Le Contrade
dell'Etna 2008 a Passopisciaro, mostrano un grande futuro per il Nerello Mascalese
di Luigi Salvo
Domenica
16 Marzo 2008 sono andato sull’Etna nella tenuta Passopisciaro di
Andrea Franchetti, dove si è svolta un’interessantissima
manifestazione denominata “le Contrade dell’Etna 2008”, nella
quale ben 38 produttori del comprensorio tra Linguaglossa, Randazzo,
Castiglione, siti sul percorso che ha visto nascere il Consorzio
“Strada del Vino dell’Etna”, hanno presentato i loro vini non
ancora imbottigliati dell’annata ’07, insieme alle annate
precedenti.
Da
qualche anno lo straordinario territorio dell’ Etna è in
fermento, si sta ripopolando di produttori, queste vigne nelle varie
contrade si trovano su terreni di diversa composizione ed a
differenti altitudini, dove il Nerello Mascalese riesce a donare
vini veramente di grandissima finezza. Dopo questa “full
immersion” sono ancora più certo che nei prossimi anni questo
territorio farà molto parlare di sé, diventando un faro di qualità
nel panorama enologico siciliano. La somiglianza del Nerello con il
francese Pinot Nero è innegabile, a questa si aggiunge una sua
originalità dettata dal “terroir”, fattore che risulta
molto importante.
Veramente lodevole
questo evento ideato e promosso da Andrea Franchetti, produttore di
origine romane, ma toscano d’adozione per le sue vigne di quelle
terre, che in Sicilia produce l’ormai famoso Nerello Mascalese “Passopisciaro”.
Egli con lungimiranza ha messo a disposizione la sua struttura e
l’organizzazione delle postazioni dei banchi d’assaggio,
permettendo ai vari vignaioli di esporre i loro vini per poter
confrontare tra loro le varie produzioni.
Erano presenti per
testare e prendere consapevolezza dei numerosi nuovissimi vini
prodotti da questo vitigno, oltre ai colleghi della stampa di
settore e agli appassionati, anche i proprietari di due importanti
aziende, che hanno da poco investito sull’Etna con l’intento di
produrre vini in questo splendido territorio, Lucio Tasca d’Almerita ed
Alessio Planeta. La Tasca d’Almerita in contrada Sciaranova in
territorio castiglionese a 750 s.l.m. ha impiantato 14 ettari di
vigneto, e poco distante tra Sciaranova e Santo Spirito, Planeta ha
ne ha messo a dimora 10, e questo se da un lato la dice lunga sulla
lungimiranza di chi fa della qualità la sua filosofia, evidenzia
anche il fatto che avere tra la gamma di vini, un prodotto
dell’Etna, oggi è
certamente motivo di vanto aziendale. Il
Nerello Mascalese è un vitigno a bacca nera, a maturazione
piuttosto tardiva rispetto ad altri vitigni autoctoni siciliani,
prende origine dalla piana di Mascali, alle falde dell’Etna. Oggi
è presente con un complesso di popolazioni clonali eterogenee e la
sua qualità dipende fortemente dalla resa, fattori decisivi sono il
versante in cui è coltivato, il sistema di allevamento, con
l’alberello in primo luogo, e la densità dell’impianto, che in
alcuni casi raggiunge i 12.000 ceppi ha.
Andrea
Franchetti fa gli onori di casa, si ritrova con i vari produttori
nel zona di cantina adibita per il tasting, e sorride
evidentemente soddisfatto per la riuscita di questa giornata. Per
una chiaccherata, con estremo piacere mi invita a seguirlo lungo le
scale che portano al salone dell'antico caseggiato che ha
ristrutturato, nel quale si ritrova tutte le volte che risiede in
Sicilia nella sua Passopisciaro. Gli dico subito che apprezzo da
tempo il suo Toscano Tenuta di Trinoro, un vino entusiasmante. Mi
racconta che inizia la sua scommessa enologica nel 1992 in Val d'Orcia
in Toscana, dove acquista
un cascinale diroccato
e cinquanta ettari di terra, lavora in vigna con i vitigni
Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon, Uva di Troia e Cesanese
d'Affile, con rese
bassissime, 5 grappoli a pianta ed un perfetto grado di maturazione
delle uve. E'
lui
stesso l' enologo, crea da solo il suo prodotto non avvalendosi di
nessun consulente pluripremiato, il suo vino rispecchia in toto il
suo
volere.
La sua presenza in Sicilia non è un caso: "venivo spesso in
Sicilia per diletto, andavo spesso a Siracusa, poi un giorno sono
venuto sull'Etna, ho iniziato girare in lungo e largo, ed ho
comprato nel 2001 qui a Passopisciaro, ho ripulito tutte le antiche
vigne, il resto è li in
bottiglia". Robert Parker ha inserito il Passopisciaro 2005 tra i migliori 50
vini italiani con il punteggio di 95/100, tra questi solo due sono
siciliani ed il primo è il suo. Lui si
schernisce: "ho pensato a questa giornata di confronto tra i produttori,
perchè qui le potenzialità sono grandissime, è un territorio
unico, la crescita nella qualità si espande e comincia ad essere
evidente, sarà una grande calamita che attirerà i
consumatori". Il Passopisciaro nasce da tre diversi vigneti,
Sciaranuova a 800 s.l.m., Guardiola a 900 s.l.m. e Rampante il più
alto a 1110 s.l.m., le piante per ettaro sono circa 9.000.
