" Il macro-testo giornale"… note di semiotica.

 

la definizione di "macro testo", forse azzardata, tenta di riassumere in una sola espressione l'insieme delle caratteristiche proprie del testo giornale :

contenitore di stili e sostanze né riconducibili ed esauribili in un unico codice interpretativo (e per codice interpretativo escludiamo ovviamente il codice linguistico basilare), né elaborate ed indirizzate ad un unico modello di lettore prevalente (destinatario).

Per far chiarezza vorrei fornire una breve definizione di testo, non strutturalista in senso stretto:

un testo è un insieme di sostanze espressive diverse , legate a più codici interpretativi, ma potenzialmente amalgamate in una coerenza strutturale che contribuisca in misura diversa alla generazione del senso finale (o sensi finali). Generazione messa in atto dal lettore nel momento della lettura.

Ebbene, la distinzione con il semplice "messaggio" è palese, questo infatti è riconducibile univocamente all'interno di un codice (più o meno rigido) che ne consente la codifica e decodifica, riducendo al minimo le interpretazioni devianti (tuttavia sempre possibili), specie se il destinatario ideale su cui si è costruito il messaggio (cucito su misura) corrisponde realmente al destinatario empirico che lo andrà a leggere, e se questo è conoscitore del codice su cui è strutturato il messaggio stesso(si pensi ad un codice per identificare libri in biblioteca).

Tale modello testuale qui rappresentato è d'impostazione non strutturalista, e identifica il processo d'interpretazione ("semiosi") con l'attività concreta del fruitore: non esiste un significato univoco legato indissolubilmente ad un significante (per così dire l'espressione linguistica /gatto/, il significante, non si riferisce ad un concetto univoco immanente, il significato), ed indipendente quindi dall'interprete o dal contesto di fruizione, come invece teorizza la semiotica strutturalista.

"Non c'è mai nudità di fronte ad un messaggio" (Klapper).

Nel testo quindi la decodifica è interpretazione, che necessita di presupposti culturali e fa continuo rimando ad elementi extra-testuali, frammenti di universi simbolici immanenti al tessuto delle relazioni sociali. Si pensi ad esempio ad un romanzo giallo, nella procedura di lettura il soggetto coinvolto attiverà sicuramente delle aspettative diverse dalla lettura di una bolletta telefonica (anche se quest'ultima delle volte genera aspettative non meno ansiogene…), aspettative che condizioneranno, guideranno, l'interpretazione finale. Ebbene allo stesso modo verrà affrontato un pezzo di cronaca rosa! Il lettore vorrà trovarci certe cose e non altre, ed il giornalista "dovrà mettercele".

Eco definisce le capacità d'interpretazione come potenzialità del soggetto destinatario, potenzialità dipendenti dal "bagaglio enciclopedico" (enciclopedie semantiche e culturali) di cui esso dispone per affrontare l'attività di lettura del mondo, e tradurre i segni veicolati (significanti) in altri segni di secondo livello (interpretanti) e così potenzialmente all'infinito (semiosi illimitata); che poi ci sarà coerenza con gli obiettivi dell'enunciatore è un altro discorso, e dipende dall'abilità del mittente nel prevedere e conoscere il proprio "pubblico" (vedi ricerche di mercato)

Terminata questa digressione, per praticità superficiale, torniamo sulla definizione ulteriore di macro testo, soffermandoci su un aspetto che la distingue dal testo propriamente detto. Nel giornale, ed in questo caso ancora di più ci riferiamo al quotidiano, è presente una stratificazione ulteriore di testi e contenuti solo fisicamente amalgamati in un corpo contenitore. Le pagine del giornale sono mondi separati con eventi e personaggi spesso inconciliabili (solo accomunati dalla "pubblicità"); certo alcuni dotati di affinità e continuità, tuttavia non necessariamente. In termini concreti se talvolta delle notizie economiche possono avere dei presupposti di politica o cronaca dipende dal tipo d'impostazione scelta dal redattore, e non da un collegamento sempre riscontrabile. Così come se in vero ci sono delle concause in eventi economici e politici, spesso per esigenze di spazio, o per mancanza di capacità d'analisi, o per convenzione (criteri di notiziabilità), queste non vengono sottolineate, e si procede ad una stesura delle notizie in compartimenti stagni, subito identificabili e consumabili dal lettore modello (abituato alla frammentazione!). Quindi il palinsesto del giornale si compone di più testi, ognuno riconducibile ad "orizzonti tematici" ben precisi e standardizzati (come detto per esigenze di ottimizzazione del lavoro produttivo e per convenzione) come la cronaca nera, giudiziaria, politica, lo sport e così via.

Tanti testi hanno anche contenuti e linguaggi molto diversi, quindi richiedono "competenze enciclopediche" differenti, e lettori diversi. Per lettore diverso non si deve intendere comunque un 'altro soggetto, ma un altro approccio al testo, che può essere inscenato anche dallo stesso lettore empirico, in congruenza con le sue conoscenze ed interessi. Il macro testo quindi racchiude in sé più lettori ideali (più o meno omogenei,), fedeli all'impostazione globale del "loro" giornale. Perché poi in fondo ci sono delle linee guida che sono per così dire il codice genetico di un quotidiano, le famose linee editoriali, ravvisabili (o dichiarate) prevalentemente in certe prese di posizione e nei confronti di certe notizie ( coerenza = +lettori). Il classico esempio è "l'editoriale", articolo in cui la cronaca degli avvenimenti è tinteggiata dalle idee e partigianerie di chi la scrive (il contrario del giornalismo "liberal" di vecchio stampo anglosassone). Tuttavia sarebbe grave se un giornalista dovesse assoggettarsi formalmente alla volontà di redazione o dell'editore (come in tempi non troppo lontani), anche se oggi non si deve sottovalutare il condizionamento psicologico della "cultura di redazione" socializzata durante il lavoro, e vero "nutrimento" di ogni "identità professionale" (F. Colombo).

 

Quest'aspetto è solo una delle tante variabili che intervengono nel parto di una notizia, ed è in ogni caso un'ulteriore conferma di come prima di tutto il giornale sia "fedeltà", rintracciabile in chi lo "scrive" ed in chi ogni mattina ne compra una copia… anche solo per passarvi dieci minuti d'intimità.

 

 

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