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Forum Euro-Mediterraneo degli Insegnanti in presenza - Il gioco

(http://www.exposcuola.info/forum/forum.asp?FORUM_ID=3)

La moderatrice ins. Gabriella Strino, all'interno della giornata Exposcuola dedicata al gioco,  illustra finalità e motivazioni del Forum, nato dalla crescente necessità di confronto all’interno dei gruppi partecipanti all’Expo e, in particolare, del gruppo che, nell’ambito dell’Expo 2003 ha dato vita al tavolo tematico “Un’idea per confronto”.  Ad un mese dall’apertura, nell’area Il gioco del Forum Euro-mediterraneo degli insegnanti si contano 50 interventi suddivisi in 6 aree di discussione.

Area accoglienza: è la prima area creata, l’area di benvenuto o meglio l’area di chi si vuole “mettere in gioco” e sperimentare un diverso modo di comunicare. Anche il Forum può definirsi un gioco, un gioco di creatività comunicativa, con regole da condividere e una tecnica da imparare.

Giochiamo con Rodari: per quanti vogliono parlare delle loro esperienze rodariane o per chi vuole conoscere Rodari, la sua Grammatica della Fantasia applicata alle diverse esperienze scolastiche.

Fumetti e videogiochi su Rodari: due esperienze condotte in provincia di Verbania, una in una scuola Superiore e l’altra in rete tra diversi ordini di scuole.

Giochi di un tempo:  per riportare alla memoria vecchi giochi, per farli sperimentare ai nostri alunni e…per ricordare la nostra infanzia. Interessante il confronto fra modalità differenti di condurre un medesimo gioco, così come si giocavano in varie regioni italiane.

 Giochi di oggi: giochi elettronici, videogiochi, interventi sulla valenza  educativa o diseducativa dei videogiochi.

Apprendimento e gioco: il gioco nella scuola, la ludodidattica e l’apprendimento, “E’ possibile trasformare in un gioco straordinariamente bello la cultura”?

Gabriella Strino sottolinea l’importanza di adottare strategie di coinvolgimento del gruppo finalizzate all’apertura, alla libera espressione della creatività, alla stimolazione della partecipazione come messa in gioco di se stessi,  già ampiamente sperimentate con successo all’interno di vari gruppi di lavoro e formazione. In detti contesti la comunicazione formale deve lasciare il passo alla comunicazione informale e libera, dove ciascuno possa sentirsi  a proprio agio nell’esprimere pareri ed opinioni, dove ciascuno possa essere in grado di stabilire una comunicazione vera con gli altri partecipanti al gruppo. E’ questa la modalità di lavoro adottata anche dal gruppo Un’idea per confronto, sia durante gli incontri di Expo 2003, sia nel corso dell’ultimo incontro tenutosi a Greve in Chianti.

I partecipanti al Forum aderiscono spontaneamente alla presentazione giocosa che permette a  ciascuno di porsi in relazione attiva con il gruppo, facilitando il processo di ascolto degli altri.

 Amilcare Acerbi , presidente del Comitato Scientifico Expo presenta le finalità del Forum, nato come bisogno psicologico di raffronto, momento di crescita di Exposcuola ed estensione del confronto anche nell’arco dell’anno. Si configura come percorso di formazione diretto tra scuola e scuola e pone le basi per la creazione di un circuito formativo su proposte progettuali scolastiche. Argomenti di discussione che coinvolgono anche ragionamenti su intercultura, pace, nuove educazioni e stili di vita così come risulta dai documenti redatti dal Comitato Scientifico Exposcuola e che costituiscono il filo conduttore al quale Exposcuola 2004 si attiene.

( http://www.exposcuola.info/archivio/2004/vademecum2004.mht )    

  I tre argomenti del Forum, il gioco, la relazione e le nuove tecnologie, hanno senso se inseriti in un progetto con obiettivi  ben definiti così com’è quello di Exposcuola che ha consentito la crescita della manifestazione dal momento della prima  edizione fino a tutt’ oggi.

Acerbi afferma il diritto al gioco dei bambini ribadito nella Carta dei Diritti del Fanciullo e in particolare si riferisce al gioco come dimensione di apprendimento e di qualità della vita. Afferma che  la scuola deve assumere il ruolo di paladina in difesa del diritto al gioco delle giovani generazioni. In particolare la scuola può rivestire un ruolo importantissimo nell’educazione ludica riferita ai media. Computer, televisione, cellulari e radio possono costituire strumenti attivi per porre le basi di un’educazione all’uso dei media, attraverso la comprensione dei linguaggi specifici di riferimento.   Il gioco assume importanza rilevante anche all’interno delle scuole ospedaliere: l’adesione emozionale utile per fissare meglio gli apprendimenti.

