LO SPAZIO TEATRALE
Lo spazio
del teatro è quello destinato agli spettacoli ed è l’insieme di sala
e scena.
Nel
Medioevo lo spazio dedicato agli spettacoli era un luogo non ben
definito che poteva essere una chiesa o una piazza, ma anche un
palco o un cerchio di spettatori. La parola theatrum indicava
infatti un luogo chiuso e separato.
Il passaggio dal luogo come spazio
teatrale al teatro vero e proprio avviene nel Rinascimento.
L’edificio teatrale si riconosce come necessario ancor prima che se
ne individui l’uso, già nelle ricerche del tardo Quattrocento
italiano e del primo Rinascimento. Il passaggio dal luogo al teatro
avviene però all’inizio attraverso spazi al chiuso o all’aperto
strutturati sull’idea-forma dell’anfiteatro che porterà alla nascita
della sala barocca o all’italiana ed alla definizione della
scenografia della sala e del palcoscenico per realizzare la quale
nasceranno i mestieri di architetto teatrale e di scenografo.
Il primo teatro pubblico italiano,
il San Cassian, nasce a Venezia nel 1637. Da lì è un fiorire di
edifici teatrali pubblici in tutta la penisola. Il teatro barocco
possiede una platea a forma di U, contornata da gradoni
trasformatisi successivamente in palchetti e una grande area scenica
in cui la scena è costituita da due file di quinte laterali e un
fondale, costruiti e/o dipinti. In origine gli architetti erano
anche coloro che si occupavano della scenografia. La figura di
scenografo si delinea definitivamente nell’800. A metà del Seicento
si iniziano ad utilizzare quinte piatte laterali in diagonale e la
scenografia barocca si separa dall’architettura e si specializza. Si
moltiplicano le quinte ed il palcoscenico diviene più profondo. Le
scene sono costruite direttamente sul palco con una prospettiva
all’infinito. Per muovere le macchine ci sono funi, tiranti,
contrappesi che occupano tutto lo spazio dal sottopalco alla
soffitta in modo da costituire una vera e propria drammaturgia con
movimenti ed effetti speciali.
Nell’Ottocento viene introdotto
definitivamente il sipario che elimina la costruzione della
scenografia a vista e si sviluppano nuove tecniche che diminuiscono
i tempi di attesa tra un atto e un altro. Vengono utilizzati i
fondali in modo da incrementare le scene-quadro e diminuisce l’uso
delle quinte. Con lo sviluppo delle macchine idrauliche e meccaniche
i tempi di allestimento si snelliscono sempre di più e con
l’introduzione dell’illuminazione a gas e, successivamente,
dell’illuminazione elettrica lo spettacolo prima imperniato
soprattutto sugli effetti speciali muta in rappresentazione dove
sono privilegiati i valori: cioè gli interpreti, le storie, le
passioni.
La gente si
appassiona sempre di più affollando i teatri e gli edifici teatrali
diventano più belli, più grandi, più attrezzati, più capienti. In
tutta Europa le città, dalla più piccola alla più grande, si
qualificano da quel momento in poi, oltre che per la cattedrale e
per il palazzo comunale, per il proprio teatro che diviene il
principale luogo di ritrovo sociale della popolazione.
PICCOLO GLOSSARIO DI TERMINI
TEATRALI
Americana: struttura in legno o metallo costruita a
traliccio, appesa al soffitto mediante un sistema di tre o più corde
parallelamente al boccascena, destinata all'installazione di
proiettori o elementi scenici pesanti. Nel caso essa accolga
materiale illuminotecnico può essere chiamata con un numero
progressivo in base alla sua posizione rispetto al sipario. Sulla
"prima americana" verranno posti quindi i proiettori che
illumineranno la scena dal davanti.
Anteprima:
prova generale effettuata alla presenza di un pubblico di invitati.
