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VOLA LA DANZA AL TEATRO DELLA LUNA

articolo-intervista di Emanuela Cassola

 

Il teatro della Luna, tempio milanese del Musical , apre le porte alla Danza , alle produzioni del balletto classico, con la Compagnia del balletto di Mosca la Classique, alla Compagnia eVolution Dance Theatre con FireFLy, ed alla Compagnia dell’Aterballetto con Certe Notti , musicato da Luciano Ligabue.

 

Se, la certezza della tradizione classica si fonde nella maestrìa della direzione artistica di Elik Melikov, sostenuta dalla presenza di un’ètoile come  Nadejda Ivanova, incastonata da un corpo di ballo di quarantotto elementi, rispetto al moderno linguaggio corporeo di Mauro Bigonzetti direttore e coreografo dell’Ater  firma di uno stile prettamente italiano.Lo spazio interpretativo e fantasioso del giovane coreografo Anthony Heini, , si fregia di poter essere considerato, la continuità del percorso artistico dei Momix, con una nuova visione di cifra stilistica.

 

Il battesimo del Progetto, Fire Fly, trova i natali nel 2009, alla corte del M° Vladimir Derevianco, Direttore artistico del Maggio Danza fiorentino, riscuotendo simpatia e successo di pubblico nella rassegna.

 

Formatosi al Boston Conservatory, nella Facoltà di danza e teatro musicale, il 35enne Heini, come il collega e mentore Ezralow, si affaccia alla disciplina artistica tersicorea, non più in giovane età, maturando un processo di sperimentazione innovativo di work in progress e di spettacolarizzazione , frutto delle conoscenze tecnologiche in campo audio visivo.

 

Senza avere la pretesa di consegnare al pubblico, uno spettacolo di genere narrativo, come un bel quadro figurativo, Heini, concepisce piuttosto, un lavoro di percezione emotiva, in una dimensione sognante, i cui ingredienti sono le leggi di gravità, le sospensioni, le illusioni ottiche date dal gioco di luci e colori degli ultravioletti, in una cornice di una tela astratta, adattabile e flessibile, come i corpi dei ballerini.

 

Mr Anthony, direttore artistico, coreografo e ballerino, in questa produzione è anche scenografo e costumista,coordina un team di otto brillanti ballerini, affiancato dall’assistente Nadessja Casavecchia, preziosa  presenza ed interprete del pensiero comune della compagnia.

 

Cosa ti ha spinto a lavorare in Italia ?

Heini  “ Dopo aver fatto tournèe per cinque anni con i Momix e aver lavorato in Why con Daniel Ezralow, e precedentemente, partecipazioni con , Paul Taylor, Josè Limon, David Parsons,Preljocaj

Ho sentito la necessità di mettermi in gioco, e dovendo scegliere tra il Brasile, la California e l’Italia , ho preferito, l’Italia e Ostia come residenza stabile della Compagnia, senza però fare i conti con gli aspetti burocratici di questo Paese.

 

In che cosa è difficile lavorare in Italia?

Heini “ La burocrazia appunto. E’ tutto molto complicato. Non c’è continuità di lavoro e per questo, anche i miei ballerini devono lavorare a Progetto.. Stò imparando l’aspetto fiscale e le regole italiane. E’ tutto più semplice in America e in altri Paesi.

 

Cosa intendi per eVolution Dance Company ?

Heini “ Il disegno del logo, raffigura la successione dell’evoluzione della specie darwiniana, che confluisce nella evoluzione dell’uomo che danza. Cioè, il concetto di trasformazione e di evoluzione del movimento in simbiosi con l’aspetto tecnologico, sempre più al servizio dell’essere umano, per costruire, come in questo caso, situazioni di piacere e benessere creativo, attraverso la danza, con una chiave di lettura semplice, e non più solo per pochi neofiti ed addetti ai lavori.

 


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