Riflessione di un primierotto del 1910

Questa è una ricostruzione di un'ipotetica lettera che un contadino di Primiero (Austria-Ungheria), invia a suo fratello, trasferitosi a Feltre (Regno d'Italia). Egli confessa al fratello le sue preoccupazioni e le sue perplessità sugli anni che verranno.



Molarèn, Primiero, Tirolo meridionale.
lì 21 ottobre 1910,

Saludi Piero,
spero che la dò tra i taliani vada tutto bene. Mia moglie e i ragazzi stanno bene, tutti e sei. Il nonno vive ancora qui da noi e sta abbastanza bene anche se continua a raccontarci di quando suo padre amministrava Milano sotto Radezky (tanto che anche il nonno parla lombardo correttamente) e del bellissimo ricordo dei milanesi che non hanno ancora digerito il cambio di amministrazione a distanza di anni.
Il mio grano cresce in quantità sufficiente per tutti noi, non siamo ricchi ma abbiamo da mangiare. La polenta e la luganega la domenica non ci manca mai.
Sono preoccupato perché da voi, nel Veneto, muoiono dalla Pellagra, le zanzare impediscono di andare nei campi, c'è la malaria e non ci sono le risorse per bonificare le zone paludose.
Ho sentito che nel territorio che una volta avevano i Borboni, vivono ancora in capanne o in grotte e coltivano ancora a latifondo. E venite a dire a noi che siamo ancora feudali...

I miei figli hanno l'obbligo scolastico, hanno un'istruzione adeguata, sanno leggere e scrivere; sono sudditi di Vienna ma nessuno li obbliga ad imparare il tedesco. Toni, il ragazzo più grande, vorrebbe seguire le orme di nostro nonno ed essere assunto nell'amministrazione di Vienna. Per imparare il tedesco, se quest'anno il raccolto andrà bene, lo manderò a studiare ad Innsbruck laddove c'è una scuola di lingua italiana che insegna per bene il tedesco. L'analfabetismo qui è al 3%, dopo tutto già Maria Teresa, quasi due secoli fa aveva cominciato a mandarci a scuola.
Da voi invece, caro fratello, l'analfabetismo è al 78% con punte del 90% al Sud, 8 o 9 italiani su dieci non sa né leggere né scrivere. Sei fortunato ad esserti trasferito oltre lo Schenér "dopo" essere andato a scuola qui a Fiera. Mio figlio Bepi, 6 anni, dice che in Italia è più bello perché nessuno ti obbliga ad andare a scuola e puoi andare a pesca tutto il giorno. Lì, dico io, pensano che sia meglio che non studi, così hai più tempo per farti i muscoli per la guerra che vogliono farci.
Qui da noi c'è ancora un luogo comune che dice che a Primiero vedi la gente zappare fino a sera, a Fonzaso (la dò tra i taliani) vedi la zappa ma non vedi la gente. Tu che dici? Forse è esagerato ma i proverbi nascono da qualche parte... di sicuro la nostra valle, anche se è incollata all'Italia, non ha gran che importazioni. Anzi, siamo noi a portar fuori i nostri prodotti. Il nostro burro va a ruba nel mediterraneo e alla birreria di Pedavena, sopra la tua Feltre, il "Mèto de la Bira" vi porta spesso la birra che produciamo a Siròr. Una vera leccornia.

Sono abbastanza tranquillo e sereno. Il mio paese vive un sostanziale periodo di pace. Dopo la perdita del Lombardo-Veneto (*1) la nostra generazione non conosce la guerra e faccio fatica ad immaginarla. In valle c'è un solo gendarme che riesce a risolvere tutti i problemi: c'è poca criminalità e le questioni tra la gente vengono risolte in pochi giorni. I processi durano poco. A proposito, hanno deciso qualcosa per quella mucca che non ti hanno pagato 7 anni fa?
Hai fatto male a fidarti: non è come qui che basta una stretta di mano per onorare un contratto. Spiegami come mai da noi c'è un gendarme e va tutto abbastanza bene e da voi i vostri gendarmi, quei… come si chiamano… Carabinieri, anche se vanno in giro per i paesi in tanti non riescono a mantenere l'ordine? Magari perché il vostro Stato è giovane, forse tra qualche anno riuscirete a ridurre i briganti e debellare quella cosa che chiamate mafia. Qui in Austria non abbiamo capito bene cosa sia questa "mafia", noi non la abbiamo. Dicono che è una reazione all'unità d'Italia o un'organizzazione di banditi che uccide la gente e che è più forte dei Carabinieri. Non vorrei proprio essere nei vostri panni... Avete una bella gatta da pelare.
Qui viviamo serenamente in pace da anni e mi spaventano molto le minacce italiane che, dopo aver provocato per 40 anni le guerre contro il nostro Paese per strapparci pezzi di terra, schiera l'esercito sui confini pochi chilometri da dove vivo con i miei figli.
L'Austria-Ungheria ha stretto un'alleanza con l'Italia ma la cosa ci fa solo ridere perché lo sanno anche le mie mucche che i Savoia tradiranno il patto.

