Marie Sallé, fu, insieme alla Camargo, una delle più celebri
danzatrici del XVIII° secolo. Ella si distinse dalla sua rivale per
il suo stile espressivo e sensibile, che influenzò le riforme
definitive del “ballet d’action” creando un nuovo stile di danza
basato sull’espressività e sul gesto mimico e anticipando in questo
modo nella prima parte del secolo XVIII° le riforme di Noverre.
Nata nel 1707 dal saltimbanco Etienne Sallé e dalla danzatrice
Marie-Alberte Moylin, nipote del celebre Arlequin e artista di
fiera Francisque Moylin, Marie, debuttò nel 1718 alla fiera di
Saint-Laurent. A quei tempi infatti il “teatro di fiera” o “di
strada” era uno dei luoghi creativi più vivaci per la danza in
contrapposizione con l’Académie Royale de la Musique che presentava
invece all’Opéra balletti basati soprattutto sul virtuosismo.
Allieva di Francoise Prevost, continuò ad esibirsi presso le fiere
di Saint-Laurent e Saint-Germain anche dopo il suo debutto
all’Opéra, avvenuto nel 1721
nel balletto “Les Fêtes Vénitiennes”,
alternando esibizioni pure a Londra dove si recò per la prima volta
nel 1725, portata da John Rich, insieme a suo fratello che divenne
il suo partner preferito durante la sua trentennale carriera. A
Londra esordì nel divertissement dell’entreacte di
“Love’s last shift”. Ritornata a Parigi, nel 1727 riscosse all’Opéra
un grande successo ne “Les amours de Dieux” ritrovandosi però a
rivaleggiare con Marie Camargo che, a quell’epoca, era la danzatrice
regina del palcoscenico parigino. Le difficoltà che incontrò a
Parigi le fecero scegliere di tornare a Londra che divenne, quindi,
il luogo principe delle sue esibizioni e dei suoi grandi successi.
Nel 1729, danzando nel pas de deux de’ “Les caractères de la
danse”, insieme al suo partner, abbandonò le usuali maschere che
fino ad allora venivano utilizzate in scena dai ballerini per dare
valore all’espressività del volto.
Dopo un periodo in cui sembrò voler abbandonare le scene a seguito
della morte del fratello avvenuta nel 1732, richiamata da Rich a
Londra, mise in scena nel 1734, prima coreografa donna nella storia
della danza, il balletto “Pygmalion” nel quale interpretò il ruolo
di Venere e si mostrò al pubblico vestita con un semplice costume in
mussola, alla maniera delle statue greche, e con i capelli sciolti.
Riprese quindi la sua carriera di danzatrice rivelando, inoltre, le
sue doti di grande interprete nei balletti “Bacchus et Ariadne” e
nel prologo danzato da Therpsichore nel “Pastor Fido” che Haendel
compose appositamente per lei insieme a dei divertissements
per le opere “Oreste”, “Ariodante” e “Alcina”.
Il ritiro temporaneo dalle scene della Camargo consentì alla Sallé
di ritornare a Parigi, dove danzò tra l’altro nel 1735 ne’ “Les
Indes galantes” di Rameau e nel 1737 nel “Castor et Pollux”. Lasciò
l’Opéra nel 1740 e, come pensionata del re, continuò sporadicamente
ad esibirsi nelle feste organizzate dalla Corte sino al 1752.
Ammalatasi di tubercolosi, morì a Parigi il 27 luglio 1756 accudita
dalla sua più grande amica, Rebecca Wick, alla quale lasciò in
eredità i suoi pochi averi.
Le riforme che apportò nel mondo del balletto ebbero il plauso di
Noverre che si trovò d’accordo con i suoi precetti. Come danzatrice,
la Sallé fu amata per la sua naturalezza, grazia ed espressività e,
come donna, per la sua intelligenza e virtù.
Links
Biografia
Biografia su informadanza.com
La riforma
di Marie Sallé su informadanza.com
Il teatro
di fiera di Parigi