L'ORIGINE DEI NOSTRI COGNOMI


Oggi sarebbe impossibile fare a meno dei cognomi, anche se solo alcuni
secoli fa si iniziò ad aggiungere un'"etichetta" al nome per poter meglio
identificare le persone. Attualmente, in Italia troviamo circa 280.000
cognomi differenti. Il più diffuso è Rossi (derivato da un soprannome che
indicava il caratteristico colore dei capelli, rossi appunto), portato da
circa 223.000 italiani; a Rossi seguono, nell'ordine: Ferrari, Russo,
Bianchi, Colombo, Esposito, Ricci, Romano, Conti e Costa.
Il processo di fissazione del cognome si concluse, nel nostro paese, in
epoca rinascimentale, quando il casato divenne immutabile per legge e
trasmettibile fra generazioni.
I cognomi italiani possono derivare da nomi personali di origine latina
(Adriani, Cesari), germanica (Carli, Federici), greca (Cristofori, Teodori),
ebraica (Mattei, Baldassarri); da nomi letterari o storici (Achilli,
Polidori) e dai romanzi cavallereschi, per esempio Ferraù, Rinaldi, Orlandi.
Molti cognomi derivano dal titolo, dalla carica o dal mestiere di
chi li portò originariamente, come Giudice, Cardinali, Capitani, Chierici,
Padrino, Barbieri, Bottai, Argentieri, Carbonaro,Cavallaro, Fabbri, Sarti,
Medici, ecc.; qualche nome di professione non sempre è facilmente
identificabile, come Callegari o Caligaris (ciabattino), Bucceri (macellaio)
Pistore (fornaio), Crisafulli (orefice), Marangoni (falegname), Semeraro
(conduttore di bestie da soma), Zangari (calzolaio).
Anche i cognomi collegati a professioni ormai dimenticate non sono di facile
comprensione: Passatore - "traghettatore", Marescalchi - "responsabile delle
scuderie reali", Manenti - "amministratore di fondi rustici", Scannapieco -
"beccaio ambulante", Mangano - "addetto a una macchina che liscia e rende
morbidi i panni".
Un'altra categoria di cognomi è quella formata da patronimici e matronimici,
cioè dal nome o soprannome del padre o della madre preceduti dagli articoli
"lo, la", dalla preposizione "di" e, in qualche caso, dalla forma tronca
"fi'", cioè "figlio di": Lo Mauro, La Franca, D'Ambrosio, Di Giovanni,
D'Anna, D'Agata, Firidolfi, Fittipaldi.
Tra i soprannomi elevati al rango di cognome ci sono anche quelli che
raffigurano l'aspetto fisico dei nostri antenati: Biondi, Neri, Rossi, Moro,
Foschi, per i colori dei capelli e della barba; Calvi e Calvani, che si
spiegano da soli, Spanò, che significa con la barba rada, Sgrò e Sgroi, con
i capelli ricci; altri evidenziano l'aspetto o il carattere: Zoppi, Guerci,
Malfatti, Gambacorta, Allegri, Onesti, Malerba, Malenotti, Spinoso.
Un terzo dei cognomi italiani deriva, invece, da etnici o toponimi, come
Bulgari, Tedeschi, Lombardo, oppure Bosco, Del Monte, Del Rio, come pure
Ronchi (che significa "abitante vicino un vigneto in collina"), Luzzati
(proveniente dalla Lusazia), Brambilla (dalla Val Brembilla, in provincia
di Bergamo).
Altri italiani devono il loro cognome ad un albero che cresceva vicino la
casa del capostipite, come Della Rovere, Oliva, Olmi.
Qualche cognome, poi, deriva da soprannomi satirici o derisori, come
Pappalardo, ghiottone, Pallavicini, che deruba i vicini, Rasulo, con la
lingua tagliente come un rasoio, Fumagalli, ladro di polli, Pochintesta,
ecc.
Anche dal latino ecclesiastico derivano alcuni cognomi: Agnusdei, Sicuteri
(Sicut erat), Domini.
Insieme ai tanti cognomi di cui è piuttosto facile risalire all'origine,
ce ne sono alcuni di cui è impossibile chiarire il senso, come Pochissimo,
L'Insalata, Abbracciavento, Idrogeno, Sfondalmondo, e così via.
In ogni caso, chi nel nostro paese ha intenzione di cambiare un cognome
troppo pittoresco, o offensivo, può farlo senza eccessivi problemi. Grazie
alle leggi in proposito, per esempio, un signor Contacessi può diventare
il signor Contesi, mentre Maiale e Ciuccio possono cambiare in Mattei e
Ciaccio.
A molti può interessare sapere se il proprio cognome è illustre, appartiene
ad una famiglia nobile o semplicemente cercare di ripercorrere la storia
della propria famiglia. A questo scopo, esistono agenzie specializzate in
araldica e nella ricerca genealogica.
Chiunque, armato di una buona dose di pazienza, può comunque cercare di
risalire alle origini della propria famiglia, più o meno fino al XVII
secolo.
Le ricerche genealogiche possono far scoprire uno "scheletro" nella nostra
soffitta, come un antenato poco di buono o una nascita illegittima, ma anche
accertare la presenza di qualche goccia di sangue blu nelle vene.
In ogni modo, facendo un semplice calcolo, scoprirete di avere quattro
nonni, otto bisnonni, sedici trisnonni e, contando tre generazioni ogni 100
anni, vi accorgerete che nel 1084 avevate sulla carta 1.073.741.824 antenati.
Nel 1091, quando il conte normanno Ruggero ultimò la conquista della
Sicilia, in Italia c'erano pochi milioni di abitanti. Se ne ricava che, in
fondo in fondo, siamo tutti un po' parenti..................... :-)