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Particolare foto in
alto a sinistra cortesia di Giancarlo Colombo per -Omega/FIDAL-
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Elisa Cusma si è ritrovata a vivere
una di quelle storie che sembrano uscite da un film, dove una
normale e tranquilla ragazza, quasi da 'porta accanto' con un
padre, ex campione di boxe, ed un allenatore che va controcorrente,
si ritrovano ad essere nel giro di pochi mesi al vertice dell'atletica
italiana con un posto per i mondiali di Helsinki.
Il suo tecnico di sempre, Claudio Guizzardi, è un secondo
padre per lei, inizia a seguirla da quando Elisa era giovanissima,
da quando frequentava la quinta elementare e vinse una corsa campestre
fatta a Castelfranco Emilia, battendo sia uomini che donne. A
Casa Cusma, Guizzardi è uno di famiglia, la piccola Denise,
la sorellina d'Elisa Cusma, subito va ad abbracciarlo e si siede
in braccio a lui, l'atmosfera e quella di una famiglia allargata,Cusma
esordisce subito dicendo" un altro allenatore mi avrebbe
di sicuro abbandonato da tempo, perché come tutti gli adolescenti
che hanno degli alti e bassi uno dei tanti pretesi tecnici professionisti
mi avrebbe di sicuro lasciato, ma Claudio no, lui ha scavato in
lei convincendola, litigando e portandola anno dopo anno a crescere
fino a farle credere in lei. Elisa aveva provato quasi tutti gli
sport, dal nuoto al pattinaggio alla danza, questo perché
suo padre campione europeo di pugilato dei pesi leggeri credeva
molto nello sport e voleva che sua figlia vivesse appieno questa
esperienza. Lucio Cusma era un campione negli anni ottanta,
i giornali di allora lo definivano il re del KO, il Rocky di Bologna,
questo ai tempi di campioni come Patrizio Oliva di Rocca, tempi
in cui conquistare un titolo significava faticare duro, non come
oggi, ci ripete Lucio Cusma scuotendo la testa, che si conquista
il titolo di campione italiano con tre o quattro gare; la boxe
per me è stata tutto. Lucio Cusma conquista il titolo di
campione europeo a capo di Orlando in Sicilia combattendo con
Giuseppe Gibilisco, forse si domanda incuriosito, un parente del
campione del mondo italiano di salto con l'asta, questo nel 1983,
quando nessuno avrebbe scommesso su di lui, e da solo andò
a combattere e a conquistare quel titolo che avrebbe portato nei
suoi ricordi per tuta la vita, Elisa aveva appena due anni, e
suo padre smetterà nel 1985 dopo undici anni di gare, lascerà
a malincuore perché non voleva fare " come si dice
in gergo" da materasso, ora a cinquanta anni continua ad
allenarsi e spera, seguendo sua figlia, di fargli capire che deve
gustarsi questi momenti perché poi li ricorderà
con malinconia.
