"Mi sveglio ai primi raggi del sole e
mi trovo in una tribù DEL NEOLITICO
"

di: Nerone lo Storico



Un giorno mi svegliai che ero per terra: che strano!
Capii che mi trovavo in una tribù del neolitico però non avevo freddo: sentii che c'era una pecora su di me che mi teneva al calduccio.
Annusai un buonissimo odore di pane fresco che coceva nel forno.
Seguii quel buon odore per assaggiare una gustosa pagnotta; ma all'improvviso qualcosa di rovente mi cadde su un braccio. Gridai:

Ahia! Questa è una goccia di metallo fuso!

Riuscii a pulirmi in tempo con una foglia; guardai in su e vidi la baracca di pietra del fabbro.
Appena arrivai dal panettiere mi feci dare una pagnotta in cambio di una pietra colorata che avevo raccolto lungo la strada. Il pane era buonissimo molto di più di quello moderno.
Ma avevo freddo, avevo solamente tre pelli buttate addosso e così andai in giro per trovare vestiti più adatti.
Vidi tre cacciatori che tornavano da una battuta di caccia. Pensai che forse sarei riuscito a fare amicizia con loro e ne avrei ricavato vantaggio.
Corsi loro incontro e dimostrai il mio  interesse.
Loro mi capirono abbastanza e fecero un cenno, mi condussero nella loro capanna dove le mogli li aspettavano.
Cominciammo a scuoiare l'animale mentre le donne accendevano il fuoco.
Io mi fabbricai un semplice raschiatoio per togliere il grasso dalla pelle.
Quando l'animale fu cotto, lo mangiammo: aveva un sapore molto strano ma gustoso.
Quando finimmo, alcuni andarono a dormire mentre altri mi insegnarono a costruire i vestiti che avrei indossato. Per incominciare mi diedero un osso.
Po mi insegnarono a scheggiarlo ed a levigarlo fino ad ottenere una punta sottile, era un ago e con quello ed un filo potei cucire le pelli.
Poi uscimmo per raccogliere erba secca che avremmo legato insieme con della corda in modo da ottenere uno spesso mantello.
Con pelle di pecora coperta di lunga lana facemmo le mie calzature.
I miei vestiti erano pronti, però le armi non ancora.
Andammo tutti e quattro nel bosco in cerca di pietre buone da lavorare. Quando le trovammo le iniziammo a scolpire, finchè non presero la forma triangolare con alette sporgenti, alcune  più piccole e altre più grandi; sbucciammo bastoni e ci attaccammo sopra le punte con resina e cinturini di cuoio.
Ci dirigemmo verso l'officina del fabbro che ci fece una falce in rame: ora ero pronto!
Mi condussero dal loro capo che mi doveva dire una cosa importante.
Immediatamente mi disse che un altro gruppo nemico si stava preparando da giorni per attaccarci.
Alla sera escogitammo un piano per anticiparli e vincere la guerra. Il giorno dopo alle sei ci svegliammo e partimmo per una grande camminata attraverso il ghiacciaio.
Il ghiaccio era scivoloso ma arrivammo tutti dall'altra parte, incendiammo l'accampamento nemico e scappammo via.
Quando arrivammo proclamammo vittoria.
Ad un certo punto vidi un'enorme luce e c'era una voce che diceva:

- Vuoi tornare nel mondo moderno?

Ma io risposi di no e rimasi per sempre lì.


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Ringraziamenti Un grazie di cuore a Sebastiano che ci ha autorizzato ad utilizzare alcuni dei suoi disegni
              per illustrare questa sezione (http://www.midisegni.it).