Il fenomeno del disagio insediativo delle zone montane

Benchè l’Italia possa vantare una lunga tradizione storica di "ricchezza insediativa" (cioè di armonica ed equa distribuzione della popolazione sul territorio nazionale), abbiamo assistito, dal secondo dopoguerra, ad un progressivo spopolamento ed impoverimento di vaste aree, soprattutto montane ed insulari, definite come aree di "disagio insediativo".

La recentissima ricerca promossa congiuntamente da Legambiente e Confcommercio (ottobre 2000) "Figli di un'Italia minore. Investire sul ben Paese. I servizi territoriali diffusi per la competizione globale" ha realizzato parametri quali i caratteri geografici dei singoli Comuni, i dati relativi alla popolazione, il livello dei servizi erogati (istruzione, assistenza sociale e sanitaria, commercio) ed il "dinamismo produttivo" , in base alla innovativa analisi detta delle "reti neurali artificiali", ed è emerso che ben il 35% dei Comuni italiani rientra in questa categoria.

Considerando il fatto che il disagio insediativo si traduce, in termini pratici, in una progressiva perdita di servizi per la popolazione residente e, dal punto di vista economico, in una netta perdita di competitività rispetto al mercato, risulta chiara la portata negativa di tale fenomeno.

Eppure la ricchezza potenziale di queste aree resta enorme se si considerano tutte le peculiarità rurali e montane, l’immenso patrimonio di tradizioni, di beni culturali ed ambientali, di prodotti tipici, di abilità manifatturiere, "di saperi e sapori", di tutte quelle diverse e composite realtà che hanno fatto dell’Italia il " Bel Paese".

Un importante sforzo a tutela e sostegno di queste zone dovrà, dunque, tener conto delle esigenze della popolazione relative alla "vivibilità essenziale", legata, in primo luogo, alla presenza ed alla riqualificazione dei servizi territoriali e commerciali , cui ci si auspica faranno seguito anche forme concrete di investimento per il rilancio sociale, ambientale ed economico.

In questo quadro il Molise (vd. allegato) si posiziona come fanalino di coda, vantando il triste primato di regione con il più alto numero di Comuni del disagio abitativo, anche se, per converso, non bisogna dimenticare che in queste aree svantaggiate continua a vivere, lavorare e produrre una parte non proprio trascurabile della popolazione, rispetto a quanto, invece, accade nelle altre realtà.

Se, per tanto, il Molise vorrà colmare l’enorme gap che la separa dalle "prime in classifica" dovrà prontamente adoperarsi affinché non vadano perse le ricchezze ed il patrimonio che questi Comuni custodiscono ed hanno fatto arrivare intatti fino ai nostri giorni. La sfida dovrà consistere proprio nella riaffermazione delle singole identità locali e nella creazione dei presupposti per cui queste aree possano competere con le altre sul mercato in una posizione di parità.

Questa operazione di recupero delle tradizioni e di apertura ad un futuro più roseo, puntando sulla salvaguardia delle singole caratteristiche dei Comuni del disagio abitativo, non potrà prescindere dall’intervento e dal prezioso ausilio delle stesse Comunità Montane presenti sul territorio.

In particolare, il ruolo più importante nelle politiche per il riequilibrio delle posizioni di svantaggio dovrà spettare alla Comunità Montana del Fortore per tutti i Comuni che ne fanno parte.

Quale centro di imputazione degli interessi ravvisabili in capo ad ogni singolo Comune, essa dovrà individuare una efficace e tempestiva azione a sostegno di queste aree.

L’azione potrà articolarsi secondo le seguenti linee guida:

Monitoraggio e manutenzione del territorio

Al fine di evitare catastrofi naturali la Comunità potrà avviare piccole attività di manutenzione del territorio a scopo preventivo (ricordiamo, a tal proposito, che, ai sensi dell’art. 26, comma 2 della legge regionale n. 34/1997, spetta alle Comunità Montane l’esercizio di funzioni amministrative in materia di forestazione preventiva, tra cui la sistemazione idraulico-agrario-forestale, nonché di consolidamento del suolo dall’erosione delle acque) e di mantenimento dell’assetto idrogeologico, incoraggiando il nascere di micro-imprese a livello locale, dotate della necessaria professionalità e delle tecnologie adeguate, con l’evidente finalità di tutelare e preservare il territorio e favorire lo sviluppo di nuove professionalità intimamente radicate e collegate con le realtà locali.

Sviluppo del "turismo rurale"

Assecondando quello che è un trend oramai consolidato, una importante occasione per accorciare le distanze tra le aree a disagio abitativo e quelle più ricche e "fortunate" viene dallo sfruttamento della campagna e delle aree montane e pedemontane a fini turistico-ricreativi.

