Louise
Brooks e il vaudeville
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George White Scandals
Dopo
la "blackest humiliation" da parte della Pitonessa della
danza americana, edotta, infine, sulla definizione di "salver"
dalla fida amica, Louise reagì con la consueta ragionevolezza: "Non
tornerò nel Kansas!"; e Barbara: "Non fare la
scema, Faccia di Torta. Ti troverò un lavoro in un attimo". |
A questo proposito è da ricordare un aneddoto raccontato da Louise in una lettera a James Card: "Un giorno,
durante una pausa delle prove, mentre vagava per l'Apollo Theatre, [George
Gershwin] sedette al vecchio pianoforte per le prove e cominciò a
suonare. Saltai su un tavolo e sedetti lì, a gambe incrociate, ascoltando
in silenzio. "Sai" dissi dopo un po' "la sola cosa buona
che hai scritto per lo spettacolo è Somebody loves me".
Di fronte alla faccia che mi rivolse, furibonda per l'offesa, un altro si
sarebbe rimangiato tutto. Ma mia madre era un'eccellente pianista. Avevo
vissuto e ballato tra la musica migliore. |
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Sopra, "The duchess of sidebottom" nei George White's Scandals |
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Frattanto Louise dimostrava idee chiare: "dovevo sbarazzarmi del mio accento del Kansas, imparare l'etichetta dell'elite sociale e imparare a vestirmi fascinosamente". Risolti in modo curioso i primi due problemi (cfr. Lulu in Hollywood), si precipitò da Milgrim, un negozio di Broadway, per acconciarsi à la Marilyn Miller, una delle stelle delle Follies. E, soprattutto, "fu allora che Barbara mi presentò a un gruppo di signori di Wall Street grazie ai quali potei comprarmi dei vestiti costosi". Guidata, infatti, dalla virgiliana Bennett, Louise cominciava a muoversi nel sottobosco del commercio sessuale di New York, dove ricchi milionari si disputavano le ragazze di Broadway (un vero "racket senza cuore"), in special modo presso l'Algonquine Hotel, sede di Robert Sherwood e Dorothy Parker nonché di Edmund Goulding (il futuro regista di Grand Hotel), che la approcciò senza successo. Dirà la Brooks: "Nella New York del 1924 c'era un gruppo di ragazze, scelto con cura, che venivano invitate alle feste date in onore di importanti uomini della finanza e del governo. Walter Wanger e Edmund Goulding le testavano. Dovevano essere ben educate e di assoluta integrità - e non comprometterli con la pubblicità o con la minaccia del ricatto. A queste feste non ci veniva chiesto di andare a letto con chiunque, come puttane qualsiasi, ma se l'avessimo fatto i vantaggi erano grandi. Soldi, gioielli, pellicce di visone, la parte in un film ...".
Intanto, la vita negli Scandals (in
cui militavano Dolores Costello e Dorothy Sebastian, futura moglie di
Keaton) era dura: nonostante la giovane età, Louise era la più esperta
del gruppo e suscitava invidie femminili ("The girls hated
me"); soprannominata "the duchess of sidebottom", raccontò
tale atmosfera nell'autobiografia Naked on my goat: in tale
scritto, prima distrutto, poi ricostruito in due capitoli (Who is the
exotic black orchid? e Amateur night in
Greeenwich Village) per James Card e Jan Wahl, narra, dissimulata
sotto il nome di Mary Porter, le acri rivalità del backstage, nonché la
seduzione (e l'abbandono) da parte di un attore inglese di second'ordine
(nello scritto celato dietro il nome di Tony), ennesima, notevole prova
dell'incapacità di Louise Brooks di scegliere gli uomini secondo il
proprio tornaconto. Café de Paris
All'arrivo a Parigi Barbara decise di
ritornarsene a New York, ma Louise volle restare e grazie all'ausilio di
un tale Archie Selwyn (descritto come "friendless, Frenchless,
jobless and penniless, but perfectly calm") arrivò fino
a Londra dove ottenne il lavoro al Café de Paris, prestigioso crocevia della
gioventù inglese e di artisti come Tallulah Bankhead e Noël Coward. Grazie all'esperienza Denishawn e Scandals,
le ginocchia di Louise fecero sensazione, poiché il charleston era
sconosciuto, almeno a quelle latitudini. Nel frattempo si era stabilita al
49A di Pall Mall (per il breve soggiorno londinese, assieme alla domestica
Nell, cfr. Remembering Louise Brooks di
W. K. Everson), dove presumibilmente incrociò un invecchiato Mycroft
Holmes. |
Sopra, Louise
Brooks nelle Ziegfeld Follies. Florenz Ziegfeld classificava
le ragazze in cinque tipi: |
"Non sono una ballerina di fila, sono una danzatrice":
così, in tono spudorato, si rivolse a Florenz Ziegfeld (1867 - 1932). Questi era
semplicemente il primo e più imitato organizzatore di vaudeville a
Broadway, vale a dire quello "spettacolo composito di
'arte varia', in cui si succedono numeri - o brevi apparizioni di genere
diverso, prevalentemente musicale, comico e drammatico - alternati con
attrazioni e cioè esibizioni di abilità e di agilità, senza alcun
