PORTOGALLO 2000

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Stefano, Alessandro e Marco

29 Luglio

Ho preparato tutto per benino.

Al check-in, alla domanda "Qualche preferenza?" rispondo prontamente "Beh, posto non fumatore e magari di fianco al finestrino", non ricordando che comunque su gran parte dei voli ormai non è consentito fumare.


Eccomi, quindi alla ricerca del posto 24A, ben lontano da Alessandro e Stefano, miei compagni di viaggio, che hanno "checkinato" per conto loro. Ok, ho individuato il mio posto, proprio in coda all'aereo, ma è già occupato! "Se vuoi, mi alzo!", annuncia stancamente la ragazza seduta sul mio seggiolino. Il suo fidanzato o marito seduto conferma con un cenno. Decido di fare il brillante lasciando inalterate le disposizioni, tanto il volo ci deve portare solo fino a Monaco, dove poi prenderemo un altro aereo che ci condurrà a Lisbona.

Poco dopo il decollo hostess e steward si affannano per farci avere qualcosa da mangiare e da bere nel poco tempo che hanno a disposizione. La scelta è tra una striminzita brioche o un ben più sostanzioso panino. Dalla mia poltroncina percepisco le inesorabili risposte alla domanda dell'hostess "Sandwich or brioche?" che sono sempre ovviamente "Sandwich!". Non faccio neanche in tempo a preoccuparmi della possibilità di mangiare una brioche al posto del panino, che l'hostess, arrivata finalmente in coda all'aereo, dichiara candidamente "Sandwich: the last one!". Mentre alzo educatamente la mano rivendicando ciò che mi sembra quasi dovuto, vista la mia precedente concessione, vengo letteralmente travolto dal mio vicino di posto, che con un balzo felino si avventa sul sacchettino bianco tenuto dalla sorridente hostess. Rimango decisamente senza parole; del resto la rapidità del vicino farebbe impallidire un camaleonte intento a predare un insetto con la sua enorme lingua. Mentre in due bocconi faccio fuori la misera brioche che mi è toccata, noto la soddisfazione di chi mi siede accanto mentre ingurgita il suo enorme panino, e non posso fare a meno di augurarmi che almeno gli possa andare di traverso...

Ben presto arriviamo a destinazione e ci prepariamo all'atterraggio allacciando le cinture. L'aereo ha appena appoggiato il carrello al suolo e vedo una ragazza seduta davanti a me che fa strani gesti alla hostess. Capisco che chiede il consenso ad alzarsi che le viene concesso. In tempo quasi zero la poveretta si avventa verso il bagnetto dell'aereo dove rimette i resti di qualcosa che non è stato proprio digerito! Sadicamente mi compiaccio nel vedere che la mia maledizione ha avuto effetto, anche se ho sbagliato persona... Recupero il bagaglio a mano e scorgo un cenno di saluto da parte dei miei vicini di viaggio, ma l'unica risposta che rimane comunque soffocata nella testa è un bel "Mo' andè a caghér!"

Arrivati all'aeroporto ci catapultiamo al noleggio macchine per recuperare l'auto che ci condurrà in giro per il Portogallo in senso orario. Io parto armato delle letture del premio Nobel José Saramago che a dire il vero più di una volta hanno agevolato il mio sonno in queste calde notti estive. Stefano con la guida EDT ha già definito buona parte dell'itinerario, mentre Alessandro sembra più impegnato a scrivere SMS con il suo nuovo telefonino. "Ci sono di mezzo delle donne, vero Alle?" gli chiedo; lui risponde con un movimento eloquente e coordinato di bocca e sopracciglia, risaltando l'ingenuità della mia domanda.

La prima tappa, giusto così per assaggiare un po' di Oceano, è Cascais, dove ci fermiamo neanche un'oretta, il tempo di una passeggiata in centro e sulla spiaggia. A due chilometri Cabo do Inferno, gola formata dalle onde dell'Oceano, che dovrebbe sorprendere molto di più quando il mare è in tempesta, mentre oggi con questo sole rimane una neanche troppo alta scogliera sul mare. Ci rifiondiamo in macchina percorrendo una simpatica stradina che si addentra di tanto in tanto nel bosco. Altre soste a Praya do Guincho, patria dei surfisti, dove spira sempre un vento molto forte e Cabo da Roca, 145 metri a picco sul mare ed estremo lembo occidentale d'Europa. La prima meta è Sintra che visiteremo domattina, ma che nel frattempo abbiamo raggiunto.