Il turismo rurale è oggi un’importante voce per la crescita economica a livello nazionale, basti pensare che dal 1970 al 1993 gli operatori agrituristici sono passati da 80 a 80.000. Per tanto in una regione come il Molise, nella cui economia, da sempre, l’agricoltura gioca un ruolo fondamentale, è evidente quali ampie prospettive di sviluppo possa avere il turismo verde.

Compito specifico della Comunità Montana del Fortore sarà, pertanto, quello di promuovere iniziative di questo tipo nei Comuni che ne fanno parte, nell’ambito delle funzioni riconosciutele dall’art. 55 della legge regionale sopra richiamata, adottando le soluzioni prospettate nelle apposite sezioni di questo Progetto.

In particolar modo gli interventi dovranno esser rivolti alla creazione di strutture e servizi di accoglienza "diffusi e a basso impatto ambientale ma ad alto impatto culturale" (ad es. bed & breakfast, riuso di abitazioni inutilizzate, ricettività an plein air), alla creazione di figure professionali per l’accompagnamento e l’assistenza al turista durante tutto il soggiorno, la predisposizione di itinerari e percorsi per escursioni e qualunque altro strumento ed optional in grado di personalizzare la vacanza (vd. oltre l'idea progettuale sul Parco Letterario inserita nel capitolo sulla cultura).

Agricoltura e artigianato

L’idea che con questo Progetto s’intende avanzare è quella di uno sviluppo " ecocompatibile", che non può, evidentemente, che riguardare, in primis, l’agricoltura nell’ottica, per altro sempre più diffusa, di uno sfruttamento dell’ambiente compatibile e sostenibile.

In questo campo vanno registrati gli interventi, oramai numerosi, delle politiche statali in materia di ambiente (norme e regolamenti, sovvenzioni, agevolazioni fiscali etc.) e di diverse iniziative a livello comunitario.

La comunità Montana deve attivarsi per favorire pratiche agricole "non inquinanti", come nel caso dell’agricoltura biologica, per incoraggiare il rimboschimento (con effetti positivi anche per la prevenzione di catastrofi legate a calamità naturali), e, come osservato prima, potrà legare l’esercizio dell’attività agricola ad attività di agriturismo, valorizzando nel contempo i prodotti locali specchio della tanto decantata diversità delle diverse aree della nostra nazione.

Puntare, dunque, sul rispetto dell’ambiente come complesso e delicato ecosistema da preservare, puntare sulla "biodiversità", puntare sui prodotti locali e, dove possibile, reintrodurre colture tipiche nei loro luoghi di provenienza, anche a seguito di attività di ricerca storica e rivalutazione (come è accaduto nel caso del farro oggi tornato sulle nostre tavole).

Commercio

Il commercio riveste per le aree a disagio abitativo una duplice importanza: esso è, da un lato, il naturale sbocco per la produzione locale, dall’altro importante attività per ridurre il "rischio di marginalizzazione" delle popolazioni locali.

 Diversi sono stati gli interventi del legislatore nazionale e comunitario in materia.

Il D.Lgs. n.114/98 ha stabilito che alla regione spetta predisporre "gli strumenti normativi e gli incentivi per lo sviluppo della rete commerciale nelle aree montane e rurali", prevedendo, inoltre, la possibilità di svolgere in un solo esercizio congiuntamente, oltre che l’attività commerciale, "altri servizi di particolare interesse per la comunità, eventualmente anche in convenzione con soggetti pubblici e privati". Per tali aree le regioni possono disporre l’esenzione da tributi regionali ed i Comuni stabilire agevolazioni ai fini dell’esenzione da detti tributi. Analoghe facilitazioni fiscali aveva già previsto la legge sulla montagna n.97/98.

La Comunità Montana del Fortore potrebbe, pertanto, farsi promotrice di insediamenti commerciali che forniscano anche servizi pubblici e di interesse pubblico, da affidarsi in convenzione (servizi postali, servizi ambulatoriali di carattere igienico sanitario), laddove se ne ravvisasse l’utilità, senza contare che questi "empori polifunzionali" potrebbero essere impegnati nella valorizzazione e promozione dei prodotti tipici agro-alimentari ed artigianali.

Perché, dunque, questo straordinario patrimonio non vada perduto e per una reale rivincita dell’Italia minore dei centri del disagio insediativo, non si può prescindere dal ruolo centrale che i Comuni, in forma singola o associata, dovranno assolvere, garantendo l’esistenza di servizi territoriali diffusi e potenziando le infrastrutture di base (scuole, uffici postali, strutture commerciali, uffici per la protezione ambientale, collegamenti etc.), se non vogliamo che i Comuni in questione si trasformino in breve tempo in "ghost town".


