IL MANDARINO MERAVIGLIOSO
Bozzetto di Enrico
Prampolini per il "Mandarino meraviglioso" 1942 - Teatro alla Scala
Milano
Pantomima
in un atto; musica di Béla Bartók; libretto Menyhért Lengyel; regia
di Hans Strohbach.
Prima
rappresentazione: Colonia 28 novembre 1926 con interpreti Wilma Aug
e Ernst Zeiller.
Lo
scabroso racconto del balletto fece allora molto scalpore tanto che
fu bandito dal Sindaco di Colonia per ragioni di carattere morale e
non entrň in repertorio sino all’allestimento del dramma
coreografico curato da Aurell Milloss per la Scala di Milano nel 1942
(interpreti: lui stesso ed Attilia Radice).
Questa la trama
scritta dallo stesso Bartok. “Tre teppisti costringono una bella
ragazza ad attirare uomini nella loro tana, per poi derubarli. Il
primo č un povero giovane, il secondo non sta meglio del primo, ma
il terzo č un ricco cinese. Č una buona preda, per cui la ragazza lo
intrattiene e balla per lui, ma quando il desiderio del Mandarino
cresce ed egli si infiamma di passione, la ragazza gli sfugge con
orrore. A questo punto i teppisti lo aggrediscono, lo derubano,
tentano di soffocarlo con una trapunta, lo feriscono con una spada,
ma č tutto inutile, in quanto non riescono ad uccidere il Mandarino,
che continua a guardare la ragazza con occhi pieni di amore e di
desiderio.
Alla fine, l'istinto femminile interviene e la fanciulla soddisfa i
desideri dell'uomo. Solo allora il Mandarino si accascia e muore”.
Successivamente č
stato riproposto da Gyula Harangozó (Budapest 1945 e in una nuova
versione nel 1956), Todd Bolender (New York City Ballet 1951),
Alfred Rodrigues (Sadler’s Wells Ballet 1956), Leonid Lavronsky
(Mosca, Balletto del Bolshoi 1961 con il titolo Night City),
Flemming Flindt (Copenaghen 1967), Lázló Seregi (Budapest 1970), Ulf
Gaad (Londra 1970), Mario Pistoni (Milano 1981), Imre Eck (Helsinki
1981), Maurice Béjart (Lausanne 1992), Mauro Bigonzetti (Balletto di
Toscana 1996).
Collegamenti
Una completa
analisi dell'opera di Bartók e del balletto di Milloss
Il mandarino di Bartók
in un articolo di Gianfranco Restivo
Bela Bartók, la vita e
le opere
Ritratto di
Aurell Milloss
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