"Isolato
Nel Deserto"
(Spaced Out In The Desert)
di Steve Stroyer e John Litfkander
Creem, dicembre 1975
Primo
piano - sei di fronte ad un viso imperscrutabile come quello della
Sfinge ed altrettanto remoto dall'umanità. Potrebbe essere
il viso di un angelo o, altrettanto facilmente, di un demone.
È il viso che ha consegnato gli anni 70 con un ultimatum
androgino: o lo ami, o ne ridi, o lo applaudi, o lo temi, ma,
che lo accetti o no, non c'è posto per l'indifferenza.
Molti lo riconoscerebbero come il viso di David Bowie, lo scintillante
principe del rock'n'roll. Ma non è David Bowie, questo
è Thomas Jerome Newton. Titoli
di testa:
L'Uomo che Cadde Sulla Terra
Protagonista David Bowie
Diretto da Nicholas Roeg Una
furtiva anteprima
Interno, campo lungo - Una grande stanza nel miglior stile neo-schizofrenico.
Grandi specchi dorati che duellano con un gigantesco schermo video
appeso alla parete opposta. Uno sciame di tecnici ronza sul set
per i controlli dell'ultimo minuto ed il direttore della fotografia
prova la prossima ripresa. Lento
zoom - Al centro di questo tumulto di attività, su un letto
gigante sospeso da quattro catene che corrono dagli angoli di
un lucernaio nel centro del soffitto, alto quindici piedi, c'è un piccolo giovane uomo. Siede calmo con le gambe incrociate,
in vestaglia e pigiama e un paio di occhiali da sole con la montatura
di metallo. È
una scena molto semplice. Thomas Newton, un brillante inventore,
il cui genio, alcuni sospettano, potrebbe derivare dalle sue origini
extraterrestri, è tenuto prigioniero in una prigione di
lusso. Mentre guarda lo schermo video gigante un domestico entra
nella sua stanza da letto spingendo un carrello, che nasconde
una brocca di martini. Versa un drink e lo porge a Newton. Il
dialogo è minimo e sullo schermo la scena dura circa trenta
secondi, ma è stata già provata quattro volte. La
tavoletta del ciak viene messa davanti alla macchina da presa. "Scena 105 A, prima ripresa". Flashback,
veloce sequenza di scene accompagnata da narrazione - Dopo essere
arrivati all'Albuquerque Hilton Inn ed esserci identificati, ci
hanno dato una camera al quarto piano. Il nostro primo compito
era di contattare il direttore dell'ufficio stampa, Steve Jaffee,
il cui ufficio era proprio dietro l'angolo. Non c'era, ma c'era
una giovane donna, che si è offerta di condurci da lui. Esterno
- La macchina da presa segue un piccolo gruppo di persone nel
cortile dell'hotel.
Una bionda carina, con un accento inglese da classe alta, è
fiancheggiata da Steve e John, che le stanno facendo delle domande
circa una sparatoria sul set di cui si era parlato nei giornali
di settore. "Oh, non è stato nulla. Una guardia si
è ubriacata sul set una notte ed ha cominciato a sparare
con la pistola. Quando sono arrivati tutti ha detto che era stato
attaccato da una banda di giovani! Doveva dire qualcosa, non voleva
farsi sorprendere sbronzo".
Di queste cose sono fatti i sogni dei PR. Fa vendere molto di
più di quello che l'ufficio stampa ha tirato fuori recentemente:
David Bowie, un appassionato delle religioni orientali, aveva
scoperto che il suo disco d'oro Young Americans suonato al contrario
suonava incredibilmente come un canto tibetano. Quale disco suonato
al contrario non suona come un canto tibetano? Primo
piano di un americano con la barba sul bordo di una piscina, che
viene presentato come Steve Jaffee. Sembra poco felice di vederci,
il che è strano visto che il suo lavoro è di servire
da collegamento tra la produzione e la stampa. Forse abbiamo interrotto
una discussione con una delle donne in bikini sdraiate intorno
a lui (chi dice che solo le star godono di vantaggi collaterali?).
Ma mentre spreme la crema rimanente in un tubo di Bain de soleil,
ci informa che Bowie non concede interviste. Richiesto sulla possibilità
di guardare il lavoro sul set oppone un altro rifiuto. "I
set sono riservati". Il
ciak è battuto. "Scena 105 A, ripresa sette".