Il Passopisciaro 2006
ha un colore
caldo e trasparente, naso elegante ed intenso di frutta e minerale,
di macchia mediterranea e liquirizia. L'entrata in bocca è di finezza
sottile e vibrante, la freschezza gioca amabilmente con la
sensazione pesudocalorica, il tannino è di gran fattura, la lunga
chiusura lascia piacevoli note d'erbe aromatiche.
Fra gli altri vini di gran pregio che ho avuto modo di
testare, come sempre ci sono i Nerelli di Benanti e Cottanera, gli
interessantissimi '07 di Tenuta delle Terre Nere, l'Etna di Scamacca
del Murgo e di Barone di Villagrande, l' Outis di Biondi. Voglio
pero descrivervi in particolare, proprio quelli che sin ora non
era stato possibile testare a nessun evento d’assaggio, e che mi
hanno particolarmente convinto per la loro bontà, tutti vini
la cui prima annata di produzione in bottiglia è stata la ‘06,
spesso limitata a meno di 5000 pezzi.
Terre di Trente 2006 I.G.T. Sicilia
90/100
Chi lo produce è una deliziosa coppia belga Trente Hargrave e Filip Kesteloot che con la loro
passione per la Sicilia mi spiegano che il vino proviene da un
ettaro di vigneto in contrada Mollarella di Linguaglossa da vigne di
oltre 50 anni a 400 s.l.m., e da due ettari di oltre 80 anni in
contrada Verzella a Castiglione di Sicilia poste a 800 s.l.m.., è
affinato per dieci mesi in barriques. Vino di grand’eleganza benché
ancora giovane, con aromi intensi e puliti, amarena, mora, carruba,
giusta presenza di vaniglia tabacco e liquirizia, dalla bocca piena
di lunga persistenza. Intrigante
Quota
600 Graci 2006 D.O.C. Etna Rosso
88/100
Alberto Ajello Graci alleva con passione le vigne a
Passopisciaro,
con una densità tra i 6.000 ed i 10.000 ceppi per ettaro, ad un
altitudine tra i 600 e 1.000 s.l.m., una parte dei vigneti è
impiantata a piede franco, cioè senza portainnesto. I
terreni di coltivazione sono bruni, d’origine vulcanica ricchi di
scheletro, franco sabbiosi, a ph neutro, ricchi di ferro e ad alto
contenuto d’azoto. La fermentazione del vino è tradizionale in
rosso, senza controllo della temperatura in tini di rovere
troncoconici, con macerazione a contatto delle bucce per 12 giorni.,
mentre l’affinamento si protrae per 14 mesi in grandi tini di
rovere di Never prodotti dal bottaio austriaco Stockinger con
svolgimento spontaneo della fermentazione malolattica.
La
mano di Donato Lanati è evidente, vino di grande finezza ed
eleganza olfattiva e gustativa, d’impronta territoriale marcata e
di lunga P.A.I.
Don
Michele 2006 Moganazzi D.O.C. Etna Rosso
87/100
Altro Etna dalle chiare caratteristiche di finezza e
piacevolezza., siamo nel territorio di Passopisciaro in contrada
Moganazzi a 650 s.l.m., l’età media delle vigne è di circa 80
anni, allevate ad alberello su un terreno basaltico ricco in silice
e minerali accessori. L’annata ’06 è il primo anno
d’imbottigliamento, la produzione si attesterà anche per il ’07
intorno alle 5000 unità. Il vino affina in barriques per circa un
anno. Naso intenso di frutto e spezie suadenti, la bocca pur essendo
di corpo è improntata su viva freschezza ed una leggiadra mineralità,
sorprende in chiusura per un balsamico lungo ed accattivante.
Fattorie Romeo del Castello
2007 D.O.C. Etna Rosso
85/100
Questo vino non ha ancora un nome, lo produce Chiara
Vigo di Romeo del Castello, la ’07 è la
prima annata di produzione. Per l’occasione di questo
tasting ha etichettato le prove di botte con una storica etichetta
di famiglia dei primi anni del secolo, che riporta il nome della
contrada di produzione Allegracore
nel territorio di Randazzo. L’enologo è il massimo competente
della zona Salvo Foti L’impressione che mi da questo en primeur è
di gran levatura, il naso è poliedrico e sfaccettato, il frutto
giovane in bocca è prorompente, con un tannino, tuttavia, che
mostra una finezza non comune.
Un
esplosione di entusiasmo questo tasting, un territorio quello etneo
dove è avvenuta una rifondazione basata sul recupero di antichi
vigneti, un paradiso dove l'autoctonia di vitigno e territorio si
fondono veramente al meglio, con un futuro, che non potrà che
essere bellissimo, come hanno dimostrato questi nuovi vini
all'esordio nel confronto con la critica.
Luigi Salvo
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