Vinitaly 2008 speciale foto

    

    

    

    

   

   

   

   

   

   

   

   

   

   

   

Un appuntamento canonico il Vinitaly                                                                          di Luigi Salvo

Il Vinitaly è un rituale che personalmente compio dal 1993, seppur presente con ruoli ed interessi diversi, ho visto mutare profondamente sia dal punto di vista strutturale, che organizzativo l'appuntamento enoico italiano più importante. Settimana canonica appunto, ma che per chi come me, passa tutto l'anno a degustare per gli articoli delle varie rubriche on line, cartacee, guide ecc..., e si l'occasione per partecipare a qualche conferenza stampa di presentazione, trovare qualche novità assaggiando qua e là, ma soprattutto diciamo la verità, per incontrare amici, fare rimpatriate con chi si è spesso in contatto solo via email o cellulare, ed alla fine terminare il pacco dei biglietti da visita appena confezionato.

                       

Se faccio mente locale e penso al vecchio padiglione 1 della Sicilia d'una decina di anni fa, sembra realmente passato un secolo. Dando una lettura a questo mio articolo scritto per un mensile siciliano nel 2001 al ritorno dal Vinitaly di quell'anno, sembra di esaminare un'altra Sicilia del vino, quella che iniziava a percorrere un'altro cammino e da più parti destava curioso interesse.

                                    

La fiera aveva una dimensione in termini di persone e stand decisamente più fruibile, il Sabato pomeriggio e la Domenica era possibile restarvi, oggi è molto difficile poter deambulare nei padiglioni in quei giorni, tale è il numero delle persone che vi si muovono. Per andare dal Piemonte alla Toscana non era necessario impiegare mezz'ora di cammino, e neanche mettersi ad aspettare la navetta per arrivarvi, e soprattutto non era di moda partecipare all'evento, che oggi un collega ha definito "fiera della vanità enoica". A parecchi non entusiasma, ma in realtà non se ne può fare a meno nel proprio calendario annuale, tutti al Vinitaly dunque, nella speranza di raccontare buone nuove.

Luigi Salvo