I film perduti di Louise Brooks - Index

 

I film perduti di Louise Brooks I

The American Venus
A social celebrity
Just another blonde

 

I film perduti di Louise Brooks II

Evening clothes
Rolled stockings
Now we're in the air
The city gone wild

 

          Innanzitutto desidero ringraziare il defunto sito http://cps.net.au da cui derivano alcune delle immagini dei film perduti di Louise Brooks.

          Per ogni film vengono dati fotogrammi (o, in misura minore, foto dal set) più delle brevi trame desunte, rispettivamente, dal primo volume dell' "American Film Catalog", da "Variety", e dai maggiori quotidiani dell'epoca, il "New York Times" ed il "Chicago Tribune" dell'effervescente Mae Tinee. Il film più difficile da ricostruire nella sua trama sembra essere Now we're in the air, probabilmente perché non ne ha alcuna.

          Sembra che siano sopravvissuti brani di Just another blonde: significativo che tali brani includano tutte le scene in cui compare Louise Brooks. Impossibile averne la certezza e, in caso affermativo, l'edizione sarebbe difficoltosa, a meno che non venga allegato il tutto come bonus in un DVD.

          Secondo William K. Everson The city gone wild  fu lasciato sbriciolare negli archivi della produzione, pur essendo un film sopra la media. Anche A social celebrity (ma anche Rolled stockings, cfr. il volume di Robert B. Connelly, The motion picture guide, X, The silent film 1910 - 1936, Cinebooks, 1986) era guardato come piacevole commedia al di sopra della produzione corrente: l'ultima copia pare sia stata distrutta in un incendio alla Cineteca Nazionale Francese. Now we're in the air ebbe ottimi incassi; The American Venus, di cui sopravvive il trailer, sarebbe stato interessante da vedere per alcune scene a colori.

          Quanto resta della filmografia muta mondiale? Forse il 5-10%. Come per la letteratura classica antica. Qualcuno, come per la letteratura classica antica, sostiene che quell'esigua percentuale rappresenta comunque la produzione eminente poiché si ebbe interesse, naturalmente, a scegliere e salvare il meglio. Ragionamento inaccettabile: a parte che mi piacerebbe leggere le altre novanta tragedie di Eschilo e Sofocle, anche se (ma non è detto) minori; ma, per il cinema muto, eccettuati alcuni casi clamorosi e l'interesse delle cineteche, nessuno scelse nulla: per le produzioni di allora un film vecchio di pochi mesi era un film morto (come adesso), e, data l'impossibilità, anche per i cinefili, di creare un archivio personale, un film perduto. Come spesso accade, fu la reperibilità a sancire le fortune postume: chiunque può accedere a tutti i film di Bette Davis, ma chi può dire di aver visto tutti i film di Asta Nielsen, anzi chi ne ha visto uno? E di Herbert Brenon? Musidora era una grande attrice? Esiste una filmografia muta indiana, o polacca? E chi la vedrà mai? Ci sono voluti ottanta anni per rendere accessibili al pubblico italiano (insonne) i film muti di Ozu. Lo stesso per Louise Brooks: per anni è stato glorificato A girl in every port solo perchè visibile (anche nelle cineteche): poi è bastato accedere a It's the old Army game e Beggars of life per rendersi conto che sono pellicole nettamente superiori.

          Altra questione. E' davvero importante questa perdita? Purtroppo sì. Importante per un solo motivo, ma fondamentale: chi non conosce (leggi: tende a conoscere) tutta la storia del cinema giudica male. Anzi, molto male. Chi non conosce le delizie del cinema di Hong Kong degli anni Ottanta-Novanta (ma anche il noir giapponese) può, ad esempio, giudicare una goffa goliardata come Kill Bill in maniera entusiastica (cfr. le deliranti recensioni di "Filmcritica"). Chi conosce quel cinema, o un'attrice come Brigitte Lin, o pellicole - cito a caso - come Once upon a time in China I e II o A hero never dies, non può che arrivare a quel giudizio tranciante. Altro esempio: in Ghost dog, del peraltro encomiabile Jarmusch, il killer Forrest Whitaker uccide un mafioso sparandogli dal tubo del rubinetto. Ricordo che tale dettaglio mi colpì per la bizzarria. Poco tempo dopo scoprii che l'originale omicidio era una copiatura del bellissimo La farfalla sul mirino (Il marchio dell'assassino) di Suzuki. Lo stesso per altre scene. Erano citazioni? Forse, ma la mia ignoranza del film di Suzuki portò alla sopravvalutazione di quello di Jarmusch, che pure resta un buon film. I film occorre vederli, i commenti ai film evitarli.

          Ultima considerazione. Esiste la possibilità che tale perdita - la perdita irreparabile di migliaia di film muti o l'irreperibilità di fatto di altre cinematografie, che è lo stesso - sia trascurabile. Esiste la possibilità (anzi la quasi certezza) che il cinema - o la letteratura o la memoria - siano trascurabili. In un'opera di George Bernard Shaw viene portata a Giulio Cesare, il migliore fra gli uomini, la notizia della distruzione della biblioteca d'Alessandria. Egli giustamente sentenzia: "Lasciala bruciare. E' una memoria d'infamie".

 

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