La cronaca di questi ultimi mesi vedono Elisa Cusma partire
nella sua specialità gli 800 metri stabilendo un 2.05.98
fatto nel 2003 al meeting di Viareggio poi un brusco stop per
problemi fisici una malattia che in parte la segna e che non ricorda
volentieri, nell'autunno dello stesso anno riesce a riprendersi
e corre a Nuoro in 2.07.18, nel 2004 passa nel gruppo sportivo
dell'esercito ed inizia a migliorarsi fino ad arrivare all'Arena
di Milano dove corre in 2.03.79 arriva con questo risultato la
convocazione ai Giochi del Mediterraneo, poi seguono i campionati
italiani di Bressanone dove batte alcune delle favorite divenendo
campionessa d'Italia con il suo nuovo primato 2.03.60, ai giochi
del Mediterraneo arriva a sorpresa fino alla finale con un settimo
posto in una gara tattica, questa gara gli insegna molto perché
affronta atlete che si sono piazzate sui podi dei mondiali e dei
giochi olimpici, alla paura di competere con queste atlete subentra
la consapevolezza di stare crescendo, al Golden Gala di Roma arriva
il suo nuovo primato 2.02.03 fatto nella serie minore ma pur
sempre una delle migliori gare che si possono trovare in circolazione,
non per niente lo chiamano il meeting delle stelle. Guizzardi
capisce che Elisa vale di più, in una situazione agonistica
diversa senza troppi timori lei può fare di più,
la convince a gareggiare a Nuoro e anche lì Elisa si migliora
con il tempo 2.01.35 arriva a cinque centesimi dal minimo di partecipazione
per i mondiali di Helsinki, pochi giorni dopo in condizioni atmosferiche
peggiori a Lignano si migliora ancora in una gara in cui si ritrova
a gareggiare in quella che potrebbe essere una finale di un mondiale
ed arriva al suo primato che gli vale da biglietto per i mondiali
di Helsinki, 2.00.95, ma Guizzardi non è ancora contento,
per lui Elisa vale di più, con una partenza più
decisa evitando indugi nell'ultimo giro e provando a partire prima
nel rush finale, può ancora togliere un secondo arrivando
a 2 minuti netti o addirittura meno. Elisa ha la quinta prestazione
italiana di tutti i tempi, si aggiunge a nomi come Gabriella Dorio,
Spuri, Trabaldo, Agnese Possamai, ed al momento poche in Italia
possono tenergli dietro, anche se come ribadisce Guizzardi ogni
gara è una storia a sé, ma Elisa ci ripete Guizzardi
non ha ancora lavorato duramente con grossi carichi, come usano
fare tutte le sue avversarie, ad Elisa e a Claudio Guizzardi non
interessava andare forte a diciotto anni per poi perdersi pochi
anni dopo, come allenatore ha sempre cercato di rispettare l'organismo
in crescita di un atleta, un atleta, ci racconta Guizzardi, è
un progetto, deve essere orientato a lungo termine, non bisogna
cercare di bruciare i tempi con grossi carichi di lavoro, sarebbe
come dare del veleno ad un fiore. Il percorso che porta Elisa
ai mondiali, e un viaggio durato più di una quindicina
d'anni in cui Elisa e suo padre accompagnati da Claudio Guizzardi,
hanno creduto in un progetto che più di sport sembra una
filosofia di vita in cui s'inizia per gioco e poi si finisce vestendo
la maglia della nazionale, Elisa ci spiega suo padre, è
dura ma Claudio è ancora più duro, nei momenti duri
quando un altro l'avrebbe abbandonata, lui è rimasto accanto
a lei per cercare di aiutarla, il momento della maturità
è stato un passaggio difficile per Elisa, due anni di stop
in cui la ragazza non sa che direzione prendere, cerca di trovare
un lavoro, ne fa tanti da perderne il conto, cameriera operaia,
impiegata, poi ritorna in lei la voglia di correre e sentirsi
libera, libera di affrontare la pista di sentirsi veloce, di sfogare
la sua grinta il suo orgoglio di semplice ragazza che si ritrova
a mettere alle spalle le sue paure, prima ancora che le sue avversarie,
l'esperienza nel Cittadella Modena dove gareggia per undici
anni coprendo ogni sorta di gara, è un esperienza che l'aiuta
a maturare, poi nel 2004 entra nell'esercito nel gruppo sportivo,
e il momento giusto per Elisa, in cui può solo migliorare,
con Guizzardi a seguirla come sempre e suo padre a tifare per
lei. Per i mondiali il sogno di quest'insolito trio e che Elisa
possa continuare a battere se stessa, continuando questa favola
dei nostri giorni in cui il gioco di una ragazza d'undici anni,
che si ritrovo a vincere in una corsa campestre sia uomini che
donne, continui, regalandoci magari qualche sogno in più.
Particolare foto in alto a sinistra cortesia di Giancarlo Colombo
per -Omega/FIDAL-
Luigi Esposito (Gino)
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