E' la prima sera in Portogallo; certamente quegli affarini in similplastica debitamente insaporiti ed in qualche modo resi commestibili che ci hanno servito sull'aereo non ci hanno soddisfatto troppo, culinariamente parlando. Non c'è neanche bisogno di consultarci tra di noi per decidere che stasera una bella mangiata non ce la leva nessuno! "Sì, questo ristorante potrebbe andare!" azzarda Alessandro dopo avere sbirciato il menu esposto all'esterno. Entriamo ed effettivamente l'atmosfera è accogliente. Il cameriere, nonché proprietario del locale, ci invoglia immediatamente con assaggi non richiesti di pesce ed altri antipastini niente male. Seguiamo senza pensarci troppo i suoi consigli. Ad un certo punto il cameriere chiede "E per i vini, ne volete uno buono o vi porto il migliore?". Noi, abboccando come veri polli al nuovo trabocchetto, rispondiamo ingenuamente "Il migliore!". Beh, facciamola breve. Non vi dico quanto abbiamo speso, perché ancora mi rode dentro, ma se penso ai prezzi medi per una buona cena che avevo letto sulla guida mi piange ancora il cuore! Vabbeh, domani è un altro giorno...

30 Luglio

Arriviamo nella fresca piazza centrale di Sintra molto presto, si vede che siamo ancora agli inizi della vacanza! Sono le 9 del mattino, ma purtroppo le visite al Palacio Nacional non iniziano prima delle 10. Comunque non è poi neanche così male sedersi al tavolino del bar per una colazione, osservando la piazza pian piano svegliarsi. Il Palacio Nacional si trova proprio nel centro di Sintra e presenta due sporgenze verticali che ormai costituiscono una traccia distintiva di questa città. In realtà questi non sono altro che i maestosi comignoli delle cucine. Visto dall'esterno sinceramente sconvolge un po', mentre visitandolo internamente offre spunti decisamente più interessanti, tra bei giardini, maestosi azulejos (mattonelle di ceramica disegnate che sono una costante del paesaggio portoghese) e stanze riccamente ornate.

Occorre prendere la macchina per raggiungere il Castelo do Mouros. Ormai di questa fortezza rimangono solo le mura esterne, ma la passeggiata che si fa per raggiungerle in mezzo al bosco è tutto sommato piacevole. Nelle giornate particolarmente limpide da qui si possono osservare scorci panoramici rilevanti sull'Oceano Atlantico.

Il Palacio de Pena è poco più in là del castello. Vedendolo da lontano sembrerebbe piuttosto interessante, con dei colori decisamente insoliti per una residenza reale. In realtà, come ripetono un po' tutte le guide, questo complesso è una bufala architettonica ed anche io, che dell'architetto non possiedo neanche un mignolo, me ne posso accorgere. Tutto sommato esternamente fa la sua figura e conferisce un tocco decisamente importante alla montagna su cui si appoggia. Però, vedendolo all'interno, risaltano immediatamente i mix di stili e le scelte kitsch volute nel XIX° secolo dall'ingegnere prussiano von Eschwege, imbeccato in questa sua opera dal nobile Ferdinando di Coburgo - Gotha.

Lasciando Sintra il Portogallo si presenta con le vesti che gli avevo cucito addosso nelle letture che hanno proceduto questo viaggio. Innanzi tutto il clima si fa più caldo dopo la fresca parentesi di Sintra. Inoltre anche il paesaggio si fa più brullo e le strade più strette. Sulla strada capita di incontrare qualche traballante carretto trainato da cavalli e governato dal vecchio contadino del posto; la Mercedes che lo supera è forse la fotografia di un paese che cerca di togliersi di dosso la povertà che l'ha contraddistinto negli ultimi cento anni.

Mafra non offre granché. Oddio, c'è questo monastero immenso, fatto costruire dal re Joao V nei primi anni del settecento come voto per la nascita di un figlio. Una facciata di 220 metri, 4 ettari di superficie e più di quattromila tra porte e finestre. La sosta non è in preventivo, ma una certa animazione nell'ampio piazzale di fronte alla Cattedrale ci invita ad una fermata. Infatti si sta svolgendo un matrimonio ed un po' di curiosità per osservare gli usi locali non manca. A dire il vero non è che ci siano grosse differenze con quanto sono abituato a vedere nei matrimoni di casa mia. Però ci sono sei ancelle che accompagnano la sposa, rigorosamente abbigliate con una veste azzurra, probabilmente a contraddistinguerne il loro candore e la loro purezza (ma sarà vero?). C'è concitazione, e vorremmo approfittarne per ripetere la bravata di qualche anno fa, quando in un Lunedì di Pasqua, prima di abbuffarci di pesce a Campagnola di Brugine, nel Padovano, ci eravamo intrufolati nella foto ricordo di due neo sposi in compagnia dei loro famigliari. Purtroppo qua ci sono gli sposi, ci sono le famiglie, ma il fotografo latita. Decidiamo così di soprassedere e ripartiamo.