Arlecchino:
largo tessuto drappeggiato o dipinto
assicurato ad uno stangone posto davanti le quinte di boccascena. E'
posizionabile a varie altezze per adattare le dimensioni del
boccascena ed incorniciare le scenografie installate in
palcoscenico.
Attrezzeria:
luogo dove vengono costruiti, mantenuti e conservati, gli oggetti
dell'arredo della scena.
Attrezzista:
colui al quale viene affidata la
custodia, la collocazione e la manutenzione degli arredi di scena.
Ballatoio:
corridoio posto sopra la scena, su uno o entrambi i lati del
palcoscenico, dal quale vengono eseguiti movimenti di sollevamento
di fondali quando non sia possibile effettuarli dal piano di
palcoscenico. Anche qui, infatti, sono presenti linee di mantegna ai
quali legare i tiri.
Bandiera:
paraluce ad aletta in lamiera metallica nera opaca, applicato al
telaio portaschermi di alcuni tipi di proiettori, per ridurre il
diametro del fascio luminoso. Era, in passato, un pezzo di stoffa
nera appeso ad una cantinella, da cui il nome.
Bilancia:
apparecchio appeso alla soffitta
mediante americana, che serve ad illuminare dall'alto gli elementi
dello scenario e il palcoscenico. È costituito da una scatola
allungata di lamiera metallica curvata a parabola, suddivisa in più
cellule (generalmente 12) a più circuiti (3 o 4) con supporti per
lampade e telaietti per gelatine colorate.
Boccascena:
elemento architettonico che divide la sala dal palcoscenico
incorniciandone la parte visibile al pubblico. Detto alla francese
anche "manto d'Arlecchino". Ai lati sono presenti le quinte del
boccascena che, se mobili, possono scorrere su ruote se armate o
come una tenda se in tessuto. Anche la parte superiore (Arlecchino)
è posizionabile ad altezze variabili per adattarsi alle dimensioni
delle varie scenografie.
Cabina:
l'ambiente nel quale sono installati i comandi e gli apparecchi per
gli effetti di luce. Può trovarsi sui lati del palcoscenico, o nel
sottopalco. In molti teatri moderni è collocata nella parte alta o
laterale della sala.
Cantinella:
listello di legno leggero a fibra lunga, generalmente abete, lungo 4
metri e largo due volte lo spessore (5 x 2,5 cm.), usato per
costruire le armature degli scenari o un'americana.
Carrellati:
si dicono carrellati tutti quegli elementi che provvisti di ruote
possono entrare e uscire facilmente dal pacoscenico. Abitualmente si
carrellano anche gli elementi molto pesanti. Questi elementi una
volta in posizione devono però essere frenati; ci sono varie
tecniche: ruote provviste di freni (non eccessivamente sicure),
perni a vite che fanno fuoriuscire dei piedi fissi (il metodo più
sicuro ma il più lento), zeppature: piccole zeppe di legno che
bloccano le ruote (il più rapido e il più usato), elementi a
carriola cioè con sole due ruote e due piedi (molto usati in teatro
anche perché è facile correggere il declivio del palcoscenico) che
vengono portati in scena come le carriole.
Cavalla:
struttura di sostegno ai praticabili,
costruita in modo da essere facilmente posta in opera mediante
collegamenti longitudinali.
Capo macchinista:
colui che dirige i macchinisti, partecipando al loro lavoro.
Capretta:
montacarichi mobile posto in graticcia con compito di sollevare
provvisoriamente oggetti molto pesanti.
Carro:
piattaforma su ruote con installata parte della scenografia per
permettere rapidi cambi scena.
Chiavarda:
Vite di dimensioni e forma simile ad un cavatappi per fissare
rapidamente al pavimento quinte armate o altri componenti
scenografici.
Chiamata di scena:
segnale dato dal direttore di scena che
invita gli attori a presentarsi in palcoscenico per l'inizio dello
spettacolo. Viene in genere preceduto dai segnali dati alla
mezz'ora, al quarto d'ora e ai cinque minuti che precedono lo
spettacolo.
