Enrico Janin - Secondo dogato di Simone Boccanegra doge quarto e sue monete
da "A Compagna" Art. N.14


Secondo dogato di Simone Boccanegra doge quarto e sue monete

Dopo la rinuncia di Giovanni Valente, terzo Doge (9 ottobre 1353) si realizza il primo serio tentativo di una potenza straniera di ingerirsi negli affari di Genova, il cui porto naturale esisteva da sempre, già dai tempi dei Fenici, dei Romani e dei Bizantini, fatto molto comodo a tutti.

E` da notare che con il termine "straniera" allora non si intendeva una potenza straniera vera e propria, francese, spagnola o altra, ma anche una Signoria della nostra penisola, sia essa piemontese, lombarda etc.

Si concretizzò quindi nel 1353 il primo tentativo volto allo scopo di impadronirsi di Genova per opera dei Visconti, Duchi di Milano, attraverso la decisiva influenza della presenza nella nostra città, come Arcivescovo, insediatosi il 9 ottobre 1353, di Giovanni Visconti, il quale esercitò a Genova la sua autorità (anche politica) in maniera blanda e diplomatica, pur facendo gli interessi dei suoi compatrioti.

Ma le cose cambiarono in peggio alla sua morte (1355) allorché presero il potere a Genova i suoi nipoti Matteo, Bernabò e Galeazzo, prepotenti e sanguinari, con conseguente immediato insorgere del malcontento in tutta la popolazione genovese.

Simone Boccanegra (che come è noto dopo la sua rinuncia al dogato viveva a Pisa, ma era molto ben visto dai Visconti) come seppe ciò, si portò a Milano, offrendo ai Duchi di Milano, appunto i Visconti, la sua mediazione per calmare gli animi dei Genovesi. Giunto a Genova, Simone colse però l'opportunità dell'insorgere di nuovi moti popolari per radunare circa duecento armati e conquistare finalmente Palazzo Ducale. L'indomani e cioè il 15 novembre 1356, Simone venne rieletto Doge (cronologicamente gli spetta l'appellativo di Doge quarto), e si diede subito alla pacificazione del territorio, partendo dall'imporre l'esilio ai nobili più potenti e prepotenti e dal concedere solo ai popolari (ricordiamo ancora una volta che a quei tempi per "popolari" si intendevano i borghesi) sia che fossero guelfi o ghibellini, di essere titolari di pubblici uffici.

Simone si preoccupò anche di ricuperare - come aveva già fatto durante il suo primo dogato - il possesso dei castelli e paesi dell'entroterra, i quali nel frattempo erano stati occupati dai milanesi, facendo intervenire le truppe comandate dal fratello Bartolomeo. Concluse poi la pace con Milano, con l'intervento pacificatore dell'Imperatore Carlo IV, l'8 giugno 1358.

Per dimostrare la sua benevolenza verso il popolo, nominò suo vicario addirittura un macellaio di nome Ambrogio Rossi, al quale conferì il compito di distribuire carneagli indigenti. Simone non trascurò inoltre di ristabilire per quanto possibile, la sicurezza della navigazione in un Mediterraneo da sempre infestato dai pirati.

Ma (già da allora!) la sua popolarità iniziò a diminuire in proporzione all'aumento delle tasse, anche se il malcontento che ne seguì non ebbe dirette, immediate e sanguinose conseguenze rivoluzionarie.

Ma gli avversari comunque non mollarono, e lo fecero in una delle maniere più ignobili: il 13 marzo 1363 Simone Boccanegra venne invitato ad un solenne banchetto offerto da Pietro Malocello, in onore dell'amico Pietro Re di Cipro (che era di passaggio a Genova) nella villa del Malocello a Sturla. Qui senza ombra di dubbio, Simone venne avvelenato e morì il giorno seguente; venne sepolto senza particolari onori nella cappella di S. Bartolomeo della Chiesa di S.Francesco di Castelletto.

Una mia riflessione personalissima, che spero mi venga concessa: ma chi glielo ha fatto fare? Non poteva restarsene tranquillo a Pisa, certamente senza problemi economici? Ma, certo, chi non ha radicata in se stesso la sete di potere questi comportamenti non li capirà mai. Simone Boccanegra, nel suo secondo dogato battè due tipi di monete: il genovino d'oro e il grosso d'argento. Esse sono in tutto simili a quelle di pari valore battute durante il suo primo dogato, tranne logicamente nella dicitura, nella quale il "PRIMVS" viene sostituito da "QVARTVS" o nell'abbreviato "QVARTV".

Da notare che coerentemente con la grafia dell'epoca la "Q" è simile ad una P specularmente rovesciata, nel senso che porta la parte superiore rivolta verso sinistra (vedi disegno).

Foto 1

Per chiudere, occorre ricordare anzitutto questo: dopo la morte di Simon Boccanegra spuntano all'orizzonte altri personaggi, appartenenti a famiglie che avranno influenza decisiva sul governo della cosa pubblica a Genova nei secoli XIV, XV e XVI. Morto Simone, viene infatti eletto e gli spetta quindi la denominazione di "quinto", Gabriele Adorno di Daniele, eletto il 14 novembre 1363. A lui succederà (ma di questo parleremo in seguito) come doge sesto, Domenico di Campofregoso. Ricordate bene i nomi di questi due personaggi, perché Adorno e Campofregoso, salvo brevi periodi di tempo nei quali vennero eletti dogi alcuni membri di altre famiglie, come Guarco e Montaldo, furono i dominatori, fra loro nemici acerrimi, della turbolenta scena politica genovese fino al 1528.

Essi, per mantenere o riconquistare il potere a Genova, non esitarono a chiedere aiuto ai potentati stranieri, come i già nominati Visconti e gli Sforza di Milano, oppure ai sovrani di Francia. Tutti accorrevano ben presto a prestare aiuto a chi li aveva chiamati, ma non certo per spirito altruistico.

 


Ultimo aggiornamento Nov.2000

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