava d’accordo e che aveva dato il via libera all’impianto, può leggere l’articolo mio e di altri Colleghi su l’ultimo numero del 2006 di Epidemiologia e Prevenzione (chi è interessato me lo può richiedere via @)

 

 

da repubblica.it
DOMENICA 27 FEBBRAIO 2005

L´INTERVISTA
La ricetta del ricercatore economico che da sempre si occupa del problema"Il termovalorizzatore? Importante è saperlo gestire"
Viale: ci vuole un comitato popolare

"La diossina non esce più come un tempo dal camino ma ne escono i precursori"
ILARIA CIUTI

«PURTROPPO, in un mondo usa e getta, l´opzione zero per i rifiuti è un´utopia. Finisce che da qualche parte ciò che buttiamo va bruciato, le
discariche sono peggiori di un termovalorizzatore. Il problema è come si gestiscono gli impianti, le loro dimensioni, cosa ci si brucia». E´ la
premessa di Guido Viale, noto ricercatore economico e sociale, attento a traffico e rifiuti, autore di libri come «Un mondo usa e getta» o «Governare
i rifiuti». Soprattutto esperto sul campo, visto che molte amministrazioni si giovano della sua consulenza nel tormentoso tentativo di risolvere i
problemi dello smaltimento. Viale, la vis, la valutazione di impatto sanitario, per il termovalorizzatore nella Piana fiorentina dice che l´impianto inquinerebbe
meno del traffico che già avvelena l´area stretta tra la via Pratese, la via Pistoiese e l´autostrada. Lei che ne pensa?
«Tutto sommato sono anch´io convinto che il traffico sia oggi il principale agente inquinante».
Ma è vero che i nuovi termovalorizzatori non sputano più veleni?
«No. La diossina non esce più dal camino tal quale come un tempo. Ma ne escono i precursori. La metà della diossina prodotta da processi industriali
nel mondo deriva da inceneritori. Niente finisce in niente. Di quanto si brucia, un po´ va in scorie e un po´ in cielo. Ci sono anidride carbonica,
ossidi, additivi, infinite porcherie che neanche si sa».
Allora?
«Allora, un termovalorizzatore, a certe condizioni di quantità e qualità dei rifiuti ingeriti e di controllo di gestione, inquina sempre meno di quattro
motori diesel in funzione. Il traffico è peggio di tutto».
Già, ma la vis dice di non avere elementi tecnici sufficienti per decidere esattamente cosa potrebbe sputare un impianto che ancora non si sa come
sarà.
«Non è la tecnologia che conta ma la gestione. Il termovalorizzatore deve essere tenuto sotto sorveglianza continua perché il problema principale è
dato dagli sbalzi di temperatura e da cosa ci metti dentro. Ci deve essere un comitato di controllo popolare, perché le aziende tendono a massimizzare
la quantità di rifiuti e a risparmiare sulla gestione».
Ma come può un comitato popolare controllare un macchinario così complesso?
«Per l´esperienza che ho, e a Vienna per esempio c´è un comitato attentissimo, si riesce sempre ad avere fior di tecnici e di chimici che
quando parlano con i gestori sanno benissimo di cosa stanno parlando».
Gli abitanti della Piana si preoccupano però che in una zona già inquinata dal traffico si aggiunga altro inquinamento. Dicono: dividiamoci i carichi.
«Se da noi ci fosse una pianificazione urbanistica programmata, con il coinvolgimento anche dei comitati, i carichi ambientali verrebbero
distribuiti omogeneamente. Ma qui la valutazione viene fata dalla rendita di posizione, da chi ha interessi a che i luoghi pregevoli non vengano
svalutati, A Copenhaghen l´inceneritore sta in centro perché il terreno è dello stato e non c´è problema di rendita fondiaria. Anche a Vienna è in