Cieletto:
maschera di stoffa o di materiale rigido, generalmente non
intelaiata, appesa a stanghe semplici, destinata a schermare le
fonti di luce per evitare sforamenti. Quando il cieletto è posto
davanti ad un'americana non va confuso col soffitto, che è sempre
elemento scenico visibile.
Copione:
blocco di fogli sui quali sono annotati tutti gli eventi che
generano lo spettacolo: le entrate degli attori, i loro dialoghi, i
cambi scena ecc. Ogni operatore ne possiede uno, adattato con note
scritte di suo pugno, che gli consentano di partecipare con il
proprio operato: il tecnico luci avrà riportati i proiettori da
accendere, il fonico avrà i titoli dei brani da riprodurre,
l'attrezzista avrà la lista dei materiali da collocare in scena,
ecc.
Costumista:
l'ideatore dei costumi di scena, a cui spetta anche fornire i
disegni d'insieme e particolari per l'esecuzione.
Corte:
la parte destra del palcoscenico, guardandolo dalla sala.
Cyclorama:
fondale di rilevanti dimensioni che circoscrive la scena per dare
una dimensione di profondità infinita alla stessa o per simulare
l'esistenza del cielo. Può essere dipinto o illuminato.
Declivio:
è la pendenza del pavimento del
palcoscenico in favore del pubblico per facilitare la visione .
Esiste in tutti i teatri e varia di percentuale; il maggior numero
varia tra il 3% e il 5%
Direttore di scena:
il responsabile di quanto avviene durante l'esecuzione dello
spettacolo. Fornisce al personale del teatro i comandi di quanto
deve avvenire durante lo spettacolo (luci di sala, entrata degli
attori in scena, disposizioni sulla sicurezza,ecc). Compila l'ordine
del giorno.
Direttore del palcoscenico:
colui che in palcoscenico ha la responsabilità tecnica e
disciplinare dello spettacolo.
Disegnatore luci:
decide il tipo di illuminazione da
usare per ogni scena, traducendo in pratica l'idea del regista.
Elettricista:
colui che segue il montaggio del materiale illuminotecnico, aiutato
dal personale del teatro o da addetti al seguito della compagnia.
Spesso manovra la consolle luci durante lo spettacolo.
Fondale:
elemento di fondo di uno scenario,
oltre il quale il pubblico non vede, spesso costituito da un grande
telone appeso in soffitta.
Fortezzato:
è la maniera di rifinire il
fondale nella sua parte superiore ed inferiore, con degli anelli che
permettono di fissarlo facilmente allo stangone.
Gelatina:
pellicola di materiale resistente al calore, trasparente e colorato,
utilizzata per colorire qualsiasi fonte di luce mediante
sovrapposizione, montata su appositi telaietti protettivi. È
prodotta in fogli con oltre 100 colori diversi.
Golfo mistico (fossa o buca dell'orchestra):
zona della sala vicina al proscenio, spesso posta ad un livello
leggermente inferiore del pavimento, nella quale alloggia
l'orchestra.
Graticcio/a:
chiamata anche soffitta. Piano calpestabile posto sotto il tetto del
palcoscenico, formato dalla posa in opera di travi quadrate di circa
10 cm di lato, alternate a spazi vuoti di ugual misura, attraverso i
quali fare scendere le corde che sollevano le strutture di scena.
Tali corde scorreranno su rocchetti (vedi voce relativa) montati tra
le due travi vicine.
Macchinista:
tecnico preposto al montaggio delle scene ed al loro funzionamento
durante lo spettacolo.
Mantegna:
robusta trave ancorata in genere alla parete laterale del
palcoscenico, in genere di legno, alla quale legare le corde che
sostengono il materiale al di sopra della scena.
