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ArtedanzaE20 e Noura segnalano
FESTIVAL MILANOLTRE 2008 - 22° EDIZIONE:
2 ottobre 2008 – ore 21 Teatro degli Arcimboldi
HOFESH SHECHTER (Uk) UPRISING
coreografia Hofesh Shechter con Leon Baugh, Gavin Coward, Christopher Evans, Bruno Karim Guilloré, Philip Hulford, Elias Lazaridis, Hofesh Shechter musica Hofesh Shechter, Vex’d luci Lee Curran produzione Hofesh Shechter Dance Company con il supporto di Robin Howard Foundation Commission 2006, Arts Council England e Jerwood Changing Stages Choreolab at Dancexchange durata 26’
intervallo 20’
IN YOUR ROOMSprima nazionale
coreografia Hofesh Shechter con Leon Baugh, Winifred Burnet-Smith, Gavin Coward, Christopher Evans, Philip Hulford, Elias Lazaridis, Yen Ching Lin, Bruno Karim Guilloré, Sita Ostheimer, Ino Riga, Jenny White musicisti Christopher Allan, Nell Catchpole, Yaron Engler, Norman Jankowski, Lucy Shaw musica Hofesh Shechter arrangiamenti Nell Catchpole luci Lee Curran
la colonna sonora include, per gentile concessione, un pezzo tratto da Takk dei Sigur Ross
produzione Hofesh Shechter Dance Company commissionato da The Place, Southbank Centre e Sadler’s Wells con il supporto di Arts Council England. È inoltre commissionato da The Point, Eastleigh, Dance South West, Gloucestershire Dance e Take Art Somerset
Le strutture per le prove sono state sovvenzionate da Jerwood Space e Moving East durata 40’
Hofesh Shechter, nato a Gerusalemme, ha iniziato la sua attività come danzatore con la Batsheva Dance Company, lavorando poi con numerosi coreografi, tra cui Ohad Naharin, Wim Vandekeybus, Paul Selwyn-Norton, Tero Saarinen, and Inbal Pinto. Si è trasferito in Inghilterra nel 2002 e ha fatto parte della Jasmin Vardimon Dance Company. Ha debuttato nella creazione con Fragments, di cui ha realizzato anche la colonna sonora per cui ha vinto la terza Serge Diaghilev choreography competition. Nel 2004 ha creato Cult, commissionato da The Place Prize 2004 e nel giugno 2006 ha presentato Uprising: questi tre lavori costituiscono deGENERATION, con cui è andato in tournèe in numerosi paesi. In seguito è diventato associato del nuovo Centro Coreografico a The Point a Eastleigh, che è la sede operativa della sua compagnia. Nel 2007 è stato scelto come artista emergente da tre spazi centrali nella produzione londinese di spettacoli: The Place, Sadler’s Wells e Royal Festival Hall, per una produzione, In your rooms, andata in scena nel marzo 2007 con grande successo di pubblico e di critica. Shechter ha realizzato creazioni per la StopGap Dance Company e Bare Bones Company a Birmingham, Hellenic Dance Company e la compagnia portoghese CeDeCe, oltre che per numerose scuole di danza inglesi. deGENERATION unisce i tre primi lavori citati in una serie di acuti ritratti generazionali, affidandoli a un gruppo di brillanti giovani interpreti. Le stanze dell’adolescenza disegnate con pochi tratti in palcoscenico si caricano di immagini improvvise e lampeggianti, in un disegno di grande rigore, che lascia spazio all’ironia e al divertimento, nella composizione di meccanismi narrativi di grande efficacia, che mettono in scena negli abiti e nella musica (di cui è autore e in numerosi casi interprete dal vivo), con riferimenti a una realtà quotidiana contemporanea riconoscibile, che viene raccontata nelle sue pieghe più misteriose, nei suoi moventi più segreti. Dopo il successo dello scorso anno, il coreografo torna a MilanOltre nel prestigioso spazio del Teatro degli Arcimboldi per un double bill di grande impatto.
All’incontro con il pubblico alla Queen Elizabeth Hall, il coreografo Hofesh Shechter pronuncia l’impronunciabile: dice che la maggior parte della danza contemporanea è noiosa. Usare quella parola in un mondo dai valori relativisti e dal linguaggio ipercontrollato come quello delle arti a finanziamento pubblico è un po’ come definire matti delle persone con problemi mentali. Ti fa pensare che sei tu quello che ha un problema. Quindi molte persone restano basite, quando attacca i suoi colleghi. Alcuni applaudono il trentaduenne israeliano, ma altri sembrano offesi. Quando gli chiedono di cosa tratta il suo ultimo lavoro, dice: “parla di una sensazione che ho provato”. Verrebbe da pensare che si tratti davvero di un capriccio da artista, proprio di quel tedio di cui si lamentava prima, se non fosse che la sua forte compagnia di nove persone ha appena presentato uno spettacolo straordinario, bellissimo. Si chiama In Your Rooms e probabilmente è il più importante nuovo lavoro di danza creato in Inghilterra dall’inizio del Millennio. In una successione di tableaux dall’illuminazione veloce, egli presenta frustrazione, rabbia, sofferenza e desiderio con un tale potere e intensità, che brillano sulla scena e avviluppano gli spettatori. Onde di danzatori che escono dal buio, che si agitano e contorcono in un’unità rituale verso un tuono di tamburi, solo per poi scomparire come una traccia fosforescente un momento dopo, sostituiti da un quadrato di sportivi o da un enigmaticissimo frieze azteco. Il potere sta nell’effetto di insieme: è come se Shechter dipingesse con i suoi ballerini, laddove ogni scena si aggiunge all’altra come uno strato. Il risultato ha la dinamica conflittuale e la logica impossibile di un sogno. Ogni tanto è come se si avesse davanti una pellicola, che si rompe con i movimenti di danza che si fratturano, implodono e si bloccano. Le immagini sono così vicine ai processi del subconscio che sono quasi uno shock, fanno pensare al processo di introspezione che le ha generate.
Luke Jennings, No room for improvement, in ”The Observer”, 13.05.2007 Traduzione di Luca Scarlini
Per informazioni e prenotazioni visita il sito: www.milanoltre.org
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