L'UCCISIONE DI UN CONTRAMMIRAGLIO GIAPPONESE SULL'ABETONE

 

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(abstract dell'articolo di  Carlo Gabrielli Rosi pubblicato integralmente nell'Area Riservata su www.manricoducceschi.it)

Sino alla caduta del fascismo e ai giorni precedenti l’armistizio, la popolazione della Val di Lima fu rispettosa delle leggi anche se non era convinta della giustezza di molte di esse, e i giovani, reclutati in prevalenza negli Alpini e in Artiglieria da montagna, si batterono con onore sul fronte greco-albanese e sul fronte russo. Dopo l’armistizio del settembre ‘43, la popolazione della montagna dimostrò invece chiaramente i suoi sentimenti  e  si conquistò propri spazi di  pensiero e  d’azione,  autonomi  anche  nei  confronti  dei  centri  maggiori   del fondo valle, nei quali le strutture del potere ‘amministrativo e poli-tico, e interessi personali consolidati nel tempo, potevano far presu­mere una diversa valutazione delle vicende in atto e un differente modo di comportamento.

L’armistizio con gli Alleati fu salutato dagli abitanti  della montagna in Val di Lima e in numerosi centri montani della Val di Serchio, come la fine di un incubo,  la conclusione della guerra e la ri-presa del colloquio col resto del mondo, e offrì loro l’occasione di manifestare civilmente e politicamente la gioia per la fine di una guerra non sentita. Esso rappresentò di fatto l’inizio di una fase nuova della guerra che avrebbe coinvolto presto proprio quel territo­rio, in un primo momento mediante il sorgere del movimento resi-stenziale e lo scontro tra i patrioti in armi e i tedeschi, in un secondo momento per lo stabilizzarsi in quel territorio, sino alla fine di aprile del 1945, di quel fronte di guerra, che gli storici hanno battezzato Linea Gotica o Linea Verde.

Questi sentimenti della popolazione consentirono un rapporto di intesa e di fiducia con i patrioti che avevano scelto il crinale dell’Ap­pennino per teatro della lotta di Liberazione. Intorno allo sparuto nucleo iniziale si formò una rete sempre più valida di collaboratori di ogni età, e presto molti giovani delle montagne di Bagni di Lucca colmarono i vuoti dei molti veterani prigionieri nei lager nazisti, e sì unirono ai promotori del movimento resistenziale offrendo loro la conoscenza dei luoghi,  delle persone,  delle abitudini, rivelando spesso capacità di comando e garantendo alla Formazione la fiducia della popolazione che si sentiva rappresentata nella Resistenza dai giovani di tutti i suoi paesi. Il fatto che la Formazione partigiana XI Zona non avesse il sostegno di un partito politico,  non rappresentò una debolezza durante la lotta: la popolazione si riconosceva nelle bandiere e nel bracciale tricolore dei patrioti,  e tutti quegli abitanti che avevano sentimenti di libertà e aspirazioni per una società più avanzata e più giusta, si identificarono con 1’XI Zona Patrioti, fecero a gara per sostenerla, sopportarono gravi rischi e sacrifici con grande dignità. Tutti i parroci trovarono naturale riconoscersi nell’XI Zona e molte iniziative a favore del Movimento resistenziale furono facilitate o rese possibili dall’impegno che molti sacerdoti misero in atto in  quel periodo....


CARLO GABRIELLI ROSI