IL
CONCORSO VINTO
di
Elisa
"Gira a destra, c’era
una scritta" "No aspetta, qua sei contromano... Parcheggia e andiamo a
piedi, si fa prima!" "Guarda mà, quelle sono Nicoletta e Ale, vediamo
se sanno qualcosa"..inizia qui la mia giornata. Dopo il viaggio di un’ora
Roma-Rieti, siamo arrivati, ma non troviamo il teatro. Giriamo a piedi
per il centro, mi fermo a fare una colazione forzata (dall’emozione non
riesco a mangiare niente) e troviamo il teatro. Lì altre mie amiche,
che chiacchierano per rilassarsi. Sono le 11.15, Adriana, la nostra insegnante,
ancora non è arrivata. Ma non era lei quella che ci raccomandava
di non arrivare dopo le 11.00? ma tanto fa sempre così... e questo
è uno dei tanti motivi per quale l’adoriamo...
"Eccola!!" gridiamo
tutte insieme andandole incontro per salutarla. Ci mettiamo d’accordo con
le mamme per decidere dove pranzare e poi andiamo, è arrivata l’ora
della prova palco. Siamo a Rieti, il giorno del Festival Nazionale di danza,
agitatissime, nervose per la paura di sbagliare, ma grintose nel sapere
che, stasera, finalmente, potremo far vedere al pubblico, ai nostri genitori
e ai giudici quello che per tre mesi abbiamo messo su, ogni giorno,
con tanta fatica ed impegno. Presto, abbiamo solo 10 minuti di prove, giusto
il tempo per memorizzare le dimensioni del palco e poi, via! Che ci sono
gli altri gruppi che devono provare.. "Allora, venite tutti dietro di me
che so dov’è il posto ok?" ci dice la mamma di una nostra compagna
che sa un posto carino dove andare a mangiare... Arriviamo: è un
prato grandissimo, e abbiamo anche il pallone, i teli su cui stenderci
e tante cose da dirci, perfetto! Ci sistemiamo e iniziamo a mangiare, in
quel momento mi accorgo che tutte loro, la mia insegnante che oltre la
danza ci ha sempre insegnato la vita, le mie compagne,tutte, con i loro
pregi e difetti, i miei e gli altri genitori che ci sono sempre accanto
per ogni spettacolo, sono la mia vita. Iniziamo a chiacchierare, a parlare
della serata che ci aspetta e della stanchezza che abbiamo provato durante
tutti i giorni delle prove: la nostra insegnante, sotto saggi, è
veramente stressante! Poi qualcuna inizia a tirare l’acqua... e lo sapevo!
Iniziano i gavettoni... poi basta, Adriana ci consiglia di riposarci un
po’ all’ombra prima di tornare in teatro... ed è così che
facciamo: ci mettiamo sotto l’ombra di un albero e iniziamo a fare le matte
(d’altronde... nel nostro gruppo siamo tutte un po’ fuori di testa...)
....iniziamo a cantare, prima canzoni recenti come Giorgia o Raf, poi Fra
Martino a canoni... gli altri ci guardano, spesso anche storto in quanto
sono circa le 14.00 e vorrebbero riposare... intorno alle 15.00 ognuna
va dalla propria mamma per prepararsi... si sentono voci confuse... ognuna
che chiede all’insegnante come truccarsi, pettinarsi o semplicemente consigli...
stop! Siamo tutte pronte e torniamo al teatro, arriviamo in camerino...
no! Che scatole, è
piccolissimo e lo
dobbiamo pure dividere con altre ragazze... Ci vestiamo, iniziano i problemi...
il vestito non è proprio comodissimo e dobbiamo indossarlo senza
l’intimo e a qualcuna non gli va... allora iniziano le lamentele, i pianti...
ma poi si giunge ad un accordo e tutto si risolve. Inizia lo spettacolo,
siamo agitatissime... ci stringiamo le mani e gridiamo "Merda!" come
porta - fortuna... Adriana ci lascia e raggiunge la regia, noi ci prepariamo
dietro le quinte... "E ora, da Roma, l’associazione italiana danzatori
con il gruppo di contemporaneo, presenta Sirene guerriere - coreografie
di Adriana Belloni" ci presenta una ragazza. Buio. Entriamo con il cuore
che ci batte fortissimo, ci sistemiamo, ognuna immobile nella propria posizione
e per un attimo il tempo si ferma... si accendono le luci... musica! "uno,
due, tre, quattro" ognuna di noi conta in mente i tempi e si preoccupa
per la mimica, per esprimere ciò che dobbiamo rappresentare: sirene
guerriere. Con la coda dell’occhio ci guardiamo per andare assieme, ce
la mettiamo tutta, cerchiamo di non sbagliare e di ricordarci tutto, ognuna
dimostra di essere sicura quando invece, sotto sotto, ha una paura spaventosa
di sbagliare. Za! Il balletto finisce, siamo nella posa finale, un’altra
volta immobili, le luci si spengono, il nostro cuore batte all’impazzata,
sia per la fatica sia per l’emozione di aver fatto vedere ciò che
sappiamo fare, un brivido mi percorre la schiena, mi sembra di non essere
lì, al teatro, a dimostrare quello che so e che sappiamo fare, ma
mi sembra di essere altrove chissà dove, con persone che adoro,
a dimostrare la nostra amicizia, il nostro sudore, i nostri sacrifici di
quando non possiamo uscire con gli amici per la danza, ma, soprattutto,
la nostra passione. Ci prepariamo per l’inchino, si riaccendono le luci,
demi pliè a testa bassa, ci godiamo gli applausi che, devo dire,
sono veramente tanti. Fine. Mesi di fatica conclusi in sette minuti...
