Dentro un portone



Per lavoro, mi sposto moltissimo in città: conosco i borghi e le strade benissimo e mi diverto a parlarne con te, che non conosci la mia città, ma ti diverti ad inventare teoria assurde sul percorso da seguire, per rendere più semplice il mio giro. Un giorno ti sei presentato da me, di buon mattino, per accompagnarmi, per vedere cosa facevo veramente. Mi hai accompagnata in sede, mi hai aiutata a smistare la corrispondenza e poi siamo usciti sul mio giro. Sulle prime ero felice di averti accanto, ma poi, ingombrante presenza come sempre, avrei voluto allontanarti: non mi sentivo produttiva perché distratta da te. Forse lo hai intuito, forse mi hai visto nervosa e ansiosa, non so bene cosa, ma ad un tratto mi hai spinta dentro un portone, uno di quei portoni tipici dei vecchi rioni, di legno intarsiato e acciaio: dentro al portone buio eravamo solo noi due, nessuno poteva vederci, nessuno poteva sentirci. Mi hai baciata premendomi al muro, con foga, come se non ci fossimo mai baciati prima..... Sentivo il battito del tuo cuore accelerare, all'unisono col mio: le tue labbra erano calde e dolci, le tue mani veloci, ma non mi importava di nulla, solo di vivere quel momento magico. Hai iniziato a baciarmi il viso, il collo, la nuca, la piega della spalle..... Le tue mani si nascondevano sotto la mia maglietta, dentro i miei pantaloni e, così, facevano le mie sul tuo corpo. Non avrei mai immaginati di voler far l'amore con così tanto ardore, in piedi, contro un muro, con te..... Ti vedevo l'uomo della comodità: sempre in ordine, non eri mai fuori luogo, mai in ritardo, mai scomposto.... e adesso ti volevo con tutta me stessa: sentivo che il mio ventre urlavo il tuo nome, che la mia bocca ti chiedeva di prendermi, che il mio cuore volevo essere solo tuo. Consumammo in fretta quella follia: in piedi, come non avevamo mai fatto prima d'allora, in modo così intenso che il mondo sembrava essersi fermato, solo per noi..... Il tempo e lo spazio si erano come dilatati: ci permettevano di avere un angolo di pace precaria, un angolo di piacere assoluto. Dopo tutto questo, non volevo continuare a lavorare: il gusto delle tue labbra era sulle mie, ma dovevo...... Quel giro fu il più emozionante della mia vita..... ....sentivo che nulla più ci avrebbe diviso, nemmeno la distanza che ci separava, fisicamente e quotidianamente.