Macroprogetto ambientale ed economico
Alla ricerca di una vocazione territoriale
Il territorio della Comunità Montana del Fortore Molisano è caratterizzato da Comuni con problematiche molto diverse, ben distinti topograficamente con diversi poli attrattivi (alcuni infatti "tendono" a Riccia, ma altri a Campobasso ed altri ancora hanno migliori rapporti con Casacalenda-Larino).
Come dunque si può pensare di poter recuperare una identità culturale ed una caratterizzazione territoriale, premesse indispensabili alla definizione di un obiettivo comune che - ed è il segreto del successo - consenta a tutti gli attori chiamati alla sua realizzazione di sentirsi protagonisti?
La definizione geografica di questa porzione di territorio molisano si può riscontrare nella storia non troppo remota, l'uso del territorio e le definizioni amministrative lo identificano come baricentrico rispetto alla strada che da Volturara Appula (sede di antica diocesi), spesso coincidente con il tratturo Castel Di Sangro-Lucera, permetteva di raggiungere Riccia alla volta di Matrice (Taverna del Cortile) da cui poi si poteva giungere a Campobasso o procedere verso la Valle del Biferno; territorio definito a NW dal Tratturo Celano-Foggia e ad Est dalla antica Rotabile per Napoli che, giungendo al Quadrivio di Monteverde, attraversava il territorio di Mirabello alla volta del capoluogo amministrativo della Contea.
I collegamenti di queste tre strade attraversavano e coinvolgevano i paesi caratterizzandoli come gli elementi fondamentali di sostegno di una struttura economica e di presidio territoriale basata sull'artigianato, l'agricoltura e lo scambio con gli "operatori tratturali". Una popolazione solidamente legata alla propria terra, ma aperta ai valori dell'accoglienza ed esperta nelle abilità di mercato con il popolo dei transumanti e viaggiatori.
L'identità culturale dei 17 comuni della Comunità Montana del Fortore Molisano va dunque ricercata in questo tipo di vocazione territoriale: un territorio caratterizzato da grandi vie di comunicazione, ma basato sulla gestione attenta del territorio come ricchezza da sfruttare oculatamente (=risorsa); un sistema economico autonomamente sufficiente (ed in grado di produrre ricchezza per i nobili che abitavano nella Capitale), che si arricchisce della possibilità di scambio, nel rispetto dei valori tradizionali dell'accoglienza, della spiritualità, del calore umano.
La tipicità dell'esperienza dei tratturi nel territorio molisano è una unicità caratterizzante l'intero territorio Molisano. La ricerca di uno sviluppo socio-economico coerente non può allontanarsi eccessivamente da questo modello, che va inteso nella sua globalità e non soltanto come mera risorsa turistico-ambientale.
Il "tratturo" non è una semplice strada verde, ma un complesso sistema economico ed ambientale che coinvolge zootecnia, agricoltura, economia, e che è riuscito a rimanere in sostanziale equilibrio nelle diverse fasi storiche e politiche.
Per "cultura del tratturo" non dobbiamo intendere perciò "cultura della pastorizia transumante", che è di per sé esaurita e oramai definita storicamente. Va invece intesa come una complessa cultura generalizzata e territoriale che si traduce in equilibri delicati ed armoniosi di tutto ciò che riguarda l'Ambiente, inteso come "ambiente umano", come "habitat dell'uomo", e dunque attività antropica: uso del territorio e gestione delle risorse (pascoli, aree agricole, boschi, strade e paesi, castelli, monasteri e chiese…), trasformazione delle risorse (artigianato, enogastronomia), commercializzazione delle risorse e delle risorse trasformate.
Il proporsi oggi l'obiettivo del recupero della "cultura del Tratturo" non deve lasciare intendere l'aspirazione a ristabilire un quadro bucolico - peraltro poco credibile - o la mera raccolta di tradizioni popolari ovvero, ancor meno, la pedissequa "reintegra" dei terreni tratturali adibiti oggi a chissà quale uso, lecito o meno.
Viceversa ricercare la "cultura del tratturo" oggi significa cercare di stabilire un rapporto positivo con l'ambiente naturale e naturalmente antropizzato, ricercare i giusti equilibri tra città/paese e campagna, utilizzare le risorse ambientali in maniera economicamente vantaggiosa sostenendo attività economiche ecocompatibili; curare le tradizioni di socialità urbana, instaurare un rapporto positivo e coerente con le amministrazioni di ogni tipo, valorizzare l'uomo in quanto inserito nel proprio ambiente, rifiutando ogni forma di snaturalizzazione e secondo criteri assolutamente "moderni" di gestione territoriale.