La macchina da presa si muove quando il domestico entra. Tutto
va bene fin quando cerca di versare il martini ed il beccuccio
dello shaker si ostruisce. Frustrato, lo scuote violentemente
e schizzi di martini spruzzano dappertutto. "Taglia",
grida Nick Roeg, la troupe scoppia in una risata contenuta, ed
il cameraman dice "David, puoi sederti un po' di più.
Ad ogni ripresa scivoli sempre più giù. Ti ritroverai
sdraiato tra un po'". David sorride e si raddrizza un po',
mentre un costumista sprimaccia i cuscini su cui è appoggiato. Primo
piano e lenta panoramica sulla pagina del blocco note di un reporter
- "Due giorni ad Albuquerque ed i muri stanno cominciando
a chiudersi. Stiamo ancora aspettando che Jaffee ci dica se Roeg
parlerà con noi. Doveva incontrarci al bar alle nove ieri
sera per darci una risposta ma non si è fatto vedere. Ritornati
in camera alle 11.30, abbiamo trascorso metà della notte
cercando di chiamarlo, ma, a quanto pare, stava amoreggiando nella
suite di qualcun altro". Piano
medio della porta che si spalanca e John che piomba dentro.
"È qui fuori, l'ho appena visto!"
"Andiamo". Una
figura in tuta verde cammina nell'oscuro corridoio. Quando passa
le porte in vetro diretto verso l'esterno un'ondata di luce serale
lo illumina. Il solo shock dei capelli rossi è abbastanza
da identificarlo come David Bowie. Le sue spalle oscillano da
una parte all'altra ed ha il passo elastico di una persona dotata
di una sovrabbondanza di energia, anche se ha appena completato
un intero giorno di riprese ad una temperatura di 90 gradi [fahrenheit].
Fermandosi di fronte ad una stanza, bussa alla porta ma non riceve
risposta. Quando si gira per andarsene incontra i reporter che
lo hanno seguito fin qui e sono pronti a balzare sulla preda come "cani di diamante" ["diamond
dogs"]. "Siamo
della rivista Creem e stiamo cercando di parlare con te da due
giorni", dice John. "Venite,
sediamoci fuori", dice senza un attimo di esitazione. Seduti
nel portico di fronte al parcheggio, ci stringe la mano durante
le presentazioni e sembra genuinamente amichevole. Può
essere questo David Bowie, che è considerato freddo e distaccato
anche dagli amici? Che è scortese con i reporter ed i fotografi?
Che non concede interviste? John:
questo è il tuo primo tentativo cinematografico? DB:
si, il che rende la cosa molto interessante, perché
è tutto nuovo per me. Mi piace, davvero. E sono anche un
bravo attore (ridendo). No, lo sono davvero. Certo, lavorare con
Nick è piacevole perché andiamo molto d'accordo,
ci comprendiamo. C'è una meravigliosa chimica tra noi.
È molto sensibile a tutto quello che accade. È brillante.
È l'unico regista con cui vorrei lavorare in questo momento.
Lui e forse Schlesinger". John: una cosa che gli vogliamo chiedere è come lui paragona
lavorare con te e con Jagger. DB: siamo entrambi professionisti. È un lavoro per noi e siamo
molto seri su questo. Se hai un lavoro da fare vuoi farlo nel
miglior modo che ti è possibile. Steve:
aspiri a lavorare dall'altro lato della macchina da presa? DB: certo, è quello che voglio davvero fare. Ma è molto
complesso... complicato. Perciò sto imparando tutto quello
che posso sui diversi aspetti della produzione. Mi piacerebbe
molto dirigere. Steve: è lì che c'è il controllo? DB: esatto. Un attore può soltanto dare il massimo nella sua
parte. Il regista è la persona che mette tutto insieme,
così alla fine quello che vedi è la sua idea, il
suo concetto. È in questo, penso, che potrei avere talento.
