PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2005-2010

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PREMESSE

...Non è agevole esordire in un documento che rappresenta il programma di gestione amministrativa per una Comunità e quindi per un insieme di persone che vivono e convivono in un contesto spazio-temporale comune. Non è facile perché tale documento rappresenta o meglio può rappresentare il futuro della Comunità stessa.

...Con un paragone comprensibile per noi GENTE DI MONTAGNA si potrebbe dire che siamo arrivati ad un punto, nel nostro cammino in salita, dal quale occorre ripartire in avanti, scegliendo la strada migliore e meno faticosa per arrivare più in alto, verso la Vetta.

...Ciò che proponiamo in questo documento è proprio il percorso che, a nostro avviso, appare più ragionevole.

...Non vogliamo il tracciato più nascosto, quello più tortuoso, quello per il quale alcuni devono stranamente mettersi ai margini od indietro al gruppo. Ci rivolgiamo al drappello di "escursionisti del futuro" proponendo il cammino più logico, agevole per tutti e soprattutto adatto ai luoghi ed alle circostanze di Tempo.

...Se questa è la nostra prima osservazione e quelli appena detti sono i nostri principali obiettivi, allora gli strumenti, i mezzi che vogliamo utilizzare per raggiungere tali scopi saranno quelli d' una metodologia tecnico-scientifica.

...Se ben riflettiamo, alla luce delle numerose modifiche apportate (a partire dal livello costituzionale) all'assetto organizzativo dello Stato-apparato nazionale, il Comune (ora da molti definito "soggetto locale protagonista responsabile"), quale prima cellula di tale sistema, deve essere visto nell'ottica della gestione manageriale, pseudoaziendale, dell'applicazione di regole di efficacia e di efficienza, da affiancare a quelle supreme della trasparenza e del buon andamento dell'attività amministrativa, senza quindi perdere di vista il principale obiettivo che è quello della finalità pubblica.

...Si tratta in pratica di attuare una concreta innovazione nelle scelte e nella gestione della cosa pubblica: da Governo politico a Governace.

...Il passaggio dalla Politica alle Politiche di Gestione (policies), dalle scelte miopi di clan al "Fare Comunità", è di fondamentale importanza in questa epoca storica, specie per i "paesi polvere" o "borghi diamante" come il nostro.

...La Comunità paesana deve essere intesa tecnicamente ed umanamente, come se fosse una piccola grande impresa di una piccola grande famiglia.

...Nuovi stili di vita nelle pubbliche amministrazioni potrebbero così sintetizzarsi: iniziative concrete , progettazione partecipata (scuole, associazionismo e cooperazione sociale, parrocchie, unione di comuni, sportello comunicativo con i cittadini), fantasia organizzativa e modalità innovative . Con un'idea di fondo che deve essere fondamentale: il comune inteso come punto di forza per orientare la comunità in scelte e comportamenti consapevoli .

...Questa è una rivoluzione pacifica che conserva in sé la pace sociale, dalla quale si parte in maniera naturale e che non deve essere un obiettivo ingannevole.

...Non occorre vestirsi di abito talare per parlare col prossimo, se l'animus concordiae risiede già nel nostro foro interno.

NON SOLO: il passo tra il buonismo ed il vittimismo è assai breve!

Tutti dovremmo cercare di proporci con idee e non come furbeschi imbonitori!

Noi, in tale prospettiva, abbiamo preferito semplicemente rifarci al Codice (allegato al Programma) di comportamento degli eletti locali e regionali, a cui aderiamo e che adotteremo.

...Concertazione, empowerment ( letteralmente "rafforzamento" e si riferisce ad un processo formativo ove coloro che vivono in situazioni marginali possono sviluppare le loro stesse potenzialità ed utilizzare le loro stesse risorse, in termini di auto-determinazione e di auto-coscienza) , qualità di processo ed ambientale, integrazione, sussidiarietà, partecipazione, partenariato, trasparenza, innovazione, efficienza, efficacia, responsabilità, sostenibilità, equità, visione strategica, sono termini che entrano e devono entrare nel nostro bagaglio culturale.

...Solo in tale maniera potremo definirci diversamente e non più come taluno, in maniera tragicomica, dice ovvero: "Indiani nella Riserva della Alta Valle Aventino".

...Solo così potremo oltrepassare l'essere cittadini di serie "B" e mettere sul piatto della bilancia delle scelte di vita la possibilità concreta di restare e non di fuggire, di considerare Torricella un luogo dove, a conti fatti, la Qualità della vita è superiore e dove non è vero che non esistono Verità: esse ci sono e sono semplicemente diverse da quelle urbane e soprattutto da quelle televisive!

...Non dimentichiamo che secondo l'ultimo censimento della popolazione legale della Repubblica del 21 ottobre 2001 il numero di comuni aventi una popolazione inferiore a 5000 abitanti è pari a 5835 comuni, 7 in più rispetto al precedente censimento del 1991. Risulta quindi che i piccoli comuni sono il 72% degli 8100 comuni italiani. In questi territori vivono 10590728 cittadini che rappresentano più di un quinto della popolazione italiana.

...Dobbiamo uscire fuori da certi infantilismi, personalismi e miopie esistenziali paesane ed adottare una filosofia di vita di tipo pro-attivo.

...Girando fino ad oggi nelle case dei Torricellani e parlando con Loro abbiamo ricevuto in consegna dagli Stessi la prova provante della sete di cambiamento e di rinnovamento e per questo possiamo già definirci soddisfatti di essere stati incoraggiati da moltissimi a proseguire ed andare avanti nel nostro progetto.

...Dobbiamo cercare di renderci VISIBILI sul territorio di prossimità, della Regione e della Nazione come esempio di innovazione e tradizione , dando dimostrazione delle nostre buone pratiche di civiltà.

...In tale ottica la VISIBILITA' sarà l'obiettivo principe!

Quindi:

essere locali, ma non isolati!

...L' Italia dei piccoli comuni è spesso in deficit a causa di spopolamento, impoverimento, assenza di investimenti, come si legge negli interventi parlamentari di presentazione del disegno di legge di aiuto ai comuni sotto i 5000 abitanti . Queste non sono però aree sciaguratamente deboli, ma soltanto aree non messe in condizione di competere e dunque costrette a tenere sotterrati i propri talenti . Occorre investire nelle peculiarità di questa zone d'Italia, in queste migliaia di centri storici che custodiscono l'immenso patrimonio culturale e storico, naturale ma anche enogastronomico del Paese. E' in queste zone che troviamo vasta parte dei beni culturali nazionali, chiese e conventi, dimore storiche e giardini, archivi e biblioteche. E sempre qui alberga l'Italia dei prodotti tipici, delle tradizioni, dell'artigianato artistico, della coesione sociale.

   
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