Prossima tappa è Obidos. Questo è un paese proprio carino, racchiuso all'interno di possenti mura. Un arco concede l'ingresso alle strette vie interne, precedute da una sorta di piazzola che fa loro un po' da anticamera, dove una vecchia ma elegante signora ricama a mano sfruttando l'ombra presente. Il bianco delle case è molto spesso inframmezzato dai vivaci colori dei fiori posti sui terrazzi. Penso che un bravo fotografo si potrebbe sbizzarrire trovando angoli degni del proprio clic. Sulla piazza centrale di Santa Maria, davanti alla bella chiesa, troneggia il solito pelourinho, da noi più conosciuto come gogna, che è una costante delle città portoghesi.

La giornata prosegue ad Alcobaça, con il suo splendido monastero. Questo conserva all'interno la tomba di Ines, che si porta dietro una storia epica di donne, amori, guerre che oggi facciamo effettivamente fatica a comprendere.

Chi arriva ad Alcobaça non può non proseguire per Batalha, che si trova a soli 25 chilometri. Qui vi è un altro possente monastero, esempio dello stile manuelino che caratterizza anche altri luoghi lusitani e che riconduce all'esaltazione delle conquiste portoghesi di metà del millennio che va a concludersi. L'espansione avvenne nel regno di Dom Manuel I d'Aviz e da questo abile governatore lo stile prende il nome, caratterizzandosi nei suoi elementi decorativi che simboleggiano il momento d'oro attraversato dal Portogallo in quel periodo. Un trionfo di guglie, serpentine, conchiglie, richiami alle croci dei Cavalieri di Cristo ed altre grondanti decorazioni che mischiano continuamente caratteri marinareschi con simboli religiosi. Il monastero di Batalha è imponente e molto bello con un'ampia navata, uno stupendo chiostro e le strane cappelle imperfette, innalzate ma lasciate a metà, cioè mai chiuse e ricoperte, che si trovano ancora oggi a cielo aperto.

Il monastero di Batalha

La giornata è stata intensa e l'unico sforzo che ancora ci concediamo è quello di spostarci verso la vicina città di Lieira per trovare un letto in cui dormire e magari anche un buon ristorante dove saziarci adeguatamente.

31 Luglio

Dopo la notte a Lieira si parte immediatamente per Fatima. L'area su cui si estende il Santuario è enorme ed alcune foto mostrano le folle oceaniche che qui si radunano in alcune occasioni. Praticamente ad ogni ora c'è una messa, ed in ogni momento c'è qualche fedele che transita inginocchiato lungo la lunga striscia di cemento che conduce fino alla chiesa. Pur se debitamente attrezzati, con ginocchiere, cappellini e quant'altro possa servire, sotto questo sole deve essere ancora più difficile seguire il percorso. Io mi limito ad accendere un cero, scegliendone uno tra i tanti che qui si possono trovare, alcuni anche un po' inconsueti, per esempio a forma di mani o di piedi, da bruciare in segno di ringraziamento.

In questi primi giorni di Portogallo non siamo costretti a fare molti chilometri prima di trovare nuovi luoghi da visitare. Anche adesso è sufficiente guidare per una trentina di chilometri per raggiungere Tomar, per la visita al convento do Cristo, il castello dei Templari, che si preannuncia veramente interessante. Già il portale è qualcosa di splendido, poi, una volta all'interno ci si presenta sulla destra la charola, un tempietto ottagonale affrescato, luogo di culto per i Templari. Qualcosa che ti lascia senza fiato e ti trasporta indietro nel tempo, immergendoti nelle gesta di cavalieri erranti e senza paura. Questo santuario presenta un numero impressionante di chiostri. Il più famoso è probabilmente quello di Santa Barbara, non perché il più bello, bensì perché da qui si può ammirare la famosa finestra di Tomar, punto più elevato dello stile manuelino. Io ammiro, ma tutti questi ornamenti circolari, arzigogolati e un po' pesanti non riescono a conquistarmi del tutto!

