Enrico Janin - La Sterlina come la Lira di Genova
Da "A Compagna" anno XXV n.2 Marzo/Aprile 1993 - Art. n. 1


La Sterlina come la Lira di Genova

"Dimme un pö, Janin, l'é vëo che a sterlinn-a l'han copiä da 'na lïa de Zena?"

Questo mi ha chiesto l'amico Carbone nei primi giorni del 1993, aggiungendo poi che la sua domanda avrebbe potuto servire da spunto per farmi scrivere qualche breve nota numismatica da pubblicare sul nostro bollettino. Ben volentieri, cominciamo perciò -- come prologo -- a rispondere al quesito postomi da Carbone, salvo riprendere il discorso prossimamente per quanto riguarda l'attività della zecca di Genova.

Foto 1 Foto 2

Non posso rispondere al quesito postomi da Carbone con un "sì" perentorio. Ma "molto probabilmente sì" penso di poterlo affermare. Nel 1816 (poco dopo la caduta di Napoleone, quindi) la zecca britannica decise di abbandonare la coniazione della scomoda moneta d'oro denominata "ghinea" del valore di 21 scellini, e di battere in sostituzione un nuovo pezzo da 20 scellini, il "pound" o "sovereign", cioè la sterlina. Sul diritto della nuova moneta, la testa coronata di alloro, volta a destra, del Re Giorgio III (1760-1820). Sul rovescio, (a detta degli inglesi stessi) la magnifica figura di S. Giorgio, patrono d'Inghilterra, che trafigge il drago (Foto 1).

Incisore dei conii, un italiano: Benedetto Pistrucci.

Pistrucci, nato a Roma nel 1784, morto a Windsor nel 1855, valentissimo cammeista e incisore, trasferitosi nel 1814 a Parigi, passò a Londra dopo la caduta di Napoleone e in Inghilterra rimase fino alla morte. Autore di parecchi conii di monete per Giorgio III e Giorgio IV e di altre importanti medaglie (celebre il medaglione commemorativo della battaglia di Waterloo), nel 1828 fu nominato capo medaglista alla zecca di Londra. L'effigie reale sulle sterline evidentemente cambiò col succedersi dei sovrani inglesi, incisa in seguito da altri celebri specialisti (basti ricordare L.C. Wyon), ma il S. Giorgio sul rovescio è sempre quello di Pistrucci (Foto 2).

Non posso rispondere con assoluta sicurezza a chi o a che opera si ispirò Pistrucci per il suo "S. Giorgio". Vi posso dire solo questo: durante l'effimera Repubblica genovese del 1814, che governò la nostra città dal 20 aprile al 31 dicembre di quell'anno, sotto la guida di Gerolamo Serra (nella vana speranza che Genova e la Liguria non fossero assegnate ai Savoia dalle decisioni del Congresso di Vienna) la Zecca di Genova battè regolarmente moneta. Si tratta di una serie (con la quale si concludono le emissioni di monete genovesi) di quattro valori: da mezza lira (o 10 soldi), da 4 soldi, da 2 soldi e da 4 denari. Sul rovescio del pezzo da 4 soldi è riprodotto S. Giorgio che trafigge il drago. Anche in questo caso non è noto l'incisore, ma è certo che il conio è simile a quello della sterlina inglese, anche se nella moneta genovese S.Giorgio brandisce la lancia anziché il gladio, e la posizione del braccio è conseguentemente diversa (Foto 3).

Foto 3 Foto 4

Un'altra rappresentazione abbastanza vicina a questa è -- per dovere di informazione -- anche quella che appare nella famosa e rarissima emissione dei pezzi da 1 - 2 - 4 e 8 Reali, commissionata alla Zecca di Genova dal Banco di S. Giorgio e realizzata nel 1666 (Foto 4).

Se non è una certezza, quella della "copiatura" cui abbiamo accennato all'inizio, certamente poco ci manca.

 


Ultimo aggiornamento Nov.2000

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