Morfologia

Cariosside Il granello o chicco di frumento è una cariosside, cioè un frutto secco indeiscente, nel quale i tessuti del pericarpo sono concresciuti con quelli del seme: ha forma ovoidale ed è composto: a) dell'embrione; b) dell'endosperma; c) degli involucri. L'embrione si trova ad un'estremità della cariosside e rappresenta una piccola parte del granello; però ha un compito essenziale ai fini della riproduzione della specie. Infatti nell'embrione sono già formati gli organi principali del futuro individuo: a) le radichette, protette dalla coleoriza; b) la piumetta formata dagli abbozzi delle foglie e avvolta dal coleoptile; c) il fusticino o epicotile che unisce la piumetta alla radichetta; d) lo scudello o scutellum, formazione epiteliale tra l'embrione e l'endosperma. 

L'embrione contiene soprattutto grassi, sostanze azotate, enzimi, vitamine e ormoni. Gli involucri del granello sono costituiti da più strati di cellule di pericarpo e del sottostante spermoderma. I granelli di alcune specie (ad es: nel farro) restano rivestiti dalle glumelle anche dopo le consuete operazioni di trebbiatura. Nella parte opposta a quella dell'embrione il granello porta un ciuffo di corti peli; la faccia dorsale è più o meno convessa a quella ventrale è longitudinalmente solcata da una introflessione. La forma, le dimensione e l'aspetto delle cariossidi mutano con la specie e la varietà. D'importanza notevole nei confronti della qualità del prodotto e del suo impiego sono la consistenza e l'aspetto dell'endosperma che può apparire ambraceo, corneo, vetroso, farinoso, bianco, tenero, secondo la specie, la varietà e l'ambiente di coltura. Può accadere che uno stesso granello presenti zone contigue di carattere diverso. Tale aspetto è comunque in rapporto con il contenuto d'azoto: più esso è alto più la cariosside è cornea. 

Apparato radicale E' del tipo fascicolato e consta delle radici seminali e di quelle avventizie o secondarie. Le radici seminali sono quelle che si originano, in numero da 3 a 8, dall'embrione: sono sottili, ricchissime di peli radicali, sviluppanti sottili e delicatissime ramificazioni. Le radici avventizie si sviluppano successivamente a quelle seminali, a partire da quando la piantina ha formato da 3°- 4° foglia: esse spuntano poco sotto la superficie del terreno dai nodi della base dei culmi. Le radici avventizie, più grosse e robuste di quelle seminali, sono molto numerose e sviluppate, tanto che costituiscono la grande massa del sistema radicale. Tuttavia, anche se radici seminali formano una parte limitata dell'apparato radicale, esplicano l'importante funzione di assorbimento nei primi stadi di sviluppo delle plantule e, contrariamente all'opinione dei vecchi autori, permangono vitali ed attive per tutto il ciclo vegetativo della pianta. La profondità cui possono giungere le radici del frumento dipende dallo stato nutritivo della pianta e dalla natura del terreno. Nei terreni sciolti certe radici possono raggiungere e superare i due metri di profondità. Le radici più profonde servono prevalentemente ad assorbire acqua. 

Stelo e foglie Lo stelo del frumento è un culmo, costituito di nodi e indernodi; è provvisto di foglie e, all'estremità superiore, di infiorescenza. Il culmo ha sezione circolare, diametro decrescente dalla base all'apice e nella parte interna, in corrispondenza degli internodi, è vuoto o fistoloso. I nodi o ingrossamenti del culmo sono il punto d'origine delle foglie, costituite da una guaina, avvolgente il culmo stesso, da una lamina lanceolata e, nell'angolo formato dalla guaina con la lamina, della ligula e dalle auricole. Lo sviluppo e la forma della ligula e delle auricole (che in alcuni generi mancano rappresentano un carattere distintivo dei diversi cereali in erba. La ligula, che è il prolungamento della guaina ed aderisce come questa al culmo, ha il massimo sviluppo nell'avena e il minimo nella segale; le auricole, appendici falciformi abbraccianti il culmo, raggiungono il maggior sviluppo nell'orzo, il minore nella segale e mancano nell'avena. Il numero e la lunghezza degli internodi, l'ampiezza e il portamento delle foglie, il diametro e lo spessore del culmo sono caratteri mutevoli con la specie e la varietà e con le condizioni colturali. Essi hanno importanza, in particolare per quanto riguarda i caratteri morfologici e anche quelli anatomici del culmo, per la resistenza o la suscettibilità della pianta a quella grave e frequente causa avversa, nota col nome di allettamento sulla quale si tornerà in seguito. L'altezza che può essere raggiunta dai culmi del frumento varia molto con lo stato di nutrizione della pianta e, soprattutto, con la varietà: minimi di 60-70 cm in certe varietà nane e massimi di 160-180 cm. 

Infiorescenza Ogni culmo porta all'apice l'infiorescenza che nel frumento è una pannocchia spiciforme comunemente detta spiga. Ogni spiga è formata da un rachide, costituito da corti internodi, che porta ad ogni dente una spighetta. Ogni spighetta è formata da due glume che racchiudono diversi fiori, tutti fertili, ciascuno dei quali protetto da due glumette, una inferiore e una superiore. In certe varietà le glumelle inferiori presentano una resta: quindi si distingueranno frumenti mutici e aristati. Nella parte interna della glumella si trovano due lodicole o squamette che ringofiandosi dopo la fioritura provocano l'apertura delle glumette. Ciascun fiore presenta un ovario uniloculare con stilo bifido e stigma piumoso e un androceo di tre stami.

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