Nel pomeriggio visitiamo le rovine romane di Conimbriga. Il sole è alto, i gradi variano dai trenta ai trentacinque, la fronte piange sudore imbevendo il cappellino che mi copre la testa. Non so se sorridere o toccare ferro quando Stefano mi dice che questa è una delle parti più fresche del Portogallo! Il sito comunque è interessante, nonostante le rovine lascino più che altro solo immaginare ciò che fu, a causa dello stato di conservazione; peccato poi che il museo sia chiuso, potrebbe spiegarci meglio la storia di questi insediamenti. Insediamenti che precedono solo di qualche chilometro la città universitaria di Coimbra, che raggiungiamo velocemente.

La ricerca di un posto in cui dormire a Coimbra è più difficoltosa del previsto. Non perché non ci siano uffici preposti, ma perché raggiungere il luogo che abbiamo identificato come rifugio per la notte è tremendamente complicato. Portare la macchina lungo le strette e ripide stradine della città vecchia è già una discreta impresa, barcamenarsi tra i sensi unici complica la cosa, parcheggiare può rendere nevrotici. Succede che i miei compagni di viaggio vanno a dare un'occhiata all'alloggio, lasciandomi l'ingrato compito di piazzare la macchina in uno stretto fazzoletto di strada trovato quasi per caso. Una signora, gentilissima per carità, vedendomi in difficoltà nelle manovre si premura di darmi le giuste indicazioni: "A esquerda, a esquerda", suggerisce la signora. Caspita, a me sembra già di essere così vicino al basso muretto che non riesco a vedere, ma se lei dice così mi devo fidare! Purtroppo l'ennesimo "A esquerda" ripetuto dalla signora è accompagnato da un lieve brusio, segno inconfondibile della carrozzeria che gratta contro il muretto. Esco dalla macchina rosso di rabbia che sbollisco immediatamente dopo avere constatato che solamente il paraurti in plastica ha subito una insignificante ammaccatura, ma soprattutto dopo avere visto il volto giulivo della signora che agitando il pollice alzato esulta per la riuscita del parcheggio. E capisco che un sorriso può veramente cambiare, se non il mondo, una giornata o almeno un momento!

Angoli di Coimbra

Coimbra è la città con l'Università più vecchia del Portogallo. Ci aspetteremmo di vedere molti giovani ed un certo fermento, ma giustamente ad Agosto anche gli studenti portoghesi si concedono un po' di riposo, lasciando la loro città in mano ai turisti come noi, che cercano di scoprirla negli stretti vicoli da percorrere a piedi, assaggiandola in uno dei ristorantini che si affacciano su rua das Azeiteiras, per scoprire poi che senza di loro, gli studenti, la città perde parte del fascino che le letture ci avevano brillantemente descritto.

1 Agosto

La partenza da Coimbra si rivela un po' triste, uno stato amplificato anche da una sana discussione avuta ieri sera tra noi tre compagni di viaggio e da questa incredibile coltre di nebbia dietro cui salutiamo la città.

Fortunatamente il cielo ben presto si apre e Avieiro ci accoglie con un bel sole. Diciamolo tranquillamente: Avieiro non offre poi tanto, però una passeggiatina la si fa abbastanza volentieri per dare un'occhiata al mercato del pesce, alle case dei pescatori, ma soprattutto alle loro barche, i moliceiros. Queste venivano un tempo usate per il trasporto dei sargassi, adesso sono probabilmente solo un'attrazione turistica con le loro punte estreme arrotondate e lo scafo decorato con motivi che spaziano dal sacro al profano.

Con i due compagni di viaggio che mi ritrovo sarebbe una bestemmia arrivare a Porto senza transitare da Vila Nova de Gaia, dove si trovano le principali cantine dove viene prodotto il Porto. Vila Nova de Gaia si trova sulla sponda opposta del fiume Douro rispetto alla città di Porto e le cantine si trovano disseminate lungo le sue strade. Ovviamente ci fiondiamo nella prima cantina che ci capita a tiro, la Osborne. La visita è piacevole e non manca l'assaggio. Decidiamo così di replicare la visita in un'altra cantina. Questa volta l'indice cade sulla Taylor's, dove l'accoglienza ai visitatori è notevole, e la visita decisamente interessante. Volendo poi c'è la possibilità di approfondire l'assaggio sedendosi ai tavoli del ristorante. Noi ci sediamo più modestamente ai tavoli del salotto dei visitatori, scambiando due chiacchiere con un simpatico finlandese. L'amico oltre a raccontarci di avere raggiunto la cantina a piedi partendo dal centro di Porto e di lavorare alla Nokia ci racconta un sacco di altre cose. Al termine di una buona mezz'ora di chiacchiere, giunge l'ora di accomiatarsi. "Oh, secondo me ha bevuto un po' troppo!" butto lì ai miei amici, commentando la sua irrefrenabile loquacità. Ma nello stesso momento in cui mi alzo dalla sedia capisco che ad avere bevuto un po' troppo sono io! Oddio, niente di preoccupante, ma forse è meglio che lasci la guida della macchina ad Alessandro!