Ordine del giorno:
foglio affisso in luogo predisposto del palcoscenico o sue
adiacenze, compilato quotidianamente a cura del direttore di scena,
che stabilisce dettagliatamente il programma di lavoro (prove e
spettacolo) per il giorno seguente e qualsiasi altra comunicazione
come lode, biasimo, multa, trasferimenti in altra sede (levata di
piazza), ecc. Il membro di una compagnia non può addurre a pretesto
la mancata conoscenza dell'ordine del giorno che è tenuto a leggere
prima di lasciare il teatro.
Palcoscenico:
parte dell'edificio teatrale destinata all'esecuzione dello
spettacolo e riservata ai tecnici ed agli attori.
Periacti:
strutture sceniche a tre lati, dipinti con diversi motivi, per
originare, ruotandoli nei cambi scena, tre ambientazioni diverse.
Pianta luci:
disegno in pianta della scena, con riportati i proiettori impiegati,
rappresentati secondo simboli più o meno generalmente riconosciuti,
ognuno con il canale dimmer al quale viene assegnato e con il numero
della gelatina usata.
Piantana:
cavalletto con una solida asta verticale, spesso telescopica, sulla
quale vengono assicurati in vari modi i
Platea:
la parte della sala destinata agli spettatori.
Praticabile:
vale in generale per qualsiasi superficie piana o inclinata, anche
accidentata, sopraelevata sul piano del palcoscenico, che permetta
agli attori di agire scenicamente su di essa. In particolare i
teatri sono forniti di praticabili a misure standard di 2 x 1 m ed
altezze progressive di 20, 40, 60, 80 e 100 cm, variamente
componibili.
Proscenio:
la parte del palcoscenico posta davanti al boccascena.
Prova:
momento della messa a punto di uno spettacolo.
Prova costumi:
momento delle prove di uno spettacolo in cui gli attori indossano i
costumi di scena, in presenza del disegnatore luci e del regista,
per dar loro modo di apporre delle variazioni sul piano luci e farne
risaltare le caratteristiche.
Prova generale:
ultima prova prima di uno spettacolo, effettuata completa, cioè con
tutti gli elementi necessari: scene, costumi, musiche, luci e senza
interruzioni.
Puntamenti:
dirigere ed eventualmente sagomare il fascio di ogni proiettore come
descritto nella pianta luci.
Quinta:
elemento scenotecnico in tela libera, appeso in soffitta o fissata
ad una struttura portante (quinta armata) assicurata al piano del
palcoscenico, disposto simmetricamente in uno o più ordini e
delimitante lateralmente il palcoscenico. Può essere di colore unico
(in genere nero) o dipinto scenograficamente.
Regista:
è colui che "regge" la messa in scena di uno spettacolo, avendo la
responsabilità dell'impostazione estetica e tecnica di uno
spettacolo e della sua realizzazione.
Retropalco:
tutta quella parte del palcoscenico nel fondo e ai lati che rimane
fuori dalla vista degli spettatori.
Ribalta:
nel teatro rinascimentale era quella parte leggermente sollevata del
proscenio che, ribaltata mediante cerniere, determinava
l'occultamento delle luci di proscenio. Oggi vale in senso lato
anche per lo spazio posto avanti al boccascena, cioè il proscenio
stesso.
Rivetta:
è una piccola costruzione scenografica, alta dai 40 agli 80 cm, che
solitamente si mette in prossimità di un fondale e serve a coprire i
corpi illuminanti che illuminano il fondale dal basso.
Rocchetto:
rullo in legno, teflon o metallo, di diametro intorno ai 5 - 10 cm,
largo quanto lo spazio tra le travi calpestabili della graticcia e
assicurato ad esse, libero di ruotare su un perno metallico o
montato su cuscinetto a sfere. Una larga scanalatura permette che le
corde vi scorrano attorno senza uscirne.
Sarta:
persona addetta alla realizzazione e
manutenzione dei costumi di scena, nonché ad aiutare gli attori nei
veloci cambi d'abito.
