GASPERO ANGIOLINI
Domenico Maria
Gaspero Angiolini, chiamato anche Gasparo, pseudonimo Angelo
Gasparini, nacque a Firenze il 9 febbraio 1731. Figlio di artisti di
teatro, iniziò a studiare danza con suo padre. I suoi primi anni di
carriera come ballerino si svolsero in Italia e soprattutto a
Venezia dove si esibì parecchie volte tra il 1747 e il 1759.
Nel 1750 si
recò a Vienna, rimanendo influenzato dalle teorie sulla danza di
Franz Hilverding con il quale studiò e perfezionò la pratica della
danza-pantomima e del ballet d’action. Dopo un breve periodo nel
1757 al Regio di Torino dove collaborò come coreografo, nel 1758
quando Hilverding lasciò Vienna per San Pietroburgo, Angiolini lo
sostituì diventando maestro di ballo della corte viennese e poi del
Teatro viennese. Il giovane coreografo italiano, che aveva
assimilato e condiviso le idee creative del suo maestro, proseguì la
strada da lui tracciata verso un balletto dal contenuto drammatico
in cui nella narrazione si alternavano danza e pantomima.
Nel 1761
cominciò la sua collaborazione con Christoph Willibald Gluck con il
suo primo ballet d’action “Don Juan, ou Le Festin de Pierre”. Nel
1762 coreografò le danze per l’opera “Orfeo ed Euridice”, nel 1763
per l’opera “Ezio”, nel 1764 per l’opéra comique “La rencontre
imprévue” e nel 1765 lavorò, sempre con Gluck, sul ballet-pantomime
“Sémiramis” e sul balletto “Iphigénie en Aulide”. Quando fu
rappresentato il “Don Juan” Angiolini volle che nel libretto scritto
da Raniero de Calzabigi fosse evidenziato il suo “credo” di “danza
parlante”, una danza, cioè, che doveva parlare attraverso l’artista
in scena interprete dell’azione visibile.
Nel 1762,
Angiolini raggiunse Hilverding a San Pietroburgo per coadiuvarlo
nell’organizzazione degli spettacoli allestiti per l’incoronazione
della Zarina Caterina. Vi ritornò nel 1766, quando il suo maestro
rientrò in patria, prese il suo posto come maestro di ballo. In
Russia coreografò numerosi lavori, tra cui “Didone abbandonata” nel
1766 e “Le Chinoises en Europe” nel 1767 per i quali egli stesso
compose le musiche .
Rientrato in
Italia dal 1772 lavorò a Venezia e Milano alternando la sua attività
in patria con quella in Russia che mantenne sino al 1786. Nel 1773,
sostenuto dalla moglie, la ballerina Teresa Fogliazzi, sposata nel
1754, e da un gruppo di partecipanti di un salotto artistico
milanese, tra i quali Beccaria, Parini, Greppi e Ferri, pubblicò a
Milano il volume “Lettere a Monsieur Noverre sopra i balli
pantomimi” con il quale rivendicava a Hilverding la primogenitura
del ballet d’action. Noverre nel 1774 rispose polemicamente ad
Angiolini facendo iniziare così una lunga controversia sulla
questione.
Nel 1774
Angiolini fu invitato a prendere il posto di Noverre a Vienna mentre
Noverre veniva chiamato a Milano. Noverre a Milano non ebbe successo
ma anche Angiolini a Vienna dovette soccombere per via della cattiva
accoglienza ricevuta da parte dei simpatizzanti di Noverre. Partì
quindi nuovamente per San Pietroburgo (1776-1779 e 1782-1786) non
tralasciando però periodicamente di tornare in Italia per mettere in
scena i suoi balletti, in particolare alla Scala di Milano dove, tra
il 1778 e il 1782, fu anche maestro di ballo.
Rientrato a
Milano definitivamente nel 1786 continuò la sua opera di coreografo
in giro per i teatri salvo una breve parentesi in cui fu
imprigionato e deportato alle Bocche di Cattaro (1799-1801) per aver
aderito al governo repubblicano. Morì a Milano il 6 febbraio 1803.
Brillante
danzatore e mimo, pretendeva dai suoi danzatori una grande
espressività sia del volto che del gesto insieme ad una tecnica
impeccabile. I lavori da lui creati erano soprattutto di stile
classico ispirato alle tragedie greche con un numero limitato di
solisti e completati dal “coro”. Al contrario di Noverre che
presentava tutti i suoi lavori accompagnandoli con una lunga
spiegazione sulle note di programma, Angiolini inseriva unicamente
una breve nota prima dell’argomento insistendo sul fatto che la
“parola silenziosa” dei danzatori era sufficiente per dare un
significato compiuto al lavoro presentato. Fece solo un’unica
digressione quando sul libretto di “Sémiramis” scrisse un breve
testo programmatico dal titolo “Dissertation sur les ballets
pantomimes des anciens pour servir de programme au ballet pantomime
tragique de Sémiramis”.
Le
principali creazioni di Angiolini
1761 - “Don Juan
ou le festin de pierre” [Gluck Christoph-Willibald]
1762 - “Orphée et Éuridice” [Gluck]
- “Alessandro” [Gluck]
1764 - “La muse protegée” [Angiolini]
1765 - “Sémiramide” [Gluck]
1766 - “Le départ d’Énée ou la Didon abandonnée” [Angiolini]
- “Les chinoise en Europe” [Angiolini]
1772 - “Armide” [Gluck]
1774 - “L’orphano della China” [Gluck]
1775 - “La prima età dell’innocenza o la rosaia di
Salency” [Baillou
Louis]
1780 - “La morte di Cleopatra” [Angiolini]
1782 - “Armide” [Cherubini Luigi]
Links
Angiolini e "Orfeo ed
Euridice"
Biografia di
Angiolini su balletto.net
Biografia di
Angiolini
|