Porto vista dalla Cattedrale

Via, allora, attraversando il ponte metallico Dom Luis a scoprire questa vivace città! Eccoci allora sulla torre dei Clerigos, la più alta del Portogallo, 76 metri di altezza raggiungibili percorrendo 225 scalini, da cui si gode una bella vista sulla città; la Chiesa dos Congregados, con la facciata ricoperta di azulejos; il Palazzo della Borsa con le sale interne fin troppo elaborate; la Chiesa di San Francesco in cui trionfa la talha dourada, oggetti in legno decorati in oro; la stazione di Sao Bento, che regala anch'essa al suo interno interessanti azulejos; poi la Sé, la cattedrale che domina la città bassa. Le cose da vedere magari non sono eclatanti, ma è bello perdersi nell'atmosfera un po' guascona di questa città, che può essere assaporata anche attraversando il dedalo di stretti vicoli che dalla città alta raggiungono il quartiere di Ribeira. Una volta arrivati, guardando in alto e pensando alla strada da fare in salita per raggiungere di nuovo il centro città, non si può non decidere di prendere fiato e farsi una fresca birra sedendosi ad uno dei tavolini dei bar all'aperto di Praça da Ribeira, guardando le acque del Douro scorrere gagliardamente.

La visita di Porto ci impegna per un pomeriggio completo e per la mattina seguente. Prima di lasciare la città decidiamo però di immergerci nella sua realtà forse più viva, il centro commerciale di Santa Caterina, scoprendo che anche qui i ragazzini si divertono a mandarsi fiotti di SMS, intere famiglie riempiono i carrelli con abbondanti spese ed impiegati modello profumati e incravattati siedono al bar per la pausa pranzo leggendosi tranquillamente un giornale. L'Italia non è poi così lontana...

2 Agosto

Un giro a scoprire il lato più autentico della malinconica Lisbona? Naa... Un bicchiere di Porto nell'omonima città? No, no ci siamo! Le incredibili scogliere dell'Algarve? Suvvia, non scherziamo!! Amarante!! Sì, Amarante è il nostro must per il Portogallo, il luogo che assolutamente non possiamo permetterci di perdere! Amarante si trova a una cinquantina di chilometri a Est di Porto, circa tremila abitanti che popolano questo gradevole villaggio. Ad Amarante c'è un bel ponte sul Rio Tamega; c'è anche un simpatico mercatino che si tiene tutti i Mercoledì; c'è poi la bella chiesa nel centro del paese; ... poi c'è lui! Sì, proprio lui, San Gonçalo, di cui si dice che sia propizio nella ricerca dell'anima gemella! La sua statua si trova nell'omonima chiesa, al centro di una minuscola cappella, tutta liscia e consunta a causa delle tante mani che la accarezzano in cerca di una sua intercessione. Non vorrei sembrare esageratamente profano, ma Gonçalo mi sta sinceramente simpatico. Eccomi allora qui, assecondato da Stefano e Alessandro, tre inguaribili ed impenitenti vitelloni, anche noi a toccare la statua del santo, in bilico tra goliardia e speranza. Una vecchia signora entra nella cappella e la devozione con cui inizia a recitare le sue preghiere ci fa comunque riflettere, forse è meglio lasciarla da sola... E comunque alla fine anche io faccio la mia richiesta a San Gonçalo.

I più curiosi si chiederanno a questo punto se Gonçalo ha interceduto anche per me... Bello Internet, quando ti permette di rispondere con soli tre caratteri: ;-)

Terminati i riti propiziatori di Amarante ci dirigiamo verso Guimaraes, cittadina con un bel centro e poco più, valida giusto per fare due passi a sgranchirsi le gambe. Qualche chilometro dopo siamo invece a Citania de Briteiros, dove si visitano le antiche rovine pre-romane, probabilmente di origine celtica. Se non fosse per qualche spiegazione sul foglio che ci viene consegnato all'entrata, sarebbe probabilmente un'inutile passeggiata su alcuni frammenti di storia portoghese, tanto sono scarse le spiegazioni, unitamente alla mancanza di una guida che possa illuminarci.

Braga Poi si arriva a Braga. La visita della città è rimandata a domani, per adesso il commento è positivo: città frizzantina come il vinho verde che ho bevuto questa sera e che mi ha aiutato a digerire il "churrasco de boi a la brasileira", una cornucopia di fettine di carne preparate alla brace immerse in un trionfo di patate fritte.