 

Allegato

- Provincia di Campobasso -

Elenco dei comuni appartenenti ai gruppi di disagio insediativo

Sono presenti nell'elenco tutti i 17 Comuni compresi

nella Comunità Montana del Fortore.

 

Classificazione dei gruppi secondo lo studio di Legambiente e Confcommercio

I comuni dell’impoverimento o i contesti deboli (gruppo 1).

E' quello che caratterizza le aree interne e alcuni tratti delle coste di Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata e l’interno di Puglia, Campania e Molise. Un gap meridionale in aree di medio-elevato livello sul mare, con bassa densità demografica ma priva di forti shock demografici. Del gruppo fanno parte 1157 comuni, caratterizzati dall’ultima posizione rispetto agli indicatori relativi alla produzione, assistenza, commercio, turismo e ricchezza. Sono Comuni con basso reddito procapite (13.5 milioni rispetto ai 19.5 medi), un tasso di diplomati minimo (12% contro il 16% nazionale) e una tendenza migratoria elevatissima. C'è un bassissimo tasso di lavoratori, un basso livello di ricchezza immobiliare (36,6 milioni/ab. contro una media di 133), con alto numero (22,6%) di contribuenti sotto i 7 milioni di reddito (contro la media del 16,1%) e basso tasso (2.4%) fra quelli oltre i 40 milioni (5.5%). Fortissima l’incidenza del settore pubblico, quasi doppia (37,4%) della media nazionale (19,7 %) e una percentuale di utilizzazione delle strutture turistiche molto bassa (solo 13 giorni/anno rispetto agli 84 medi). Le autorizzazioni alimentari sono 8.3/1000 ab. contro la media di 7.5, con scarso rapporto tra i pubblici esercizi e il territorio (0,24 per kmq = un solo esercizio ogni 4 kmq, contro una media nazionale superiore a 0,8%). La fotografia è quella di una struttura sociale in forte crisi di competitività, con mezzi economici ridotti, un rapporto tra contribuente e residente mal dimensionato, peraltro resa ancora più difficoltosa dal peso del settore pubblico.

I comuni dell’anzianita’ (gruppo 7).

Il gruppo è diffuso nella zona dell’arco alpino (principalmente Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia), dell’Appennino tosco-emiliano e di alcune realtà locali di Toscana, Marche e soprattutto Abruzzo e Molise. Si tratta di una costellazione di paesi piccoli a bassa densità demografica, con popolazione anziana e scarsa dinamicità migratoria e naturale. Il gruppo risente limitatamente della migliore esposizione alle famiglie dell’assistenza sociale e sanitaria, della ricchezza e del turismo. Questi comuni, ben 1080, sono localizzati in area collinare e montana e presentano una densità demografica 8 volte inferiore alla media nazionale (solo 37 persone per Kmq.), un’incidenza del 10% dei ragazzi sotto i 14 anni sulla popolazione totale (rispetto alla media italiana del 16%) e un tasso doppio di anziani (29%). C'è anche una significativa carenza di laureati (solo 1,4%). La dinamica demografica è negativa. Le case non occupate sono 1 su 2 e la struttura commerciale è polverizzata con pochi addetti al commercio e pochissimi addetti alla grande distribuzione (0,15 % degli addetti per la grande distribuzione rispetto ad una media nazionale del 4,6%); anche il turismo non costituisce un elemento di forza: si calcolano 43 presenze per posto letto (rispetto alle 84 della media nazionale) e solo 123/ab. al valore medio di 981. Migliore il dato delle case per vacanza, forse l’unico patrimonio di questi comuni (47 presenze per abitante rispetto alle 13 medie nazionali). Difficilissima la situazione della ricchezza, della produzione e dei servizi erogati: gli sportelli bancari e i depositi sono al minimo livello così come i servizi alle persone e alle imprese; l’agricoltura non sembra rivestire un ruolo alternativo nello sviluppo locale (solo 35% di superficie agricola rispetto alla media di 48%). Pochi i contribuenti di rilievo (sopra i 40 milioni sono solo il 3,8% del totale) ma il rapporto tra contribuenti e popolazione rappresenta il massimo tra le aree in esame (1,3 rispetto a 1,6 medio); tale sintomo potrebbe indicare che la parcellizzazione della struttura produttiva funziona da garante dell’occupazione, sebbene i bassi livelli reddituali favoriscano l’emigrazione, scoraggino l’immigrazione e producano il decremento delle nascite. Preoccupa il dato degli alunni per 1000 abitanti: non si raggiunge il valore di 51 contro le 155 unità del valore nazionale.

