Una Corrida da ricordare.

Una Corrida in quattro tempi quella del 2005. L'attesa spasmodica si è riversata ad ondate successive, con la sorpresa finale che ha un po' distratto l'attenzione di tutti, la comparsa dell'ex presidente del parlamento europeo Romano Prodi che negli ultimi minuti precedenti la partenza, ha veicolato tutta l'attenzione su di sé, mandando all'aria la rigida scaletta programmata dagli organizzatori della gara.
Tutto era partito da Gerusalemme, mesi prima, con l'idea di portare gli atleti palestinesi e israeliani a Modena per correre insieme, l'idea era partita dal vulcanico direttore della Gazzetta di Modena, Antonio Mascolo, che l'aveva lanciata lì sul tavolo come una sfida, come quando un vecchio giocatore di poker bluffando alza il tiro vedendo se poi qualcuno sta al suo gioco o invece si tira indietro.
Alla marcia della pace in Terra Santa vi erano in campo molti esponenti del mondo sportivo della città di Modena, e la sfida alla fine venne accetta dalla Fratellanza 1874, nonostante la stagione indoor da organizzare, con il peso di due gare ogni fine settimana da mettere in campo per i primi due mesi dell'anno, con la struttura fatta di volontariato e di famiglie consenzienti, tra varie liti ed accordi, alla fine si è riusciti a portare due delegazioni di atleti una israeliana fatta da quel gruppo che aveva corso da Gerusalemme fino al check point verso Bethlemme il 23 Aprile 2004, insieme con una delegazione di otto atleti, in erba, palestinesi, che tra visti negati ed un inglese stentato sono riusciti a venire a Modena per cercare di dare un significato più che mai ambizioso a questa trentunesima edizione della Corrida.
Quello che questi sedici atleti sono riusciti a fare nella settimana passata insieme nella città emiliana, se non rimarrà impresso nella storia, sarà almeno una pagina molto bella della nostra vita, insieme sì è riusciti a dimostrare che almeno nell'ideale sportivo genti cosi distanti possono trovare più di un punto in comune, che poi può servire da ponte per aprire un dialogo. Odiarsi, evitarsi, può essere molto più semplice che vivere insieme, ma alla fine è sicuramente meno bello di quello che si è provato insieme in questi giorni passati sotto lo stesso cielo.
Gli atleti israeliani, corridori navigati forgiati sui campi di mille gare come, la Berlino Marathon, New York, Parigi e chissà quante altre, nelle ore che precedevano la Corrida erano cosi nervosi da sembrare alla loro prima volta, i palestinesi invece più scanzonati che mai, tra una palla di neve tirata di sbieco ed una risata, non immaginavano quello che li attendeva. Tutti insieme ci si è recati sotto il Duomo di Modena, con l'unico neo subito risolto in autobus, di non portare bandiere addosso se non quella che li aspettavano sotto il Duomo.
Tra la folla incuriosita e una decina di fotografi indiavolati, con la presenza del Sindaco e del Vescovo insieme agli assessori allo sport della provincia e del comune di Modena, tra qualche operatore di Rai Regione, scomodata per l'occasione singolare, e diverse tivù locali, la marcia della pace si è mossa tra la folla che animava Modena e le sue bancarelle fino in Via Berengario, dove nella pausa che precedeva la partenza è comparso il professor Prodi che è stato subito assalito dai fotografi e giornalisti presenti. L'espressione del leader politico, un misto di stupore e di paura, tra spintoni e domande si è risolta nel box della partenza, insieme alle due delegazioni di atleti, ma questa è durata poco, fatti uscire dal box pochi secondi prima dello start della gara, gli atleti della marcia della pace insieme a Romano Prodi, contravvenendo alle rigide regole del patron della Corrida, Renzo Finelli, che prevedono che i primi a partire sono i primi duecento classificati dell'edizione precedente, hanno quasi alla chetichella, con quattro secondi d'anticipo sulla massa posta alle loro spalle, dato il via alla trentunesima edizione della Corrida di San Geminiano.
