BEAUTIFUL
      Loveless(la fiction ideata da Alberto)

 

Ed ecco la fiction ideata da Alberto, dal nome

              LOVELESS

                               OTTAVA  PUNTATA

Rachel era immobile da qualche minuto, seduta sul divano, mentre cercava di sopportare il peso della notizia di cui era appena venuta a conoscenza.

Gregory le strinse la mano, ma lei lo fissò, con le lacrime agli occhi.

- Perché non me lo hai detto prima?-

- Non potevo, cerca di capirmi… E’ il segreto professionale che mi impediva di rivelartelo e…-

La ragazza si alzò di scatto in piedi.

- Mi stai facendo un discorso di etica? Tra di noi era nato qualcosa che non doveva nascere, tu sei sposato! E mi viene a fare un discorso di morale?! Nemmeno tradire la propria moglie è etico, ma non ti sei mai posto il problema! Nathan… Nathan è mio fratello! E tu avevi il dovere di dirmelo, di farmi venire a conoscenza di questo problema! – gridò lei, ancora visibilmente sconvolta dalla rivelazione.

- E’ una situazione diversa, prova a mettermi nei miei panni, Rachel! Io non potevo tradire la sua fiducia! E’ un mio paziente e…-

Lei perse la pazienza.

- Ed è mio fratello! Te ne sei forse dimenticato?! Quando mi portavi a letto, come potevi guardarmi negli occhi e non sentirmi un verme?! -

Greg scosse il capo.

- Lo so appena da una settimana! Le analisi le ha fatte poco prima delle nozze di vostra sorella e…-

Lei lo interruppe.

- Devi salvarlo! Tu… me lo devi! -

Lui la fissò, incredulo.

- Ma certo… Io sono sicuro che dopo una terapia, le possibilità di guarigioni saranno moltissime e…-

Rachel afferrò la borsetta che aveva posato all’ingresso, mentre l’uomo le stava parlando.

- Dove vai?- le domandò, preoccupato.

- Non riesco nemmeno a guardarti in faccia… Io… io ti odio!- disse, aprendo la porta e lasciando l’appartamento dell’uomo.

 

Quella mattina, Rick decise di seguire il consiglio che aveva ricevuto dall’amico.

Stava seguendo il suo ragazzo da quando era uscito di casa ed era riuscito fino a quel momento a non farsi scoprire.

Si sentiva colpevole per quello che stava facendo, sapeva che poteva essere deleterio se Nathan se ne fosse accorto, ma era necessario per capire cosa avesse provocato quel cambiamento in Nathan.

Si fermò, sorpreso, quando lo vide entrare, con passi sicuri, al Bay Hospital.

- Per quale motivo sta entrando…? – si chiese, mentalmente, seguendolo all’interno dell’edificio.

 

- Mi sento leggermente osservata…- disse Sarah, sorridendo alla sorella, mentre consumavano la loro colazione.

Estelle arrossì.

- Scusa, è che… per me è ancora incredibile. Non riesco a capacitarmi della cosa. Credevo di averti persa per sempre e invece…-

La donna annuì.

- Sono stati mesi molto duri per me. -

- Ma cosa hai fatto per tutto questo tempo?-

- Quando l’aereo stava precipitando, ho visto tutta la mia vita scorrere davanti a me. E’ una cosa che si sente dire spesso, ma… è successo davvero. Ha iniziato a tremare tutto quanto, le hostess cercavano di calmarci, però loro erano più nervose di noi. Avevamo capito che si trattava di qualcosa di grave. Poi, mi ricordo uno schianto fortissimo e… ho perso conoscenza. Ricordo poco dopo. Urla… Rumore di rottami e gente che chiedeva aiuto. Ma ho un’immagine chiara nella mia mente: mi sentivo trascinare via da qualcuno e in quel momento ho aperto gli occhi. Ho visto la collana che mi aveva regalato Tyler che pendeva dal finestrino del mio posto passeggero. Poi… l’esplosione, fortissima. – spiegò, passandosi una mano tra i capelli, e fissando il paesaggio che si vedeva dalla finestra.

Estelle le strinse la mano, commossa nel sentire quelle parole e aspettando che la sorella si sentisse pronta a proseguire nel racconto.

- Quando mi sono svegliata, erano passate alcune settimane. Ero in una roulotte. La persona che mi aveva salvato viveva lì. Mi ha curato per tutto quel tempo. Quando ho ripreso contatto con la realtà, non ricordavo più nulla. Era tutto assurdo per me. Non sapevo il mio nome, non ricordavo perché fossi salita su quell’aereo e quale era stata la mia vita fino ad allora. Yossi, questo era il nome dell’uomo, mi cercava di aiutare nei ricordi, ma era tutto quanto inutile. -

- Perché non ti ha portato in ospedale? – chiese la sorella, incuriosita.

- Non aveva il permesso di soggiorno, era un emigrato e viveva di quei pochi soldi con i quali era arrivato in America. Temeva che potessero esserci problemi per lui e sua moglie. Nella sua terra era medico, quindi ha saputo darmi tutte le cure necessarie… Gli devo la vita- disse, tristemente, mentre il suo viso veniva rigato da calde lacrime di dolore.

Fece un respiro profondo, poi concluse la spiegazione.

- Qualche settimana fa, ho aperto un giornale che aveva comprato. E… ho ricordato tutto quanto. C’era un articolo delle future nozze di Tyler Parker ed Alison Moore. E in quel momento tutte le immagini mi sono tornate in mente. Ho letto d’un fiato l’articolo e mi sono ricordata di Alison, la mia … migliore amica e di Tyler. Quello che doveva essere in quel momento mio marito. Ho letto che si stavano sposando… E ho ricordato tutto quanto… Non volevo ancora tornare, non me la sentivo, ma poi ho letto un ultimo articolo, in cui parlava della celebrazione delle nozze. E in una foto c’eri anche tu. Eri in un angolo, con lo sguardo assorto e la mente altrove. In quel momento ho capito che sarei dovuta tornare non per me stessa, ma per te. Avevo una sorella e lei non doveva soffrire inutilmente. Ho cercato quindi di capire come tornare e cosa avrebbe provocato il mio arrivo. -

Estelle annuì, piangendo.

- Cosa intendi fare ora? Quando parlerai con Tyler? -

Lei scosse il capo.

- Non sono tornata per rovinargli la vita. Voglio essere libera in questa città, voglio il divorzio… - spiegò, senza aggiungere altro.

 

FINE OTTAVA PUNTATA

 

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