 

 

I comuni della staticita’ (il gruppo 4).

Con una distribuzione sul territorio nazionale che amplia le criticità proprie dei due precedenti gruppi, si presentano i 593 comuni del gruppo 4, caratterizzati da indici a minore criticità rispetto a quelli dei gruppi 1 e 7, ma con l’aggravante del fatto che tutti i segni sono negativi.

E’ il gruppo che presenta caratteristiche tali da richiedere interventi particolarmente mirati per "sbloccare" una situazione di grave staticità.

1332 1 BARANELLO Campobasso Molise

1333 1 CAMPODIPIETRA Campobasso Molise

1334 1 CASACALENDA Campobasso Molise

1335 1 CASTELLINO DEL BIFERNO Campobasso Molise

1336 1 CASTELMAURO Campobasso Molise

1337 1 CERCEMAGGIORE Campobasso Molise

1338 1 CERCEPICCOLA Campobasso Molise

1339 1 COLLETORTO Campobasso Molise

1340 1 FOSSALTO Campobasso Molise

1341 1 GUARDIAREGIA Campobasso Molise

1342 1 JELSI Campobasso Molise

1343 1 LIMOSANO Campobasso Molise

1344 1 MAFALDA Campobasso Molise

1345 1 MATRICE Campobasso Molise

1346 1 MIRABELLO SANNITICO Campobasso Molise

1347 1 MONACILIONI Campobasso Molise

1348 1 MONTECILFONE Campobasso Molise

1349 1 MONTEFALCONE NEL SANNIO Campobasso Molise

1350 1 PIETRACATELLA Campobasso Molise

1351 1 PROVVIDENTI Campobasso Molise

1352 1 ROCCAVIVARA Campobasso Molise

1353 1 SEPINO Campobasso Molise

1354 1 TORELLA DEL SANNIO Campobasso Molise

1355 1 TORO Campobasso Molise

1356 1 TRIVENTO Campobasso Molise

1357 4 ACQUAVIVA COLLECROCE Campobasso Molise

1358 4 BONEFRO Campobasso Molise

1359 4 BUSSO Campobasso Molise

1360 4 CAMPOCHIARO Campobasso Molise

1361 4 CAMPOLIETO Campobasso Molise

1362 4 CASTROPIGNANO Campobasso Molise

1363 4 COLLE D'ANCHISE Campobasso Molise

1364 4 GAMBATESA Campobasso Molise

1365 4 GUARDIALFIERA Campobasso Molise

1366 4 MACCHIA VALFORTORE Campobasso Molise

1367 4 MONTAGANO Campobasso Molise

1368 4 MONTELONGO Campobasso Molise

1369 4 ORATINO Campobasso Molise

1370 4 PALATA Campobasso Molise

1371 4 RICCIA Campobasso Molise

1372 4 ROTELLO Campobasso Molise

1373 4 SALCITO Campobasso Molise

1374 4 SAN FELICE DEL MOLISE Campobasso Molise

1375 4 SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI Campobasso Molise

1376 4 SAN GIULIANO DEL SANNIO Campobasso Molise

1377 4 SAN GIULIANO DI PUGLIA Campobasso Molise

1378 4 SAN MASSIMO Campobasso Molise

1379 4 SAN POLO MATESE Campobasso Molise

1380 4 SANT'ELIA A PIANISI Campobasso Molise

1381 4 SPINETE Campobasso Molise

1382 4 TUFARA Campobasso Molise

1383 4 URURI Campobasso Molise

1384 7 CASALCIPRANO Campobasso Molise

1385 7 CASTELBOTTACCIO Campobasso Molise

1386 7 CIVITACAMPOMARANO Campobasso Molise

1387 7 DURONIA Campobasso Molise

1388 7 GILDONE Campobasso Molise

1389 7 LUCITO Campobasso Molise

1390 7 LUPARA Campobasso Molise

1391 7 MOLISE Campobasso Molise

1392 7 MONTEMITRO Campobasso Molise

1393 7 MONTORIO NEI FRENTANI Campobasso Molise

1394 7 MORRONE DEL SANNIO Campobasso Molise

1395 7 PETRELLA TIFERNINA Campobasso Molise

1396 7 PIETRACUPA Campobasso Molise

1397 7 RIPABOTTONI Campobasso Molise

1398 7 SAN BIASE Campobasso Molise

1399 7 SAN GIOVANNI IN GALDO Campobasso Molise

1400 7 SANT'ANGELO LIMOSANO Campobasso Molise

1401 7 TAVENNA Campobasso Molise