ESPERIENZE
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LA MIA ESPERIENZA CON LA DANZA

di Silvia


 

Non ricordo quanti anni avevo la prima volta che in televisione vidi la magia vera e propria: non erano giochi di prestigio, paesaggi meravigliosi o trasfiguratori, ma ballerine, avvolte in leggeri tutù, che danzavano aggraziate sulle punte. In breve tempo imparai le trame dei balletti più famosi, e subito dopo aver imparato a camminare iniziai a muovere “i primi passi di danza” imitando le ballerine che avevo visto in televisione.

A quattro anni chiesi a mia mamma di iscrivermi ad una palestra vicino a casa mia, ma lei mi disse che ero ancora troppo piccola, e che quando avrei iniziato ad andare a scuola, avrei potuto prendere lezioni di danza; così per due anni pazientai, sognando con ansia il fatidico giorno in cui avrei iniziato a ballare sul serio; a volte, quando passavo davanti alla scuola, mi fermavo ad ascoltare la musica e la voce dell’insegnante che contava: 1-2-3-4… e così via.

Finalmente compii sei anni, e finalmente iniziai ad andare a scuola, quello per me significava l’inizio della “mia carriera”. Così cominciai a ballare, a muovere veramente i primi passi di danza, a dare un senso alla vita.

Il primo saggio, davanti a un vero pubblico, su un vero palcoscenico,è stata la prima grande emozione che la danza mi ha regalato: mi ero preparata duramente per un anno intero, e finalmente era arrivato il mio momento di gloria!

L’anno dopo mi riscrissi in palestra, e così l’anno dopo, e l’anno dopo ancora. Non è stato sempre facile, ma io, appoggiata dalla mia famiglia ho sempre continuato a ballare: ricordo il quarto anno, era anche l’anno della Prima Comunione, e le lezioni di danza coincidevano con quelle di catechismo, con grandi sforzi continuai ad andare a danza fino a marzo, ma poi dovetti rinunciare al saggio. Nonostante ciò, l’anno dopo ricominciai a ballare, più motivata di prima, e misi per la prima volta le punte: un’altra grande emozione!

Due anni fa ero a casa che ballavo, e facendo un salto sono scivolata: sono caduta sulle ginocchia, penso di aver perso i sensi per pochi istanti, non riuscivo quasi a respirare, e non riuscivo a parlare, a gridare per chiedere aiuto, così mi sono trascinata giù dalle scale, il dolore passò velocemente e lo attribuii per lo più allo spavento.

Non smisi di ballare, come avrei potuto? Ma da quel giorno il mio ginocchio destro ha iniziato a farmi soffrire e soffrire lui stesso.

L’anno scorso mi si è bloccato, non riuscivo a muoverlo, e solo dopo una settimana di ghiaccio, antinfiammatori e fasciature ha ricominciato a muoversi. Il 26gennaio ho fatto la risonanza magnetica: probabilmente il menisco è rotto, ma potrebbe essere anche un dolore dovuto alla crescita, quindi non operiamo.

Ora ho quindici anni, e questo è il mio decimo anno di danza, non ho intenzione di mollare, nonostante ogni tanto il mio ginocchio protesti, nonostante la fatica delle lezioni, nonostante le belle giornate di primavera passate in palestra a provare in vista del saggio, o le litigate con mia mamma per un costume troppo costoso… Come potrei rinunciare alla soddisfazione di un passo particolarmente difficile che è riuscito, alle luci del teatro, agli applausi del pubblico? Con la danza ho superato momenti difficili della mia vita, anche quando era la danza stessa a renderli tali, perché quando ballo, in casa in palestra, sui prati in campagna o per strada, tutto sembra più semplice, tutto sembra avere un senso… A volte penso a una vita senza danza, non l’immagino triste o monotona: non riesco proprio a immaginarla!

                                          (Silvia da Genova)

1 novembre   2004


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