Quattro secondi perchè le due delegazioni e l'ex presidente del parlamento europeo potessero scrollarsi di dosso la calca di giornalisti e guardie del corpo, e quasi istantaneamente, come proiettili, Busienei Wilson Kipkemei, il due volte vincitore Benson Barus e il marocchino Ridouane Harroufi sono passati tra questo gruppo di atleti idealisti e la scorta in pantaloncini del premier, seguiti da tutta la teoria d'atleti pretendenti ad un posto di merito nella classifica della classica.
Dietro di loro il mare dei quasi cinquemila, troppo spesso definiti amatori, ma che formano l'anima d'ogni competizione, coloro i quali incarnano il pensiero decubertiniano, che dice " Perché cento si dedichino alla cultura fisica è necessario che cinquanta pratichino dello sport. Perché cinquanta pratichino dello sport è necessario che venti si specializzino. Perché venti si specializzino è necessario che cinquanta siano capaci di prodezze straordinarie. L'essenziale è partecipare. Tutto questo rapportato alla folla che riempie le competizioni su strada che sono nate in questi ultimi quaranta anni.
Il favorito, l'ugandese finalista alle olimpiadi d'Atene Busienei Wilson Kipkemei, è stato subito messo alle strette dal marocchino Ridouane Harroufi, che senza troppi complimenti ha fatto selezione staccando tutti nel ritorno da Cognento, così è sfumato il sogno del vincitore della passata edizione, Benson Barus, che staccatissimo è visibilmente affaticato sul cavalcavia che lo riportava a Modena ha ceduto il suo scettro di Re della Corrida. Il finale è lo specchio di quello che si era proposto a Cognento, pochi secondi che separano gli atleti, poche manciate di metri tenute allo spasimo correndo ad una media di poco superiore ai 2.50 al km con il trionfo del marocchino Ridouane Harroufi, sul veloce keniano Robert Sigei Kipngetich, che vanta 13 minuti e 15 secondi sui 5000 metri, dietro di lui l'eterno terzo Busienei Wilson Kipkemei e gli altri 1205 atleti della competitiva che tagliano il traguardo in tempo utile per essere classificati. Tra le donne invece va come da pronostico, o quasi, l'eritrea Sultan Simeret, nona ai campionati del mondo di Parigi 2003, campionessa d'Africa Juniores 2001, con un personale di 34 minuti sui diecimila metri, dopo il crollo della marocchina Izem Hafida, taglia vittoriosa il traguardo in solitaria, il suo sguardo è più riposato dei suoi colleghi uomini, lei può permettersi di arrivare sul traguardo con oltre 50 secondi dalla seconda, la keniana Syombua Mokunzi, un'eternità paragonata ai distacchi di pochi metri degli uomini, mentre terza staccatissima conclude la marocchina Izem Hafida.
Le premiazioni vedono lo speciale giubilo della delegazione palestinese per la vittoria del loro fratello arabo, Ridouane Harroufi, che lì va a salutare subito dopo.

Così poco a poco, cala il sipario su quest'edizione storica della Corrida di San Geminiano, i media troppo avvezzi ai rotocalchi calcistici si affrettano a titolare "Solito dominio africano" o a guazzabugliare su Prodi e le vicende politiche italiane, dimenticando troppo in fretta quei sedici volti venuti ad affermare, un sogno, il desiderio di ogni uomo libero che è quello della pace, desiderio che attraverso lo sport trova la sua massima espressione di vita, ma solo chi ha vissuto sul campo più che sulla carta l'evento sa che quest'anno è stato qualcosa di più di quello di cui si è narrato sulla carta, e questo per chi ha duramente lavorato in questi ultimi quattro mesi per realizzare tutto questo, (molto egoisticamente)" basta!"

Luigi Esposito (Gino)

Friday, 04-Feb-2005 1:35 AM


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