Seguipersona:
corpo illuminante di grandi dimensioni posizionato quasi sempre in
alto su torrette che lavora in accoppiata su lati opposti,
presidiati da personale specializzato a movimentare le luci. Ha un
fascio di luce ristretto e circolare che viene anche chiamato
“occhio di bue”.
Servizi:
impianto di illuminazione del palcoscenico usato in assenza di
spettacolo, per permettere lo svolgimento dei lavori di
manutenzione, montaggio e di pulizia.
Scena:
è la divisione classica di un testo drammatico in genere
determinata, dall'entrata o uscita di uno o più personaggi o da
cambiamento di luogo o tempo
nonché il luogo scenico per l'azione degli attori.
Scenografo:
ideatore dello scenario. Gli compete, dopo intesa col regista,
fornire i bozzetti, eventualmente i modellini, i disegni esecutivi
in scala per la realizzazione dello scenario, seguendone le varie
fasi di costruzione e montaggio.
Siparietto:
secondo sipario di stoffa più leggera,
usato tra quadro e quadro per cambiamenti di scena. Vale anche per
indicare una breve scena recitata sul proscenio davanti ad un
siparietto.
Sipario:
cortina di stoffa drappeggiata o tesa, divisa in due parti o intera,
che separa la sala dal palcoscenico. Può essere: all'italiana, alla
francese, all'imperiale o tedesco, epico o alla greca, alla
burattina, dipinto, ecc., a seconda dei diversi sistemi di apertura.
Siparista:
colui che è addetto alla manovra del
sipario.
Sottopalco:
la parte sottostante del palcoscenico.
Suggeritore:
colui che segue da dietro una quinta o alla buca del suggeritore
posta al centro del palcoscenico, le parti recitate dagli attori e
dei cantanti leggendole dal copione o dallo spartito. Deve essere in
grado di intervenire tempestivamente e con tono non troppo forte per
non essere udito dal pubblico.
Tagliafuoco:
robusta barriera metallica che, calata davanti al sipario in tela,
divide in due zone il teatro per proteggere la sala o il
palcoscenico da un'eventuale incendio. La resistenza al fuoco deve
essere come minimo di 120 minuti ed in genere la sua discesa,
oltrechè essere manuale, può dipendere dall'entrata in allarme di
sensori di fumo posti in diversi luoghi dell'edificio. Viene calato
tutte le sere dopo lo spettacolo ed è obbligatorio in tutti i
teatri.
Telaio:
elemento fondamentale della costruzione
scenografica, formato, come uno scheletro, da catinelle e rivestito
in tela (in quest’ultimo caso viene trattato pittoricamente) o in
legno diventanto così un elemento costruttivo molto più solido.
Tiro:
sistema di sostegno mediante corde per l'attacco in soffitta di
qualsiasi elemento scenografico o americana. Può essere motorizzato
o manuale.
Tiro contrappesato:
sistema usato per movimentare agevolmente un'americana luci o un
pesante fondale composto da un contrappeso che, opportunamente
collegato alla struttura da muovere, controbilancia il peso della
stessa.
Tirone:
barra metallica o in legno usata per sostenere una quinta armata,
installato dalla parte non in vista al pubblico.
Trabocchetto: quando le
dimensioni del
sottopalco lo
consentono, il palcoscenico viene costruito nella parte centrale con
moduli amovibili, in genere di dimensioni attorno al metro e mezzo
di lato; dal piano sottostante è possibile quindi far salire o
scendere oggetti scenici o attori per simulare apparizioni o
sparizioni degli stessi. Generalmente vengono usate macchine
idrauliche simili a montacarichi anche se è possibile l'uso di scale
o pianali mossi manualmente.
Zeppa:
è un semplicissimo pezzo di legno a forma di cuneo che ha molteplici
funzioni: serve a bloccare una pedana carrellata, a fermare una
porta, a incunearsi in mezzo a due piani che vengono fissati etc.
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