Con le debite premesse fatte si ritiene che lo sviluppo economico globale possa essere realizzato nell'ambizione alla realizzazione di questo obiettivo unitario: il Parco Tratturale del Fortore Molisano: in ciò la Comunità Montana può espletare al massimo tutte le funzioni che le finalità delle Leggi le attribuiscono nella specificità del territorio molisano, proponendosi contestualmente come modello per l'intera regione e per le altre Comunità Montane regionali, proponendo un modello di sviluppo aderente alle caratteristiche territoriali.
Nella realizzazione di questo obiettivo che mira alla riduzione dello spopolamento mediante il miglioramento delle condizioni di vita e al miglior utilizzo delle risorse senza forzature del territorio, non si potrà che procedere operativamente per azioni distinte, ma è fondamentale avere ben chiaro l'obiettivo finale, unitario e forte, che gli obiettivi delle singole azioni concorreranno a realizzare.
Il concetto di "parco" non va infine considerato come una mera imposizione di vincoli limitativi e tutelativi, anzi: è una impegnativa "politica del fare" che qui si propone. E' un impegno preciso ed importante quello che coinvolge la Comunità Montana nelle funzioni di promozione, coordinamento, tutela, sviluppo, diretta gestione e controllo nel ricostruire un ambiente che sia effettivamente un "sistema" (cioè un insieme di elementi interagenti tra di loro) in perfetto equilibrio, nel controllo attento e puntuale degli elementi che compongono il microcosmo territoriale, economico, politico e sociale e nei loro rapporti intrinseci, che in definitiva chiamiamo "ambiente".
La realizzazione del Parco Tratturale del Fortore Molisano
Questo obiettivo è la meta a cui si tende nell'affrontare le diverse questioni territoriali; torniamo a ripetere che ogni questione ha bisogno della sua risposta, ma il rischio è quello di procedere ottenendo miglioramenti singolari che, non essendo finalizzati ad un obiettivo globale, rischiano di fallire comunque, producendo un miglioramento limitato temporaneamente, un palliativo. La grande sfida di questi anni sta nell'individuare delle possibilità globali di sviluppo coerente e stabilire dei criteri di controllo, dei principi di intenti, che diano chiarezza alle "singolarità operative".
Le singolarità operative, che definiremo "azioni", si realizzano in "progetti" e "questioni", sempre tenendo presente però l'obiettivo concreto ultimo che è la realizzazione del Parco Tratturale.
Le azioni saranno così differenziate:
Riferimenti alla Programmazione Regionale |
Progetti operativi |
cod. |
Approfondimento di progetto |
1) Azioni riguardanti la valorizzazione delle risorse ambientali e naturali |
1.1 |
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1.2 |
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1.3 |
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1.4 |
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1.5 |
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Progetto Interventi di minimizzazione di rischi idrogeologico-chimici e rimboschimenti |
1.6 |
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1.7 |
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1.8 |
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1.9 |
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1.10 |
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1.11 |
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2) Azioni riguardanti la valorizzazione delle risorse culturali e risorse umane |
2.1 |
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2.2 |
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2.3 |
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2.4 |
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2.5 |
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2.6 |
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3) Azioni riguardanti i sistemi locali di sviluppo |
Industria |
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3.1.1 |
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3.1.2 |
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Questione "PIP di Pietracatella ed inserimento nel parco tratturale |
3.1.3 |
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Agricoltura |
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Progetto Riqualificazione del paesaggio e agricoltura biologica |
3.2.1 |
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3.2.2 |
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3.2.3 |
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3.2.4 |
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3.2.5 |
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Allevamenti |
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3.3.1 |
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3.3.2 |
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3.3.3 |
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3.3.4 |
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Turismo |
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3.4.1 |
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3.4.2 |
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3.4.3 |
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3.4.4 |
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3.4.5 |
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3.4.6 |
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4) Azioni riguardanti il miglioramento della qualità della città e della vita sociale |
4.1 |
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Trasporti |
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Aree sportive |
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Servizi |
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5) Azioni riguardanti reti e nodi di servizi |
5.1 |
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5.2 |