La mia storia

 

 La mia storia, apparentemente banale è stata segnata, in realtà, da avvenimenti che hanno determinato diverse fasi contraddistinte da grandi cambiamenti di carattere familiare. Ho vissuto felicemente fino all'età di dodici anni (oggi ne ho 47) inconscia della mia condizione di privilegio sociale ed economico, in un paese lontano dell'Emisfero Australe. Mio padre lavorava in proprio ed è stato di grande esempio per me anche se non esattamente un modello da emulare dato che le nostre affinità elettive ci portavano e ci hanno portato spesso allo scontro, anche laddove sussistevano motivi di convergenza.

Catapultata nella realtà italiana improvvisamente i miei riferimenti sono svaniti, le mie sicurezze scomparse, il mio tenore di vita stravolto. Ho acquisito coscienza, per la prima volta della precarietà del mio stato, mi sono sentita oppressa da una grande metropoli quale è Roma. Molto, direi tutto, dentro e fuori di me era cambiato, a scuola inserita alla cieca in una quinta classe che l'anno scolastico era già iniziato ero la più grande e mi sentivo estranea.

Molto lentamente le cose sono migliorate a livello personale, poi la scuola superiore. Ho rinunciato per motivi economico - familiari alla mia grande passione per le lingue straniere ma con altrettanta inclinazione mi sono diplomata al liceo artistico.

A questo punto il grande dilemma: università(?), accademia(?). Non considerando che nella vita certe cose non tornano più, senza tenere in conto l'aiuto e lo stimolo della mia famiglia la decisione di cercare un lavoro, qualsiasi pur di acquisire indipendenza economica, anche a costo di mortificazioni morali. Parallelamente il tentativo di intraprendere l'insegnamento reso difficoltoso dal fatto che il lavoro ormai non mi consentiva di assentarmi per rispondere alle chiamate di supplenza (incredibile ma vero avute anche nel primo anno di entrata in graduatoria).

Ormai la mia vita era segnata, niente insegnamento ma un lavoro sicuro (il mio obiettivo?!), con questa bella certezza in tasca passano gli anni, mi sposo, nasce il mio unico figlio ed al compimento del suo primo anno di vita arriva il mio licenziamento e il crollo di tutti i miei progetti futuri compresa la possibilità di reinserimento nell'ambito dell'insegnamento. Casalinga forzata, ristrettezze economiche quasi come era successo in passato alla mia venuta in Italia.

Con il tempo c'è rimedio ad ogni cosa, passato lo smarrimento iniziale e raggiunto uno standard accettabile altro grande scossone alla mia esistenza: la malattia e la morte di mio padre. In questa circostanza dolorosa si è verificato un grande cambiamento e con esso un altro momento di crescita, mi sono sentita orfana nell'accezione più profonda del termine.

Con il crescere di mio figlio ho acquistato nuovi spazi e nuova coscienza di me. Altro lavoro temporaneo e poi l'incontro fortuito con il decoro della porcellana. La conoscenza, la passione la competenza caratterizzano il seguito della mia storia e il proseguo forse sarà condizionato (sconsigliato o agevolato?) anche da voi che mi state leggendo. Per quanto mi riguarda anche se non so ancora precisamente come e quando intendo fa conoscere diffondere e stimolare chiunque, soprattutto donne, affinché riacquistino il gusto ed il piacere di creare con l'ingegno e con le mani e da questo, magari, trarre anche l'occasione per accedere ad una, seppur parziale, indipendenza economica sia mia che di chi mi seguirà in questa strada.

Liliana Menichelli

Per informazioni scrivere a Limenic@tin.it

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