FILIPPO TAGLIONI
Filippo Taglioni,
una tra le più grandi personalità della danza dell’800, fu il
coreografo a cui si deve la nascita del balletto romantico.
Nato a Milano il
5 novembre 1777, era il figlio di Carlo Taglioni, un apprezzato
danzatore che lavorò in parecchi teatri italiani. Filippo e suo
fratello minore, Salvatore (1790-1868), futuro coreografo, così come
le sue sorelle, Giuseppina e Luisa, future danzatrici, furono
naturalmente indirizzati fin da piccoli verso la danza ed ebbero il
padre come primo maestro.
Filippo debuttò
come danzatore a sedici anni a Pisa, accanto alle sorelle. Dopo un
ciclo di ruoli en travesti, danzò in vari teatri italiani,
tra i quali il Regio di Torino e La Scala di Milano dove interpretò coreodrammi di Viganò, prima di diventare un ballerino dell’Opéra di
Parigi. Nella capitale francese si perfezionò nel 1799 con
Jean-François Coulon ed esordì nel balletto “La carovane du Caire”. La presenza all’Opéra
Parigi di Vestris e Gardel non gli consentirono però di
affermarsi come avrebbe meritato e, pertanto, quando, nel 1802, gli
fu proposto un contratto di primo ballerino al Teatro Reale di
Stoccolma, partì ben felice per la Svezia dove rimase fino al 1808.
A Stoccolma si sposò nel 1803 con Sophie Karston, figlia di un noto
cantante svedese, con la quale ebbe due figli Marie (1804-1884) e
Paul (1808-1884), entrambi destinati a diventare danzatori.
Nel 1808 Taglioni
fu chiamato a Vienna con l’incarico di maître de ballet. Qui esordì
come coreografo riallestendo la “Dansomanie” di Gardel ma
presentando anche alcuni suoi lavori. In seguito la famiglia visse
tra Vienna e la Germania fino a quando si trasferì a Parigi per
sfuggire al pericolo delle guerre napoleoniche. Iniziò quindi un
lungo periodo di scritture come coreografo e ballerino in varie
città europee fino al suo rientro a Vienna presso il Teatro Karntnerthor. Una volta stabilitosi in città, richiamò la famiglia e
in particolare la figlia Marie, alla quale si dedicò totalmente dopo
essersi reso conto che la sua preparazione artistica era
insufficiente. Lavorò con lei per sei mesi in maniera ferma e decisa
per più di sei ore al giorno e la plasmò infondendole uno stile
delicato e leggero e facendola impratichire sull’uso delle punte,
cosa a quei tempi inusuale per le ballerine. Il lancio di Marie
avvenne al Teatro Karntnerthor nel 1822 col balletto “La récéption
d’une jeune nimphe à la cour de Therpsichore” in cui danzò accanto a
lei nel ruolo di Zefiro. Da quel momento in poi il suo slancio
creativo lo dedicò tutto a sua figlia. Tornato a Parigi insieme a
Marie, che nel frattempo aveva debuttato all’Opéra in ruoli che non
l’avevano valorizzata compiutamene, creò per lei nel 1830 “Dieu et
la Bayadère” su musica di Auber e la volle come interprete. A questo
balletto danzato dalla figlia con grande brillantezza, vi prese
parte anche il tenore Adolphe Nourrit che in seguito ebbe grande
importanza per la nascita de “La Syphide”.
L'idea della
Sylphide nacque sul palcoscenico dell'Opéra di Parigi nel 1831
durante la "prima" dell'opera "Robert le Diable" di Meyerbeer. Il
tenore protagonista, Adolphe Nourrit, rimase colpito dalla grazia e
dalla leggerezza di Maria Taglioni, che volava come una farfalla
nella scena delle monache defunte con la coreografia del padre
Filippo che aveva creato per lei una geniale tecnica per danzare
sulle punte. Di fronte a quella visione eterea Nourrit ebbe come una
folgorazione: suggerì a Filippo Taglioni di realizzare un nuovo
balletto per sfruttare nel modo migliore la nuova tecnica basata
sulle punte e gli propose come soggetto l'ultimo romanzo di Charles
Nodier "Trilby ou Le Lutin d'Argail". Il coreografo si mise subito
all'opera con grande entusiasmo e, commissionata la musica a Jean
Madeleine Schneitzhoffer, creò il suo capolavoro.
