Das Tagebuch einer Verlorenen
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Trama e note "Nella casa del farmacista Henning, la figlia
Thymian riceve dalla zia un diario come regalo della Prima Comunione. Lo stesso giorno la domestica Elizabeth, che è stata violentata dal farmacista o dall'assistente Meinert, è cacciata di casa e si suicida. Meinert seduce e mette incinta
Thymian. L'uomo, giudicando insufficiente la dote, rifiuta di sposarla. Per soffocare lo scandalo il neonato è collocato presso una nutrice (dove morirà poco dopo) e la ragazza affidata ad una casa di correzione. Il farmacista sposa Marta, la nuova domestica. Il correzionale è retto con inflessibile sadismo dalla direttrice e dall'istitutore. Una sera le ragazze si rivoltano:
Thymian evade e con l'amica Erika trova rifugio in un bordello, dove viene raggiunta al giovane Osdorff scacciato dal conte suo zio a causa della sua inettitudine. Alla morte del padre,
Thymian cede la sua eredità a Meta, che Meinert, diventato proprietario della farmacia, ha messo sul lastrico con due bambini. Osdorff, che contava sull'eredità della ragazza, folle di rabbia si getta dalla finestra. Al funerale
Thymian conosce il conte e lo sposa. Diventa patronessa della casa di correzione, e in tale veste, impedisce che Erika vi sia nuovamente rinchiusa" (Riassunto di Aldo Capizzi, cit., ancora con ottimo giudizio) Il film, uno dei migliori "muti" di sempre, viene così giudicato da Francesco Savio: "Maria [traduzione italiana di
Thymian] è, al tempo stesso, soggetto ed oggetto, vittima e memorialista; mentre la Lulu di Die Büchse der Pandora, incapace di prender coscienza di quanto le accade, "subisce" fino in fondo le conseguenze della propria condotta, devastata dall'atonia morale, ma riscattata da una generosità di sé esente da calcolo, o precauzione, o patema. Grazie appunto al contributo della Brooks, che sa fondere il momento critico col momento esistenziale del personaggio, Das Tagebuch einer Verlorenen resta un modello, forse insuperato, di film in equilibrio tra la terza e la prima persona: "spaccato" di una società e autobiografia di una donna che, dalla società,apprende a soffrire, a "bruciarsi", e, in ultimo, a ribellarsi (...) Col Tagebuch Pabst porta a perfezione la sua, corrosiva e attraente, tecnica drammaturgica. Una tecnica basata su antitesi estreme (Louise Brooks in bianco tra le viscide braccia di Rasp), su circostanze raccapriccianti (evasa dal correzionale, Maria si reca a visitare la propria bambina, ma sulle scale incrocia un uomo con una piccola bara sottobraccio: la bara della figlia), su particolari ossessivi (la scritta Verboten, Verboten, Verboten, ripetuta da tutti i muri del riformatorio), su inquadrature morbose (tra cuccetta e cuccetta, ad altezza di ventre, gli abiti delle ragazze si sfilano all'unisono, scoprendo, tutta eguale, la biancheria di tutte), su scene vagamente demoniache (la ribellione notturna delle ragazze della camerata, con quel loro saltar di letto in letto passandosi a volo il diario, e, poi, quella violenza collettiva esercitata sul direttore e sulla sorvegliante: specie di tortura a cento mani, tra perfida e grottesca). Francesco Savio, Visione privata, Bulzoni, pp. 269 - 273 L'immagine che si fissa nella memoria è, tuttavia, un'altra: quella di
Thymian che, la testa rovesciata all'indietro, si perde tra le braccia del primo amante del bordello, come stordita dal deliquio amoroso. Bellissima. Per saperne di più: - Bibliografia Thomas Gladysz:
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