Wislawa Szymborska

 

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Poesie di Wislawa Szymborska

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Biografia ed introduzioni

Biografia in pillole

Wislawa Szymborska nasce a Bnin, in Polonia, nel 1923. Nel 1931 si trasferisce con la famiglia a Cracovia. Studia letteratura e sociologia. La sua prima poesia è del 1945, e la prima raccolta "Per questo viviamo" del '52. Ha pubblicato fino ad oggi nove raccolte poetiche. le più importanti "Richiamo allo Yeti" (1957), Ogni evenienza (1972), Gente sul ponte (1986) la fine e l'inizio (1993). Nel 1966 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.

La poetica della Szymborska

Quasi imbarazzante sapere che Wislawa Szymborska fosse praticamente sconosciuta prima del Nobel, ottenuto nel 1996. Consolante e rassicurante invece il fatto che Vanni Scheiwiller, con l'intelligenza e l'acume che lo contraddistingueva, aveva già pubblicato in Italia, proprio nel '96, una prima raccolta di versi della poetessa polacca dal nome impronunciabile.

Dei suoi versi colpisce l'incedere lento, pausato, paziente: un ritmo molto piano che stride in maniera sorprendente con la scelta di un linguaggio crudo e tagliente. Parole lucide e impietose che però non creano un contesto prosaico, anzi, restano su un piano molto alto di evocatività poetica. L'ironia e il distacco dei suoi versi evocano sentimenti pregnanti di tristezza dura e dignitosa, che non diventa mai angoscia, nè lamento, ma neppure freddezza.

Nel caso della raffinatissima raccolta di poesie della Szymborska "Taccuino d'amore", la tematica amorosa addolcisce un po' quello sguardo sconsolato sulla realtà, senza per questo scivolare nel languore o compiacimento. Resta, ancora alta e forte, l'ironia; c'è sempre qualcosa di raziocinante, di lucido che allontana dall'abbandono all'emozione che di solito caratterizza la poesia erotica. Ma ancora una volta non c'è freddezza, solo uno sguardo lucido e controllato che, per quanto possa sembrare improbabile, riesce a raccontare con cura, calore, attenzione, il sentimento amoroso. Un sentimento adulto, offerto senza illusione o disincanto.

Dall'introduzione a "Taccuino d'amore" (Libri Scheiwiller) di Pietro Marchesani (La Repubblica 7/2/2002),

La distanza aiuta a mettere a fuoco l´immagine. Sono bastati pochi anni dal conferimento del Nobel a Wislawa Szymborska, poetessa polacca di Cracovia, per far apparire del tutto improprie - o spropositate - le reazioni di stupore e irritazione con cui gran parte degli opinionisti letterari italiani accolse quel conferimento. Già nota prima del Nobel in altri paesi, specialmente in Germania e Svezia, oggi la poesia della Szymborska gode di un riconoscimento che le viene non solo dalla critica, ma innanzitutto dai lettori. In Italia, dove era stata introdotta con il consueto, precorritore acume da Vanni Scheiwiller nel 1996 (Gente sul ponte), sono seguiti, presso lo stesso editore, La fine e l´inizio (1997) e, presso Adelphi, un´ampia scelta antologica, Vista con granello di sabbia (1998). Si sa quanto poco agevole fosse reperire i titoli di Scheiwiller, eppure i due volumetti hanno raggiunto fin qui rispettivamente la settima e la terza edizione, e il volume di Adelphi la terza, tutti non favoriti dalla marginalità d´una letteratura considerata "minore", e dall´ardua pronuncia dei nomi polacchi, già da sola scoraggiante. Questa circolazione della poesia della Szymborska trova del resto conferme ancor più evidenti in altre aree linguistiche, come quella tedesca o inglese. Negli Stati Uniti, ad esempio, le edizioni delle sue poesie, ormai una decina, hanno raggiunto tirature imprevedibili. (..) Il segreto di questo successo sta in primo luogo nella poesia stessa, nell´universalità delle domande che pone e dei tentativi di risposta che offre. (…) Non solo le domande - e la riflessione che le accompagna - costituiscono il peso specifico della sua poesia, ma anche il personalissimo modo di porle, la capacità di interrogarsi, con un´andatura riflessiva e scherzosa insieme, mirabilmente densa e lieve al tempo stesso, sui problemi centrali dell´esistere, muovendo dalla concretezza delle cose anche - o specialmente - minime che ci circondano, dai realia di questo o di altri mondi possibili. Molto ci sarebbe da dire sugli strumenti linguistici e metrici di cui la Szymborska si serve con maestria per tradurre una sostanza intellettualmente complessa in apparente, armoniosa semplicità. Vorrei qui limitarmi a giustificare la presentazione di questo Taccuino d´amore che risponde, oltre che a un gusto personale, a una necessità. Se infatti nelle edizioni della poetessa polacca apparse in Italia c´è materiale bastante perché il lettore possa avere un´idea sufficientemente complessa della sua produzione poetica (non imponente per quantità: poco più di duecento poesie in volume, oltre a un certo numero su riviste), in tali edizioni è però rappresentato solo in modo assai incompleto un tema che è invece in essa fondamentale: quello dell´amore. (..) Esso è presente con cinque poesie già nelle prime raccolte, pur condizionate dai dettami del realismo socialista: Per questo viviamo (1952) e Domande poste a me stessa (1954). Il motivo appare assai sviluppato nel successivo Appello allo Yeti (1957) e ancor più in Sale (1962), dove raggiunge la sua massima espansione; lo ritroviamo, anche se solo marginalmente, in Uno spasso (1967), in Ogni evenienza (1972), e in La fine e l´inizio (1993), con tre splendidi, struggenti testi. E infine, in una poesia apparsa nel 2001, Il primo amore, che chiude questo Taccuino e insieme suggella emblematicamente cinquant´anni di riflessione poetica sull´argomento. Rimarrà deluso chi pensasse di trovare in queste poesie la ripetizione o anche solo l´eco dei tradizionali schemi del genere. L´amore nella poesia della Szymborska assume molteplici forme e compare, sovente con una tonalità ironica, in tutte le possibili, diversissime sembianze e situazioni in cui si manifesta nella vita, ma è principalmente miracolo, mancanza, memoria, dolore, caso-destino, brevità, impossibilità, calato in impreviste, destabilizzanti prospettive esistenziali e metafisiche.

Presso Adelphi l'ampia scelta antologica "Vista con granello di sabbia" (1998 ).

  [...Wislawa Szymborska ha] la capacita' di interrogarsi con un'andatura riflessiva e scherzosa insieme, mirabilmente densa e lieve al tempo stesso, sui problemi centrali dell'esistere muovendo dalla concretezza delle cose anche - o specialmente - minime che ci circondano, dai 'realia' di questo o di altri mondi possibili [...]
Molto ci sarebbe da dire sugli strumenti linguistici e metrici di cui la Szymborska si serve con maestria per tradurre una sostanza intellettualmente complessa in apparente armoniosa semplicita' [...]
L'amore, nella poesia della Szymborska: assume molteplici forme e compare sovente con una tonalita' ironica in tutte le possibili diversissime sembianze e situazioni in cui si manifesta nella vita, ma e' principalmente miracolo, mancanza, memoria, dolore, caso-destino, brevita', impossibilita', calato in impreviste. destabilizzanti prospettive esistenziali e metafisiche.