La Sylphide andò in scena all'Académie Royale de la Musique (Opéra)
di Parigi il 12 marzo 1832 e ottenne subito un successo strepitoso.
Maria la danzò con Joseph Mazilier
circondata dagli straordinari macchinari scenografici di Pierre
Luc-Charles Cicéri e con indosso il vaporoso tutù bianco fin poco
sotto le ginocchia ideato per lei da Eugène Lamy. Nacque così “La
Sylphide”, il capolavoro di Filippo Taglioni ed il prototipo del
balletto romantico o ballet blanc che, per le sue
connotazioni estetiche, per la sua nuova tecnica di danza
assolutamente rivoluzionaria, per l'incarnazione degli ideali di
bellezza, leggerezza e purezza che emanava, ne avrebbero fatto un
modello, un caposaldo del romanticismo coreografico.
Il balletto “La
Sylphide” venne successivamente rappresentato con successo a Londra
nel mese di luglio dello stesso anno al Covent Garden con Marie, il
fratello Paul (nel ruolo di James) e la moglie di quest’ultimo
Amalia Galster (nel ruolo di Effie).
Nel 1833 Filippo
Taglioni proseguiva nei suoi trionfi mettendo in scena “La rivolte
du sérail”, un balletto che fu replicato ben 81 volte fino al 1840.
Anche in questo balletto danzò Marie insieme a Mazilier e Jules
Perrot e, successivamente, nel 1836 fu la volta de “La fille du
Danube” che, alla sua prima, fu osannata dal pubblico ma giudicata
un po’ severamente dalla critica. Nel 1837, il balletto venne di
nuovo rappresentato a Londra dove ebbe enorme successo e, poi,
rappresentato a San Pietroburgo nel 1838 nel corso della prima
tournée in Russia di Marie Taglioni , iniziata trionfalmente nel
settembre 1837 con “La Sylphide”.
In Russia
Taglioni creò “La Gitana” (1838) e “L’ombre” (1839), balletto poi
ripreso a Parigi nel 1844 col titolo “Les pas de l’ombre”. Nel
1841 all’Her Majesty’s Theatre di Londra fu rappresentato “Agläe ou
l’élève de l’amour”, forse l’ultimo balletto importante di Taglioni,
il quale, però, dopo il ritiro dalla scene della figlia, continuò
ancora a lavorare e a comporre coreografie fino alla soglia degli
ottant’anni.
Invecchiando divenne stravagante e dilapidò le sue fortune
investendo in speculazioni azzardate. Si spense in tardissima età
l’11 febbraio 1871 nella sua villa sul Lago di Como.
Titoli di
alcuni balletti di Taglioni e riferimenti su questo sito
1807 -
“Don Quischotte alla nozze di Gamache” [?]
1821 - “Nathalie oder das schweizer Milchmädchen” [Gyrowitz Adalbert]
1821 - “Lodoïska” [Umlauff e Gyrowitz]
1822 - “Margaretha, Königin von Catanea” [Count Wenzel von
Gallenberg]
1822 - “La réception d’une jeune nymphe à la cour de
Terpsichore” [?]
1826 - “Danina oder Jocko der brasilianische affe” [?]
1830 - “Le dieu et la bayadère” [Auber Daniel
Esprit]
1831 - “Robert, le diable”, divertissement per l’opera omonima
[Meyerbeer
Giacomo]
1831 - “Pas de six” , divertissement per «Nathalie ou la laitière
suisse»
[Caraffa di Colobrano Michele]
1832 - “La sylphide” [Schneitzhöffer Johann]
1833 - “La révolte au sérail” [Labarre Théodore]
1835 - “Brezilia, ou la tribu des femmes” [?]
1836 - “La fille du Danube” [Adam
Adolphe]
1838 - “La gitana ou el jaléo de Xéres”
[Auber e Schmidt Johann]
1838 - “Miranda” [Auber e Rossini Gioacchino]
1839 - “L’ombre” [Maurer Ludwig Wilhelm]
1841 - “Aglaë ou l’élève de l’amour” [Keller Johann Friedrich]
Links
Biografia su
balletto.net
La famiglia Taglioni
Filippo Taglioni in un articolo di Marino
Palleschi su balletto.net
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