Non sono un buon attore, troppo affettato (ride). Mi piace il
prosciutto [allusione al fatto che la parola "ham" significa sia "prosciutto" sia "affettato,
gigione"]. Sono per i cliché. Le persone dicono
"Oh, questo è un cliché", ma i cliché
sono molto importanti, penso, perché tutti possono capirli,
sono universali. La vita è piena di cliché. E mi
piacciono le battute senza enfasi, possono dire molto. Se hai
una battuta importante, perché lavorarci su? Buttala lì
ed improvvisamente le persone nelle loro sedie penseranno .."Aspetta,
cosa ha detto?" C'è
un'interruzione quando un uomo corpulento con la barba ed in bermuda
arriva per indugiare vicino a David come una madre protettiva.
È una guardia del corpo. "Sto
solo aspettando che Tommy torni dal set", David offre. "Vuoi
che rimanga e aspetti con te?", chiede, gettando uno sguardo
ai due estranei che stanno facendo delle domande a Bowie. "No,
è tutto a posto. Vai". Chiaramente
Bowie è un uomo ben isolato dal mondo da un seguito di
dipendenti-discepoli. Il pericolo in questo è ovvio: super
zelanti satelliti, che competono per il loro status, filtrano
sempre maggiori informazioni fino a che l'uomo nel mezzo perde
contatto con la realtà. Le sue scelte sono fatte per lui,
visto che lui riceve soltanto dati influenzati da loro. "Taglia!
L'abbiamo quasi questa volta Albert, ma devi spegnere lo schermo
video prima di dare a Newton il suo drink. Okay, proviamo di nuovo".
Nick
Roeg è un uomo piacevole con molta pazienza, e questo è
rispecchiato nel suo cast e nella troupe, anche in condizioni
non ideali. Stanno filmando in un vecchio edificio dichiarato
inabitabile, che sarà buttato giù appena la troupe
lo abbandonerà. Non c'è aria condizionata e nell'isola
di luce intensa dove Bowie è rimasto fermo per un'ora e
mezza, sin da quando è cominciato il lavoro su questa scena,
la temperatura deve essere vicina ai 100 gradi [Fahrenheit, pari a 37,8 gradi Celsius].
Come se non bastasse l'alta temperatura, mosche attratte dalla
luce hanno cominciato a riunirsi. Rispondendo alla sfida, un membro
della troupe spruzza il set con una bomboletta di Raid, poi mira
a David, che si gira ma si prende una dose di repellente per insetti
sulla schiena. Poi, tra le risate e gli applausi della troupe,
David si produce nella migliore performance della giornata. Imitando
l'agonia di uno scarafaggio, alterna paralisi tremante e scosse
spasmodiche che lo sollevano dal letto con l'accompagnamento di
ronzii e stridori nasali. "Non sapevate che stavamo facendo
Kafka, non è vero?", David ride
[allusione a La Metamorfosi di Kafka].
Primo
piano di Nicholas Roeg - Dopo anni di lavoro come capo direttore
della fotografia per film come Lawrence d'Arabia e Il
Dottor Zivago, Roeg ebbe la sua prima opportunità di
dirigere quando collaborò con Donald Campbell in Performance,
che aveva come protagonista Mick Jagger. Da allora ha diretto
Walkabout ed il giallo psicologico Don't Look Now. Roeg:
la cosa che mi ha attratto di Bowie è stata il suo
senso della mimica e del movimento. Poiché la cosa che
mi interessava della sua performance era il suo movimento, non
il suo canto - questo non è stato preso in considerazione
per il film come attore. Quello che è straordinario in
David... come artista non può essere classificato. Non
può essere scelto... 'ah questo è Bowie, perché
questo è il modo in cui fa questo'. Non appare mai nello
stesso modo due volte. Ed ha una fantastica capacità di
concentrazione ed anche un'incredibile capacità di auto-disciplina.
È una persona molto... colta, interessata e questo viene
fuori... Mi è sembrata la persona perfetta per questo.
Penso che molte rock star pensino che possono semplicemente trasferire
la loro arte e la loro personalità nei film. David è
un'eccezione alla regola, come lo è Mick. E' un interprete...