centro. Sono anche paesi in cui c´è maggiore fiducia verso le amministrazioni. Da noi si parla per anni di impianti e non si fa niente,
sempre per anni, per coinvolgere nelle scelte e nelle valutazioni la popolazione. Mi risulta che anche a Firenze per ora sia andata così. Mentre
nessuna amministrazione sa mai come imporsi. Di fatto la questione è più sociale che ambientale. Il sito, a parte alcuni proprio proibiti perché, per
esempio, in prossimità di falde, non viene mai scelto per ragioni ambientali».
Vuol dire che non serve valutare l´impatto?
«Relativamente. Per esempio si studiano gli effetti su chi vive sotto l´impianto e si dimentica che i camini sono alti 200 metri e che magari gli
inquinanti se li beccano quelli che abitano a due chilometri sottovento. Tanto non lo sanno ».
Lei parla di gestione ma anche di quantità di rifiuti da bruciare.
«Più che dire di no pregiudizialmente al termovalorizzatore servirebbe rivedere l´intero ciclo dei rifiuti che, così com´è, non funziona. Nessuno
pensa seriamente a come ridurli a monte, che è già una fase importantissima: imballaggi, carta, plastica sono circa il 30% della quantità totale ed è
facile ridurli a monte. Poi c´è la raccolta differenziata. E´ scientificamente dimostrato che si può arrivare con facilità al 50% (Firenze
è al 33%, ndr.), perfino in Campania nei posti in cui si sono dati da fare sono arrivati al 60%. Figuriamoci se non si può farlo in un paese civile e
ben controllato come la Toscana. Ma per questo è necessaria quella raccolta porta a porta che le aziende trovano troppo costosa e che separerebbe dal
resto l´organico. Mentre è un problema di cambio di abitudini: nelle famiglie come nell´organizzazione della raccolta. Con i cassonetti è
dimostrato che non ci si fa, sono nella strada, di tutti e di nessuno: nessuno viene responsabilizzato, tutti possono passarci accanto e buttarci
ciò che vogliono. Invece, se si raccoglie bene l´organico, non solo si alleggerisce il peso dei rifiuti totali ma si riesce a fare un buon compost
veramente utilizzabile. Quello che non si può usare per il compost può essere usato per il cdr, il combustibile ricavato dai rifiuti. Alla fine
resta poco da bruciare: su 100.000 tonnellate ne restano 20, 30.000. Un buon termovalorizzatore dovrebbe aggirarsi intorno alle 30.000, 35.000 tonnellate
(per la Piana se ne ipotizzano 175.000, ndr.). Ma siccome le società di gestione sognano il massimo della resa, finisce che si fanno impianti troppo
grandi e alla fine ci si bruciano anche rifiuti venuti da fuori dove non si sa cosa c´è. E questo è dannoso davvero: fare dell´inceneritore una fabbrica
di oro».
Dunque la ricetta è bruciare pochi rifiuti e scelti?
«Basti pensare che le diossine derivano dal cloro e che il cloro nei termovalorizzatori è per metà derivato dal sale da cucina e dunque dai resti
dei pasti, e dal Pvc. La combinazione tra materiale plastico e organico è molto pericolosa. Una buona raccolta differenziata diminuirebbe di molto il
rischio».
«Un´ultima questione: la vis parla di un bosco di 30 ettari da piantare a ridosso del termovalorizzatore nella Piana come antidoto ai veleni sia del
traffico che dell´incenerimento: ne è convinto?
«Altro che bosco. Io ho detto che un termovalorizzatore fa minor danno del traffico. Non che il minor danno è sommare tutti e due. L´impianto si può
fare se contemporaneamente si interviene drasticamente sul traffico. Questa è l´unica mitigazione possibile».