tutte noi siamo orgogliose di noi stesse, qualcuna è triste perché
non ha fatto del suo meglio, altre sono fiere di se stesse perché
hanno fatto del loro meglio. Ad ogni modo, tutte provano qualcosa d’inspiegabile,
una gioia data dalla conclusione di qualcosa che è costato sudore
ed impegno e tristezza, data dal fatto che è tutto finito. Torniamo
nel camerino e ci abbracciamo, lanciamo degli urletti e dei sospiri di
sollievo. Ci raggiunge anche la nostra insegnante che ci rassicura che
siamo state, in ogni caso, tutte brave. Poi, ci accorgiamo che Nanà
(il soprannome di Adriana), sta guardando oltre le nostre teste, ci giriamo
e... "C’è BIBI!!!!" urliamo. Il fatto è che siamo troppo
contente che ci sia venuta a trovare, ha fatto il viaggio solo per noi
e per condividere la gioia se dovessimo vincere o consolarci se dovesse
succedere il contrario. Giustamente vi chiederete chi è Bibi...
bhè, è un’amica, un'assistente, una compagna del gruppo...
ma in fondo anche un po’ una mamma, nonostante la sua età. Ma andiamo
avanti... dov’ero rimasta? Ah, si... finiamo il discorso con Nanà,
e usciamo nel cortile ad aspettare la fine del festival perché non
possiamo entrare in platea... tutte stanno facendo qualcosa, ma la maggior
parte chiacchiera tranquilla perché siamo troppo stanche! Si sentono
commenti sulla giornata, sugli altri gruppi che ancora non hanno ballato
e ripassano le coreografie e sui loro costumi... il tempo passa velocemente
e si fa buio... Rientriamo dentro e ci andiamo a cambiare, finalmente!!
Zitte, zitte ci andiamo a posizionare dietro le quinte a sentire i risultati
decisi dalla giuria. Noemi ed io, una ragazza meravigliosa, ci guardiamo
e le dico: "Noa, in fondo anche se non vinciamo non importa... basta
pensare a tutte le cose che abbiamo avuto e abbiamo già vinto: un
palco, un’emozione condivisa con persone come voi, la competizione, la
stanchezza che mischiata alla voglia di vincere si trasforma in energia...
"Tutto questo è magnifico, Noa abbiamo già vinto!" Iniziano
a premiare il "gruppo baby" che arriva fino ai 12 anni. I premi continuano...
una ragazza aggiunge: "Il premio alla migliore coreografia contemporanea
del gruppo unico va all’associazione - e noi aguzziamo le orecchie - italiana
- e noi ci guardiamo con aria sorpresa e speranzosa - danzatori!!"
SIIII!!!!!! CE L’ABBIAMO FATTA!!! Sono troppo contenta!!! Anzi siamo troppo
contente... eravamo quasi sicure di non vincere perché c’erano molti
gruppi bravi... non riesco quasi a respirare dalla gioia, abbraccio fortissimo
le mie migliori amiche e non so più che dire... siamo uniche! La
nostra insegnante va sul palco a ritirare la targa e noi urliamo ancora
più forte... EVVAI!!! Andiamo dalle nostre mamme con il sorriso
sulle labbra e la stanchezza diventa un ricordo, ho voglia di urlare, ma
mi trattengo. È ora di fare le foto... a un certo punto un papà
grida: "E l’insegnante chi la alza?" Allora tutte noi prendiamo Adriana
in braccio e iniziamo a gridare il suo nome... questo è veramente
troppo... BELLO!!! Chissà che abbiamo fatto per meritarci tutto
questo... forse sono i sacrifici che ogni giorno facciamo per la danza,
o forse ci sembra tutto così straordinario perché siamo legate
dall’amore... Chissà...
13 maggio 2003
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