Penso che siano entrambi degli artisti ed erano davvero adatti
per la parte. "Puoi
descrivere la differenza tra lavorare con Mick Jagger e con David
Bowie?", chiede John. Roeg:
molto simile, molto diverso... ma sono molto simili nella loro
assoluta concentrazione... sul personaggio che interpretano. Non
sono solo un cantante con la sua band. Il loro intero magnetismo
viene fuori quando recitano. "Quella
auto-disciplina è una cosa che Jagger aveva quando lavoravi
con lui?" Roeg: anche nelle piccole cose come non essere mai in ritardo. Sa che
tutto quello che fa sarà esaminato, così non è
trascurato, è molto attento, per riguardo alle persone
che lo esaminano. David si preoccupa, Mick si preoccupa, sai,
era interessante da vedere. Per un performer preoccuparsi della
sua esibizione significa che si interessa. Diventano auto disciplinati
- pazzi, ma tutti sono un po' pazzi - per riguardo al loro mezzo
espressivo.... per rispetto delle persone che amano quel mezzo
espressivo. La
tavoletta del ciak è battuta. "Scena 105 A, ripresa
tredici". Il domestico bussa, ma invece di dire "Entra",
Bowie fa una pausa e poi fa segno "Taglia, andiamo oltre,
alla prossima". Apparentemente vuole saltare la ripresa tredici
ed andare ad un numero di migliore auspicio. Ma Zowie Bowie, di
quattro anni, che si stava divertendo da qualche altra parte,
sceglie questo come il momento per fare una visita. "Voglio
andare nel letto con papà", dice il piccolo Z arrampicandosi
tra il groviglio di cavi dietro la telecamera. Un membro della
troupe lo prende gentilmente per mano e lo guida in territorio
sicuro. "Non puoi andare nel letto con papà adesso,
sta lavorando". Zowie
fa una finta sparatoria con David da lontano, poi corre via verso
un'altra parte del set. Dissolvenza:
esterno all'Hilton, primo piano di Bowie che apre la lampo di
una delle molte tasche della sua tuta da paracadutista ed estrae
un pacchetto di Gitanes, delle pesanti sigarette senza filtro
europee. Anche sotto la larga uniforme (è sua, non un costume)
è evidente che è penosamente magro. Tutti gli indizi
puntano verso una generale noncuranza per la salute. Sarebbe facile
credere che questa figura emaciata che indossa abiti da fatica
militari, con alla vita una cintura di spago, sia davvero un astronauta
abbandonato in un luogo deserto che combatte per la sopravvivenza
su uno strano pianeta. Steve:
come sei stato coinvolto in questo progetto? DB: prima avevano pensato a Peter O'Toole per la parte. Poi a Nick
capitò di vedermi in un documentario (Cracked
Actor) trasmesso in uno show della BBC che si chiama Omnibus,
ed ha pensato che avrei potuto essere adatto al ruolo. Ero a New
York all'epoca e lui prese l'aereo per incontrarmi. Io sono stato
davvero terribile, l'ho fatto aspettare per otto ore. Ero uscito
e quando mi sono ricordato dell'appuntamento ero già in
ritardo di un'ora, così pensai "oh no, l'ho perso,
non sarà più lì adesso" e mi sono semplicemente
dimenticato della cosa. Quando alla fine sono tornato a casa,
c'era Nick che mi aspettava, seduto in cucina molto pazientemente.
Otto ore di ritardo e lui mi aspettava! Questa è perseveranza..Così,
sedemmo in cucina a parlare del film e di altre cose per ore,
e prima che andasse via avevo deciso di fare il film. Campo
medio - due groupie raggiungono il set e si avvicinano a Bowie.
Una bionda formosa comincia a parlare. Groupie:
ciao, abbiamo sentito che sei nell'occulto e che pratichi
la magia nera. DB: (ridendo) sciocchezze ["rubbish"] Groupie:
scioc... ? DB:
sciocchezze Groupie:
parlavamo con Steve Jaffee e ci ha detto che hai letto Il Libro
Tibetano Dei Morti ed in una tua canzone parli dei bardos
[?]. DB:
l'occulto non significa necessariamente magia nera Groupie:
abbiamo letto Il Libro Tibetano Dei Morti ed è fantastico.