Nel contesto dell’apprendimento, il gioco eleva la qualità della vita, della relazione. L’apprendimento attraverso il gioco, quindi il divertimento visto come antitesi alle modalità di apprendimento tradizionali basate sulle sofferenze, ritenute inutili e quindi da evitare. La dimensione ludica modifica il tipo di relazione.

Spazi di gioco: edifici a disposizione dei bambini vuoti o non opportunamente riempiti. Gli spazi sportivi sono gestiti più per selezionare in base ad abilità che per allargare la partecipazione. Esistono ampi spazi non adeguatamente sfruttati o sottouttilizzati (parcheggi o spazi gioco). I bambini vivono la maggior parte del loro tempo davanti ad un video o un televisore, quindi in spazi ristretti e poco motivanti, se non seguiti e opportunamente preparati alla fruizione dei linguaggi mediatici.

  Dott. Spina presidente dell’ass. Ridere per Vivere, si occupa di applicare le tecniche della comico-terapia all’interno degli ospedali e anche in contesti educativi quali le scuole: la terapia del sorriso come prevenzione del disagio, vede il precursore in  Pacth Adams, il medico pagliaccio americano che per primo utilizzò queste innovative tecniche di cura.

Il dott. Spina ripercorre i fondamenti antropologici della comico-terapia, parla della creazione del mondo, secondo Francois Lonet, come momento di apertura, di sorriso, di gioia, un atto creativo liberatorio di Dio nei confronti del mondo. L’atto del Ridere è paragonabile ad un’emissione esplosiva di aria. Illustra le principali tappe della propria esperienza di dottore-pagliaccio e della propria opera di prevenzione del disagio giovanile legato alla violenza e al bullismo. Il gioco con il corpo e con le parole come momento creativo, positivo, il gioco canzonatorio, di derisione come aspetto negativo: mettersi in gioco vuol dire anche praticare l’autoironia.

Gennara Pepe ins. Scuola dell’Infanzia di Capaccio: rileva l’evidente contraddizione in termini tra gioco, divertimento, riso, aspetti che migliorano la qualità della vita, e il detto antico “Risus abundat in ora stultorum”. Sottilinea quindi il retaggio che ancora oggi predomina nella mentalità comune  che tende a non considerare il gioco e il divertimento come componente indispensabile della nostra esperienza.

Ricollegandosi al discorso dello spazio del gioco, afferma che più una città è attrezzata meglio può rispondere ai bisogni di giochi della propria infanzia. Analizza poi le modalità e la qualità del gioco nella scuola, in particolare in quella dell’Infanzia, ponendosi l’interrogativo se è meglio privilegiare il gioco libero o quello guidato.

Enza Marandino ins. di scuola Primaria di Capaccio: non esiste più il gioco libero perché non si lascia sufficiente spazio all’organizzazione libera dei bambini. Troppi i giochi proposti e pre-organizzati, i bambini perdono la capacità di giocare in squadra così come avveniva un tempo, quando le regole erano concordate e, di volta in volta, i bambini riuscivano a risolvere i problemi di gioco emergenti.

Docente Universitaria esperta di gioco di simulazione: sottolinea come sia necessario parlare più di libertà di gioco piuttosto che di diritto al gioco. A proposito del binomio gioco-spazio, sottolinea come esistano aspetti diversi legati a queste parole. Infatti si parla di gioco a spazio, spazio del gioco e spazio gioco in città. E’ compito dell’urbanista occuparsi della risoluzione dei numerosi problemi legati all’utilizzo degli spazi gioco nella città. I bambini oggi sono sempre più relegati in spazi gioco ristretti o scanditi da regole imposte e non hanno modo di sperimentarsi in spazi liberi.

Sottolinea la necessità di gioco per gli adulti e soprattutto l’esigenza di mettersi in gioco nel corso delle varie esperienze di vita.

Forte Tonia insegnante di Scuola dell’Infanzia di Capaccio: si interroga sul ruolo della scuola dell’Infanzia in relazione alla futura scuola Primaria, avverte la contraddizione esistente su ciò che sarebbe giusto fare e ciò che la società richiede: i bambini devono maturare determinati comportamenti all’interno della scuola, ma quali sono quelli giusti? Devono essere bravi bambini disciplinati o quali altri comportamenti devono adottare? La scuola dell’Infanzia sta gradualmente perdendo la propria immagine iniziale di scuola dove si esercita il gioco libero per configurarsi più come scuola preparatoria al ciclo Primario, dove si richiede al b/o di assumere determinate regole di comportamento. In questa dimensione il gioco risulta penalizzato perché subentra la paura da parte degli insegnanti di non rispondere più alle aspettative generali che richiedono sempre più alla Scuola dell’Infanzia di istruire più che formare, in un contesto simile il gioco risulta essere sempre meno praticato perché non ritenuto indispensabile all’apprendimento.

