"Definizioni del testo giornale"

 

"Il giornale è prodotto industriale ed allo stesso tempo prodotto intellettuale" (P. Murialdi)

"il mio giornale? Pensi a suo figlio e moltiplichi tutto per dieci!" (Pulitzer)

"il giornale è uno specchio deformante del mondo" (Eco)

Si potrebbero citare migliaia di "contributi", frasi e riflessioni, per definire anche in modo suggestivo la magia della carta stampata, negli aspetti che più la identificano sia come creazione intellettuale e genio, sia come metafora dell'industrializzazione occidentale: esempio di ipertrofico sviluppo della velocità d'informazione funzionale, pertanto subordinata soprattutto all'evoluzione della tecnologia telematica e alle tendenze di consumo. Tuttavia le frasi riportate, apparentemente slegate, sintetizzano efficacemente quali contraddizioni alberghino nella "personalità" di un giornale, diviso a metà tra le esigenze di sopravvivenza commerciale e le romantiche spinte al compito/ dovere/passione (ingrediente necessario) di raccontare il mondo, rendendo i propri occhi filtri appassionati di quanto li circonda.

In poche parole, pur se "destinato" dalle logiche di produzione a contaminarsi con convenzioni linguistiche e standard di contenuto che forniscono immagini distorte e frammentate del Mondo (se non filtrate dalle adeguate "competenze semantiche culturali", proprie del lettore), il "giornale" risulta comunque efficace canale di auto ascolto sociale e "certificatore" della realtà vicaria (secondo la teoria dell' "agenda setting" , Shaw) oltre che indicatore, ed agente, di democrazia e sviluppo; soprattutto ora che, con le facilità d'accesso alla rete globale, è possibile letteralmente per chiunque partecipare al processo di costruzione, e circolazione, dell'informazione, corrodendo dal basso i monopoli forti del sistema mediatico, anche se poi non si acquisisce necessariamente lo status di fonte legittima, e si rimane poco visibili.