Non ho più paura della morte, è solo un'altra parte
della vita, e devi darle il benvenuto. DB:
vuoi dire che se adesso ti soffoco con un cuscino non griderai? Groupie:
no, non sai cosa voglio dire? Lo hai letto? DB: si, l'ho letto. Spero che tu abbia una morte magnifica. Vivi la
tua vita meglio che puoi fintanto che ci sei e quando morirai
la tua morte sarà magnifica quanto la tua vita. Entrambe
le ragazze sono messe in soggezione da questa dichiarazione e
fissano rapite gli occhiali da sole scuri del loro guru, che gli
lancia un benevolo sorriso. Groupie: senti, il signor Jaffee ha detto che potremo incontrarti per un
drink al bar più tardi, ma ho pensato che potremmo... DB: certo, bene, sto parlando con queste persone adesso e sto aspettando
qualcuno, così ci vediamo più tardi. Mentre
loro si muovono per la caccia, David le schiva con la finezza
di un matador e le fa ritirare nel modo più gentile possibile. Interno
del bar dell'hotel, lenta panoramica - Nella folla di gente le
due groupie cercano la fiamma di capelli rossi che segnala il
loro uomo. Affollandosi intorno al bar un gruppo di membri della
troupe parla delle riprese della giornata. Quando gli facciamo
domande su Bowie esprimono unanime approvazione, riassunta nella
frase, "E' un tipo normale". Dissolvenza:
primo piano su Bowie DB:
è bello qui. Mi piace il Nuovo Messico, è così
pulito e puro, ed anche puritano, non solo le persone, anche la
terra. C'è qualcosa di questa terra che è molto...
Questo è il modo in cui mi piacerebbe che l'America fosse;
il resto dell'America, intendo. E' così aperta e la gente
è molto amichevole. John:
non sarebbe stato probabilmente differente a LA DB:
oh Dio, non farei un film a LA, non ci proverei neanche. Ma mi
piace farlo qui. E mi piacciono i cow boy, sono affascinanti.
Possono guardare una foglia e dirti a quale tipo di albero appartiene
e dove cresce. E' una specie differente. John:
a proposito dell'America, in Young Americans hai menzionato
il presidente Nixon. Cosa pensi del Watergate? DB: è stato abbastanza spaventoso. Non so se ti sei accorto
dell'impatto che ha avuto sui paesi europei che guardano all'America.
Molti erano preoccupati per quello che poteva accadere. Molti
qui sembrano pensare che lui fosse sul punto di creare una polizia
segreta. Bene, l'aveva, non è così, ma intendo il
suo esercito privato. Avrebbe potuto essere molto pericoloso.... Steve:
il fatto che molte delle tue registrazioni passate hanno un tema
futuristico o di fantascienza ti ha fatto scegliere questo film
come veicolo? DB: no, questo non è... questa è la cosa più
lontana da un film di fantascienza. Quando lo vedrai non penserai
per nulla in questi termini. Qualcuno ha scritto che io reciterei
nel ruolo di un invasore spaziale e che .... (scotendo il capo),
il film non è su questo. In effetti, non sono interessato
allo spazio. L'ho usato in alcune cose che ho fatto perché
è ... un macrocosmo, una sorta di sfondo su cui mettere
le cose senza renderle troppo specifiche. Steve:
ma il personaggio che interpreti, Thomas Newton, proviene dallo
spazio. DB: vorrei che uscissi da questo punto di vista. Il mio personaggio
... è essenzialmente un uomo, un uomo nella sua forma pura
che è corrotto o distrutto dalla corruzione attorno a lui.
Ma nel film non viene mai detto chiaramente da dove venga, e davvero
non importa. Potrebbe venire dalle profondità del mare,
o da un'altra dimensione, o da qualsiasi altro luogo. La cosa
importante è ciò che accade tra le persone. É
una storia d'amore molto triste, tenera, che evolve in un lungo
periodo di tempo. É la storia di un uomo che si innamora
e diventa un alcolizzato. (Ridendo) No, non è così semplice. David
prende un'altra sigaretta. Ma non ricorda in quale delle tasche
con la lampo ha messo i fiammiferi, così segue una ricerca. John:
cosa pensi dei film con le rock star, come Tommy, per
esempio? DB: oh, non mi piacciono. Non l'ho ancora visto ma sono sicuro che
non mi piacerebbe. Non mi importa molto dei film di Russell. Quella
immagine tipo Cristo è così abusata che non può
portarti da nessuna parte. É stato già tutto detto
prima, così cosa puoi aggiungere o sottrarre? É
una strada senza uscita perché cominci con il più basso comune denominatore. John:
che tipo di film ti piace? DB:
non ne vedo molti, in effetti. Credo che l'ultimo film che ho
visto al cinema fosse Arancia Meccanica, e prima di quello
The Hustler con Paul Newman (risata). Non vedo molti
film, non ne ho l'occasione. Ma quelli che mi piacciono sono in
gran parte film tedeschi precedenti al 1930. Sono molto stilizzati,
quello è il tipo di film che mi piace, ma nessuno li fa
così adesso. Steve:
intendi l'Espressionismo? DB:
esatto Steve:
come Il Gabinetto Del Dr. Calligari? DB: si, quello è bello ... ho copie dei miei preferiti e in
genere è quello che guardo quando voglio vedere un film.