Insegnanti Scuola Superiore di Verbania: illustrano due progetti di ludodidattica nella scuola Superiore legati al Progetto Comenius. La prima è una parodia a fumetti della creazione biblica intitolata “E Dio creò la suocera”, la seconda è la trasposizione a fumetti del racconto di Rodari “La freccia azzurra”.

Presidente sezione campana Ridere per Vivere sig. Enzo Maddaloni: rimarca come, all’interno della nostra scuola, esistano due culture contrapposte: insegnanti che non si discostano da quelli che sono i programmi rigidamente confezionati e chi invece, come nel caso precedente, compiono esperienze divergenti: tuttavia all’interno della scuola c’è ancora troppa tristezza e poco gioco. La sindrome del bornout colpisce sia insegnanti che medici e infermieri. Necessità di estendere la tecnica dell’animazione partecipata quale metodologia per concorrere alla costruzione di progetti che pongano in primo piano la cultura del sorriso e non quella della tristezza. E’ necessario perdere le nostre rigidità per mettersi in gioco.

Maria Vicidomini insegnante della Scuola Primaria di Capaccio: illustra il progetto che ha coinvolto i due Circoli Didattici  lo scorso anno, legato ad attività di scrittura creativa raccolte in diverse pubblicazioni la cui presentazione avverrà in sede di Expo la mattina di sabato 20 novembre. Si sono offerti ai bambini momenti di libertà mentale e psicologica, i b/i sono stati liberi di giocare con la parole, attraverso l’uso di tecniche molto significative a partire dalla Grammatica della fantasia di Gianni Rodari.

Lanfranco Genito moderatore dell’area Forum “Le nuove Tecnologie”: sottolinea l’importanza di approcciarsi all’insegnamento attraverso modalità giocose, in oltre assume rilevanza il tipo di comunicazione che si instaura: utilizzare la tecnica del sorriso come modalità di comunicazione privilegiata. Per trasformare la scuola è necessario compiere uno sforzo per fare in modo che le “cose serie” vengano dette in modo accattivante e meno serioso possibile. Ricorda che, anche nella Bibbia, è contenuto il monito che dovrebbe incitare a trasformare e coltivare il nostro bambino interiore per guadagnarci il regno dei cieli.

Alessandro Turchi, moderatore dell’area Forum sulla relazione: l’importanza del gioco è sottostimata. Oggi prevalgono giochi digitali: computer, cellulari, playstation. I ragazzi hanno a che fare con giochi troppo strutturati, non hanno modo di esercitare la loro libertà e creatività.

Scandizzo Bartolo : come utilizzo il gioco a scuola: il gioco come modalità per sorprendere i bambini e per attirare la loro attenzione. La sorpresa è la cosa più importante, attraverso la sorpresa si riescono a far fare loro cose impensate. Quando una maestra o un maestro non hanno più voglia di giocare è ora che vadano in pensione.

  Patrizia Venditti Dirigente Scolastico di Napoli: a proposito della diffusione nella scuola del gioco come modalità di apprendimento, l’atto dell’insegnare sottopone forzatamente alla critica delle persone, è necessario possedere questa consapevolezza personale per assumersi le responsabilità che competono a ciascuno. A volte essere attorniate da persone critiche può essere stimolo per migliorarci.

  Gabriella Strino: ricorda ai partecipanti che all’interno del Forum  telematico di Expo si potranno sviluppare ulteriormente le tematiche dibattute in presenza, molte esperienze non affrontate oggi, sono là contenute (es. Direzione Didattica di Omegna ed esperienza su Rodari e la creazione di Videogiochi). La necessità di farci guidare dall’entusiasmo e farci coinvolgere personalmente è indispensabile al fine di estendere la pratica della ludodidattica nella scuola, riusciremo ad ottenere ciò che saremo in grado di trasmettere.

 Acerbi: viviamo in un periodo in cui si sta gradualmente uscendo dalla trasmissività del sapere per approdare al sostegno, all’aiuto dei bambini che stanno imparando ad affrontare il mondo. Non è vero che il bambino di un tempo, che ora stiamo idealizzando, sia stato veramente libero. Il mondo della scuola si sta gradualmente accorgendo che esistono dei limiti da superare, ma la risposta, la risoluzione del problema non può essere individuale, ma deve passare attraverso la socialità, il lavoro di gruppo e anche il gioco. Stiamo costruendo il nuovo non difendendo il vecchio, ma i meccanismi di educazione alla libertà e al gioco, chi ostacola quest’evoluzione vuole regredire nuovamente verso l’autoritarismo. Sottolinea l’importanza del collegamento tra enti, istituzioni, scuola e industrie del divertimento, al fine di far convergere le sinergie verso il cambiamento comune di prospettive. Strino ricorda che il dibattito potrà continuare all’interno del Forum che continuerà a rimanere aperto ed accogliere pensieri ed opinioni di quanti vorranno mantenere vivo il confronto.

                                    La moderatrice del Forum ins. Strino M. Gabriella