 

Commento 2: Mirko Lombardi postato il 18/02/08 alle 11:25

 

ma sei proprio sicuro che sono tutti nemici e tutti
uguali, imbroglioni, venduti, ignoranti ? e se fosse che
ci sono opinioni diverse ed oneste con le quali
interloquire? e se fosse che interloquire porterebbe
magari a fare meno danni? e se fosse che meno danni fanno
meglio? e se fosse che per raggiungere gli obbiettivi non
vale solo enunciarli con forza? dubbi di chi ci prova ogni
giorno e provandoci ci ha messo una zeppa ai cip6 e questa
zeppa ha messo in crisi gli inceneritori perche non ci si
guadagna più, e quarda caso proprio sui cip6 vogliono la
rivincita.....o no?
mirko


 

Commento 3: Michelangiolo Bolognini postato il 18/02/08 alle 12:03

 

Personalmente diffido dai convertiti dell'ultimo momento, soprattutto da
quelli  che ho avuto, nei miei 20 anni di lotta alle nocività sanitarie,
sull'altro fronte, e che sono  evidentemente espressione di una casta
"sinistra": il fatto che il sig. Viale venga difeso dal responsabile
nazionale ambiente del PRC sembra dare una conferma di questo.
Quanto poi ai CIP6, ritieni caro Lombardi di aver messo una zeppa ai CIP6
nell'ultima finanziaria prevedendo per i contatti futuri, dopo il 1.1 2009,
di durata pluridecennale, "solo" 0,22 euro a Kw/h per la "sola parte"
biodegradabile di tutti i rifiuti ( circa il 40%)?
Ritieni inoltre, caro Lombardi, di aver messo una zeppa ai CIP6 nell'ultima
finanziaria prevedendo che i contratti in essere continueranno indisturbati
a finanziare con i nostri soldi innumerevoli impianti nocivi, senza neppure
contabilizzare i danni che questi produrranno?
Personalmente ritengo di no.
Opinioni personali, come le tue.
Comunque ricordo, e ti ricordo, per l'ennesima volta, che il 20.9.2006, i
deputati del tuo partito (per disattenzione, come mi ha riferito Paolo
Cacciari) votarono a favore dell'emendamento di alleanza nazionale che
cassava l'articolo della legge comunitaria che aboliva i finanziamenti per
tutti gli impianti non realizzati al 1.6.2006, come esempio di centralità
del problema CIP6 dentro il  tuo partito non c'è male ...
salute
michelangiolo bolognini


Commento 4: Riccardo Rifici postato il 18/02/08 alle 19:34

 

Visto che continuano ad arrivarmi messaggi di tutti i tipi e dimensioni, (di alcuni ne farei volentieri a meno), mi permetto di rispondere ad una di queste. in particolare a quella di bolognini.dal titolo: "attenzione agli "eroi" dell'ultimo momento".
Non conosco tutti i fatti e le azioni che fanno parte del curriculum di Guido Viale. Ma certamente posso affermare che  prendere alcune affermazioni fuori contesto per dare inizio ad una caccia alle streghe non sia azione sensato e corretta.
Ma questa nota non vuole essere a difesa di Viale che può difendersi da solo; ma è per stigmatizzare atteggiamenti che spesso cadono nella demagogia.
La via della cosidetta termovalorizzazione va battuta soprattutto spiegando che non è vantaggiosa, ne per il recupero energetico (si recupera molta più energia recuperando la materia), nè per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, sia perchè comunque, bene che vada, l'inceneritore lascia un bel po' di rifiuti da portare in discarica speciale (ceneri e scorie), sia perchè il problema dei rifiuti,  come dice la teoria, va affrontato, a)riducendo i rifiuti prodotti; b) riciclando i materiali. Se funziona fino in fondo la raccolta differenziata non rimane niente per cui valga la pena di costruire un inceneritore.
Ritengo che sia sbagliato usare come arma contro gli inceneritori quella dell'inquinamento (oalmeno non deve essere l'arma principale), ci sono infatti impianti che, come riportato nel affermazioni di Viale, inquinano molto meno di molte delle nostre auto.
Per favore cerchiamo di sprecare meno energia per cose inutili e prestiamo attenzione alle cose che servono. ( evitiamo anche di inviare a mezzo mondo email inutili, risparmiodo tempo a chi scrive e a chi legge.)
 
Riccardo Rifici
 

 


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Ultimo aggiornamento: 19-02-2008.