Penso che questo [L'Uomo Che Cadde Sulla
Terra] avrà alcune di quelle qualità. John: i precedenti film di Roeg sono stati successi artistici ma non
veri successi commerciali. Pensi che questo avrà più successo di massa? DB: questa è una cosa molto difficile da valutare. Steve:
con te nel film sembrerebbe avere un pubblico preconfezionato. DB: si, ma non è necessariamente vero. Jagger era in Performance ma non è stato un grande successo quando è uscito. Steve:
ma la Warner non lo ha trattenuto per due anni? DB: si, ne avevano paura, era troppo per loro, così lo hanno
seppellito. Poi, quando è uscito non gli hanno dato alcun
appoggio, così non ha avuto una vera possibilità. Steve:
eppure è diventato quasi un classico delle serie di
film di mezzanotte, un vero film di culto. DB:
è vero, e per me andrebbe bene se anche questo lo diventasse.
Penso che potrei anche preferirlo. Mi piacciono i film di culto
e le persone che amano le cose di culto, persone molto intense
su quello che gli piace. Ho avuto quel tipo di seguito. Certo,
mi piacerebbe che il film vada bene e faccia soldi, specialmente
per Nick. Vorrei che ottenesse un pubblico più vasto. Lo
merita. Ha quella - come potresti chiamarla - visione, suppongo,
come pochi altri. Truffaut, forse, l'ha. Ancora
con gli occhiali scuri che indossa il suo personaggio, David dà uno sguardo nella luce della sera al parcheggio pieno di furgoni
per l'audio, camion e roulotte. Per alcuni secondi resta in silenzio,
immerso nei suoi pensieri. Steve:
farai della musica per il film? DB: si, tutta. Sarà il nuovo album, la colonna sonora. Ci sto
lavorando adesso, scrivendo. Ma non registreremo fintanto che
le riprese non saranno terminate. Mi aspetto che il film esca
verso marzo, e vogliamo che l'album esca prima, così forse
a gennaio o febbraio. Steve: è più difficile scrivere la musica per un film rispetto
a semplicemente scrivere un album? DB: no, per niente. Molta della mia musica è stata un accompagnamento
per un film, solo che il film non c'era. Dovevi fornire le tue
immagini. Ma mi piace scrivere con quel tipo di approccio in mente. Steve: vuoi dire che i tuoi concept album erano più o meno colonne
sonore senza film? DB:
sicuro. John: perché non ne hai fatto uno prima? DB:
nessuno me lo ha chiesto. John:
tu non rimani fedele ad un solo stile. Cambi ad ogni album ...
Non hai paura di provare tutto. DB:
non sono innamorato della musica. Non sono innamorato della
mia musica o della musica in sé, così non ne sono
intimidito. So che molti dicono "hai abortito la musica" e cose del genere, ma uso semplicemente la musica per raggiungere
qualcosa che ho in mente, un'idea o una sensazione che voglio
comunicare. Ma non sono una di quelle persone che la trattano
come qualcosa di sacro. Devi giocarci o diventa una cosa terribilmente
noiosa. Interno,
lunga panoramica del set, dove siamo stati appena testimoni di
una piccola vittoria. Dopo circa tre ore e diciannove riprese,
la scena 105A è dietro di loro e la troupe sbaracca per
la giornata. Mentre le apparecchiature vengono portate via dal
set, Nick Roeg avvicina un esausto David Bowie, si sporge e pianta
un bacio paterno sulla sua fronte. Poi, come un genitore orgoglioso
con un bambino, mette il braccio attorno alle spalle di David
e gli dà un ben meritato martini.
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Bowie
sul set con la tuta
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