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JOSEPHINE BAKER

 

3 GIUGNO 2006:  CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 

Mitica cantante e ballerina di colore nella Parigi degli anni ’30, Joséphine ha molto amato l’Italia. Una mostra a Riccione ne ripercorre la straordinaria avventura: dagli anni folli al Casinò de Paris, alla lotta contro il razzismo ed il nazismo, fino al suo grande amore per l’artista italiano Alberto Spadolini.

 

 

Spadolini e Joséphine al Casinò de Paris

Disegno di Pierre Payen 1933

 

Sabato 3 giugno 2006 una serie di mostre e di concerti si svolgeranno negli Stati Uniti, in Francia, e in Italia a Riccione (Rn), per festeggiare il centesimo anniversario della nascita di Joséphine Baker (1906 - 1975).

Nata in un povero sobborgo di Saint Louis (USA), Joséphine giunge in Francia all’età di 18 anni. Le sue danze jazz, la cintura con le banane ai fianchi, lo stile inimitabile, la rendono celebre in tutto il mondo. Fra i suoi estimatori ricordiamo Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti e Federico Fellini.

Nella sua lunga carriera la Baker è venuta molte volte in Italia. La prima volta, a Roma nel 1935, la conturbante soubrette, per ordine del Duce, fu costretta a danzare ‘vestita dal collo alle caviglie’.

La vita della ‘venere nera’ non è fatta di soli spettacoli, ma anche di impegno politico e sociale. Nel corso della 2° Guerra Mondiale lavora per il generale De Gaulle ed il controspionaggio inglese (gli spartiti musicali le servono per far giungere all’estero messaggi in codice).

Indimenticabile la lotta di Joséphine contro il razzismo: cerca di vincere l’apartheid all’interno delle stesse truppe americane (1942); lotta per i diritti civili dei ‘neri’ negli Stati Uniti; nel dopoguerra adotta bambini di tutte le razze e di tutte le fedi religiose dando un esempio di grande generosità.

A distanza di 70 anni  i suoi film, i suoi manifesti, le sue canzoni, prima fra tutte “J’ai deux amours”, continuano a stupire il pubblico di tutto il mondo.

Nel corso della manifestazione, che si terrà nell’Aula Magna dell’Istituto Statale d’Arte “F. Fellini” di Riccione, sabato 3 giugno (ore 10 – 13), verrà proiettato un filmato della regista Cinzia Zavoli. In esposizione fotografie, libri, depliant, dischi, spartiti musicali di Joséphine Baker.

Molti documenti esposti sono stati ritrovati in una soffitta di Fermo (AP) nell’archivio ‘Bolero-Spadò’ dell’artista Alberto Spadolini che ha danzato con Joséphine fra il 1932 e il 1935.

Il prof. Marco Travaglini, autore della scoperta, ne ha ricostruito la storia.

Alberto Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972), a Parigi soprannominato Spadò, studia scenografia al Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia; alla fine degli anni ’20 emigra in Francia dove lavora come decoratore nell’atelier di Paul Colin; è pittore amato da Jean Cocteau e Max Jacob; è attore con Jean Marais e Jean Gabin; è restauratore di quadri del XVII secolo nell’atelier di Jules Boucher; è illustratore di libri per il poeta francese André Marie Klenovski; è giornalista per la rivista Sourir; è adattatore dei dialoghi per la London Film; è cantante di musica melodica ed incide alcuni dischi a New York; senza aver mai studiato danza è il ballerino e coreografo amato da Marlene Dietrich, da Maurice Ravel, Paul Valery e soprattutto da Joséphine Baker, con la quale ha una tempestosa relazione sentimentale.

All’inizio degli anni ’30 Baker e Spadolini costituiscono un sodalizio formidabile … 

“Sulla musica del ‘Matrimonio segreto’ di Cimarosa, nella scenografia di stile cinese uscì, sembrò da una tela del XVIII° secolo, Spadolini con Joséphine Baker vestita da marchesa creola. Visione meravigliosa che provocò l’entusiasmo di Parigi…”

(articolo Parigi anni ’30) 

Insieme i due artisti lavorano nello spettacolo “La joie de Paris” al Casino de Paris  (1932 – 1933), nel musical “Créole” al Theatre Marigny (1933), al Metropolitan e allo Ziegfild’s Follies di New York  (1934), al Prince Edward Theatre (1935)  ...

Donna straordinariamente generosa, Joséphine Baker ha un tremendo carattere quando è in gioco la sua carriera artistica. In quegli anni vengono pubblicati molti articoli in cui si parla sempre più di Spadolini e meno di lei. 

“Per molti fu una rivelazione quando, come nuovo partner di Joséphine Baker, apparve Spadolini.

Partner? La parola non è esatta. E questo ancor più perché le sue danze, le migliori, sono quelle dove, ebbro di questa specie di genio che possiede, danza da solo …”

(Jean Barois, Paris Midi 18.04.1933) 

Tutto precipita dopo uno spettacolo tenuto da Joséphine e da Alberto al ‘Prince Edward Theatre’ di Londra. Lei è fischiata mentre il danzatore italiano è a lungo acclamato. Di questo avvenimento ci resta un articolo apparso su un quotidiano francese dal titolo “Jalousie”, nel quale si narra anche la scenata fatta dalla cantante di “J’ai deux amours”  ad un impresario americano, reo di volerla in uno spettacolo

 

Spadolini e Joséphine al Casino de Paris 

insieme a Spadolini. Lei minaccia urlando che, piuttosto che esibirsi con il danzatore italiano … preferisce andare a giocare al Casinò!

Nel dopoguerra i due artisti si riappacificano e continuano a stupire il mondo con la loro arte inimitabile e con la loro umanità: per le numerose attività filantropiche Joséphine Baker è ricevuta in Vaticano da Pio XII; Spadolini, terziario francescano, dipinge opere d’arte di carattere religioso fra cui lo splendido San Francesco conservato nella Chiesa di Bradford (U.S.A.), e la Santa Teresa ancora oggi nella Chiesetta di Porto Sant’Elpidio (AP).

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inviato una medaglia per la scoperta del Bolero-Spadò.

 

ISTITUTO STATALE D’ARTE “F. FELLINI” - RICCIONE

prof. Marco Travaglini  tel. 347 – 8481443   marcotravaglini2@virgilio.it

Maggio 2006


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