legame o filo conduttore" (Vittoria Ottolenghi, cfr. Bibliografia),
il tutto miscelato con l'elemento ziegfeldiano tipico, le (belle) ragazze,
perché, come reciterà una canzone poi divenuta l'inno delle Follies,
"a pretty girl is like a melody". E Ziegfeld sapeva chi
fosse Louise Brooks: edotto da una spia da lui introdotta negli Scandals,
ne conosceva le qualità tanto da dirottarla subito nel suo nuovo
spettacolo, Louie the 14th. |
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Sopra, Louise Brooks (a destra?) presumibilmente "in the Peacock number". Secondo Charles Higham nello spettacolo No foolin, con Peggy Fears nella parte della protagonista, Louise Brooks e la quattordicenne Paulette Goddard (Marion Pauline Levy, 1911 - 1970) avrebbero ballato assieme. Ma è molto dubbio. |
Qui Louise troverà dei personaggi STORICI dello spettacolo americano come William Claude Fields (William Claude Dukinfield, 1879 - 1946) e Will Rogers (William Rogers, 1879 - 1935), il cowboy filosofo. Louise ammirerà sempre il primo su cui scriverà The other face of W. C. Fields, nel suo solito stile ricco di incidentali e di psicologia crepuscolare: "No, non è stata la fama a cambiare Fields. E' stato il disgusto e la paura di essere abbandonato a morire tra la spazzatura di Hollywood. (...) Aveva ridotto i suoi rapporti con la realtà, escludendo tutto eccetto il lavoro, riempiendo i vuoti con l'alcool, che appannava il mondo trasformandolo in una lontana visione di ombre innocue. Era anche un uomo solitario. Gli anni passati viaggiando da solo per il mondo come prestigiatore gli avevano insegnato il valore della solitudine e il sollievo che dava alla sua mente (...) Non sembra che abbia lasciato lettere, diari o altro materiale autobiografico. La maggior parte della sua vita resterà sconosciuta. Ma, come ha detto Ruskin, la storia di una vita non è mai uno scherzo". Al secondo riserverà sempre scetticismo e la famosa frase "I'll kill you, sonofabitch!" quando la gloria americana, al sommo di uno spettacolo, le spiaccicherà un chewing gum sul naso. In questa edizione ritroverà inoltre Ray Dooley, Lina Basquette, la bellezza Dorothy Knapp (cfr. aneddoto in ABC di Louise) e Peggy Fears che diverrà sua coinquilina al Gladstone Hotel. É INCERTO se ne divenne la compagna artistica in No foolin' (la Fears era la protagonista) in cui compariva la quattordicenne Paulette Goddard (l'ipotesi è del non sempre fededegno Charles Higham). Nonostante i numeri delle Follies la annoiassero, poiché troppo elementari, Louise raggiungerà una posizione ragguardevole nelle gerarchie interne: nel gran finale dello spettacolo, con tutti i membri schierati, lei e Will Rogers, che roteava vorticosamente una fune da cowboy, ascendevano una torre al centro della scena, finché, dopo l'apertura del sipario, un riflettore li illuminava. |
Anonimo, Broadway has unusual number of musical hits for summer, "Billboard", July 4, 1925 "Several new faces will be seen in the Summer edition of the Follies, the list of principals including ... Louise Brooks ..."
Robert Coleman,
Ziegfeld Follies a hit, "Daily Mirror", July 7, 1925 "The dancing of Dorothy Van Alst, Cricket Wooten,
Adelaide Seaman, Louise Brooks, Hilda
Ferguson and the Filler Girls is an excellent antidote for the blues" G.
V. C., "American" (NY), July 7, 1925 "Lina Basquette and Louise Brooks were animated things of joy. Both beautiful girls, both remarkable dancers and both so vivacious that one's blood tingles within thirty seconds after either one starts a dance" Bide
Dudley, "Evening World" (NY), July 8,
1925 "a distinct hit was made last night by Louise Brooks, who is dancing in several numbers" Stephen
Rathburn, "Sun" (NY), July 8, 1925 "last but not least, there is Louise Brooks, a charming brunette, who dances engagingly and has real personality. She would be a welcome addition to any revue" Don Carle Gillette, "Billboard", July 18, 1925 "There is another instance of unwisely encouraged precocity in the case of Louise Brooks. This snappy performer has some good stuff in her all right, but she is not ripe enough yet to come out as a principal. In the song number The rose of my heart, where she poses around while Irving Fisher sings, Miss Brooks is lost and out of place" Ibee, Follies, "Variety", July 18, 1925 "Early in the show there were half a dozen 'lookers' who were good 'Charleston' dancers as well - Dorothy Van Alst, Peggy Fears, Louise Brooks, Dorothy Knapp, Barbara Newberry, Helen MacFadden (daughter of the publisher) and Noel Francis" Roy Millet, Broadway flashes, "Artists and Models Magazine", September 1925 "Other new principals are Barbara Newberry, a Chicago beauty, Louise Brooks, formerly of Louie the 14th ..." |
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