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LANTERNE ROSSE: ARRIVANO I CINESI!
di Lux

Alzi la mano chi sapeva dell' esistenza di una compagnia di balletto cinese! 
Così tanti!?...            ;-))) 
Allora alzi la mano chi l' ha mai vista sulla scena prima di questa tournée emiliana (ma di provenienza francese...)!... 
Tecnica di chiara ascendenza occidentale (visto che per loro il metodo Vaganova è nato decisamente ad Ovest rispetto a noi...    ;-)), scenografia, coreografia e gestualità rituale cinesi, il Balletto Nazionale della Cina è stato fondato a Pechino nel 1959 da un distaccamento di russi sovietici e per anni ha eseguito, un po' come il Balletto Nazionale di Cuba, i grandi classici del balletto romantico: Lago dei cigni, Bayadere, Don Chisciotte...; nel 1964, nel pieno della "rivoluzione culturale" assume un carattere più autarchico con la produzione dell' imponente "Il distaccamento femminile rosso". 
Su "Lanterne rosse" c'è da osservare che il padre dell' intera operazione è il più grande artista cinese vivente, o almeno il più conosciuto all' estero e l'unico, insieme all'attrice Gong Li, che sia assurto a grande notorietà internazionale: quel Zhang Yimou gran regista cinematografico pluripremiato (in Occidente!...) che ha firmato, fra gli altri, i film Sorgo rosso, La storia di Qiu Ju e, appunto, Lanterne rosse. Qui firma libretto, luci e regia, nonchè ricopre il ruolo di direttore artistico: l'assurdo è che pare abbia dichiarato che gli spettacoli di Danza lo fanno dormire, anche se ne ha afferrato la regola prima, cioè far esprimere i danzatori col loro corpo... 
Finanziariamente sembra ci sia l' intervento di uno sponsor milionario di Hong Kong. 
Devo dire che i risultati sono egregi: lo spettacolo è stupendo e le suggestioni danzerecce e d'atmosfera non mancano, anche per chi non abbia visto il film in precedenza. 
Le ballerine ed i ballerini sono piuttosto alti rispetto a quello che normalmente ci si aspetta dai cinesi e la muscolatura, specie dei danzatori, è ben modellata. 
Le ragazze ballano sovente sulle punte e sono incantevoli, come delle piccole zackarove dagli occhi a mandorla... I ragazzi, tranne i due solisti, Huang Zhen che interpreta il padrone di casa e Sun Jie che fa l'amante della terza moglie, fanno più che altro lavoro di squadra in coreografie di massa ed in combattimenti piuttosto spettacolari. Non ci sono grandi sollevamenti né virtuosismi tipo manége o grand jeté. 
La coreografia è della coppia Xinpeng Wang e Wang Yuanyuan e m'è parsa ispirata ad un quieto neoclassicismo alla Mc Millan con qualche innesto di Béjart. 
Il direttore della compagnia è una donna, Zhao Ruheng, ex étoile della compagnia stessa. 
I momenti originali più "cinesi" sono tutti scenografici piuttosto che coreografici: la girandola delle lanterne rosse iniziale, la chiusura ed apertura della portantina della sposa, la rottura in corsa di pannelli di carta che simboleggia la deflorazione, l'enorme drappo rosso che ricopre tutto il palcoscenico, le varie scene svolte da pure silhouette dietro un telone come "ombre cinesi", le impronte purpuree tracciate dai manganelli sbattuti su una parete dai sicari che uccidono gli amanti. 
La trama non riflette esattamente quella del film: le mogli sono 3 e non 4 e la protagonista ha per amante non il proprio medico ma un attore dell'Opera di Pechino, della quale vengono simulate alcune rappresentazioni teatrali; inoltre, se non ricordo male, alla fine la protagonista, nel film Gong Li, non viene uccisa ma diventa pazza. 
La ballerina protagonista del balletto, cioè la "terza moglie", si chiama Zhu Yan (non so perchè la Guatterini sul Domenicale del 24 Ore indica nomi diversi...), molto brava ed espressiva nel suo procedere dal primo ingresso in casa con valigetta in mano al dramma finale, ma sul programma di sala non ci raccontano niente del suo curriculum; il Corpo di Ballo è costituito da 44 danzatori: dati i nomi e cognomi che potete immaginare, è arduo capire quanti uomini e quante donne...            ;-)) 
I costumi, davvero fastosi, sono del francese Jerome Kaplan (unico europeo...), le scene di Zeng Li. 
La musica è di un compositore cinese naturalizzato francese Qigang Chen che ha studiato con Olivier Messiaen: forse un po' troppo convenzionale nel ricostruire con tutti quei campanellini e colpetti di gong, vocine querule e sviolinate nel tipico range "acuto-orientaleggiante" proprio quanto uno spettatore occidentale si aspetta sia un' autentica musica cinese, comunque è piacevole... 
Visto in prima nazionale a Modena il 25, sì è replicato a Parma il 29. 

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30 ottobre 2003


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