Con il mio carro riesco a muovermi abbastanza bene, qui da noi le strade principali furono costruite dai militari molti anni fa ma sono ancora estremamente moderne e funzionali. Modestamente qui da noi, come sai, nacque Luigi Negrelli che progettò strade, canali e ferrovie in tutto il mondo. In Italia mi dicevi che avete una rete ferroviaria pressoché inesistente e una rete stradale, soprattutto al sud, gravemente carente. Le uniche linee ferrate e strade decenti che avete le abbiamo fatte ancora noi quando il Lombardo Veneto era amministrato dal nostro bisnonno.

Personalmente stimo molto l'Imperatore: egli è fiero, rispettato in tutto il mondo. Ha saputo far fronte a tutte le disgrazie che ha avuto la sua famiglia, compresa la scomparsa dell'amatissima principessa Sissi, uccisa da un italiano, che amava tutti i popoli del'Impero, dall'Ungheria al nostro Tirolo tanto che aveva in Merano la sua dimora preferita.
E' dai tempi di Matria Teresa che non abbiamo un imperatore che ci rispetta solo per essere suoi sudditi, non importa che siamo di lingua italiana, tedesca o magiara, per la quale in segno di riconoscimento è stato concesso un regno parallelo.
Sono orgoglioso del mio Impero, siamo il punto d'incontro tra il nord e sud, tra l'est e l'ovest. Viviamo bene o male in armonia tra tedeschi, ungheresi, italiani, romeni, cechi, polacchi, ucraini, sloveni, serbo-croati, slovacchi e bosniaci. Ci sono delle tensioni là nell'est, soprattutto in Ungheria, ma sono delle lotte tra nobili e Asburgo per questioni di dinastie e potere. I popoli tra loro non si odiano, abbiamo tutti il nostro spazio. Qui a Primiero ci sono dei boemi che ci rispettano e parlano il nostro dialetto, come ci sono dei tirolesi in Boemia che hanno imparato il ceco.
L'Austria-Ungheria bene o male è abbastanza decentrata. Abbiamo due regni (presto con la Slavia ne avremo tre); solo nella nostra Cisleithania abbiamo 516 circoscrizioni nazionali con le quali eleggiamo i Signori della Camera Alta a suffragio universale maggioritario. Tutti votiamo qui.
Credo che le tensioni e le rivolte, soprattutto nel Mezzogiorno, di cui mi parlavi sono provocate dal fatto che i Savoia vogliono trattare tutti i problemi alla stessa maniera. Da quanto mi racconti lì da voi i rapporti sociali sono ancora peggiori che da noi e le masse contadine stanno diventando sempre più ostili al potere politico. Ormai però i contadini si stanno arrendendo perché i tribunali militari negli ultimi 50 anni hanno fucilato migliaia di cittadini anche solo per non aver voluto partire per il militare. Una brutta situazione davvero la vostra; il nonno dice che quando ci lamentiamo dobbiamo sempre pensare a chi è messo peggio. E quando penso ai nostri vicini italiani ogni nostro problema sembra piccolo.

Sono sempre un fedele di Cristo e la Chiesa cristiana è il valore che ho più nel cuore assieme a quello della famiglia; partecipo a processioni e vado regolarmente a messa.
Il nostro Imperatore, del quale, come quasi tutti qui, ho una raffigurazione in camera da letto di fronte al crocifisso (*2), è un baluardo della cristianità; è in Europa una sicurezza contro eresie, scismi e anarchie; dà talmente tanta sicurezza che riesce quasi ad oscurare il Papa che verso il mio Imperatore ha, non solo rispetto, ma anche timore, tanto che il mio Paese non è ricattato da scomuniche e non è manovrato dalla Chiesa di Roma come ai tempi dei Principi-Vescovi.
Ho però degli amici che non sono cattolici: il nostro vicino, quello del maso su a Camp, è arrivato dalla Svizzera ed è protestante, mentre il mio miglior amico Samuel è ebreo. Nonostante questo non temo per loro perché qui non ci sono persecuzioni di nessun genere. Da due anni poi la Bosnia islamica fa parte definitivamente del mio Paese e addirittura la religione storicamente "antagonista" del Cattolicesimo, l'Islam, continua ad essere professata liberamente. Questo mi rassicura anche perché non ci saranno tensioni religiose laggiù in Erzegovina e sono quasi invogliato ad aderire all'offerta di lavoro che mi offrono da Vienna, quella di essere assunto con la mia famiglia come boscaiolo. Certo, avremo un'incredibile nostalgia di Primiero ma nostro cugino Nico, che vive là da due anni, mi scrive spesso dicendo che si trova bene in mezzo alle bellissime foreste che assomigliano tanto al nostro amato Tirolo. Là c'è molto lavoro da fare ed è lautamente ricompensato.

A parte gli Stati Uniti, di cui ho sentito parlare ma che non so bene dove siano se non al di là del mare, e la Francia che ha dei ministri che sono ancora più dispotici dei Re (pensa a quello che ha combinato Boulanger vent’anni fa), non conosco al mondo stati importanti che non abbiano un sovrano e quindi mi ritengo fortunato. Di questi tempi infatti meglio di così a noi austriaci non ci può andare.
D'altronde voi avete un Re che non è mai stato educato nel campo religioso per i conflitti con lo Stato Pontificio (*3). Mi inorridisce il fatto che, ancora ragazzo, rovesciò il suo vaso da notte su una processione. So anche che il Papa odia i Savoia, che hanno distrutto lo Stato Pontificio attaccandolo a tradimento (*4) con la breccia di Porta Pia, riducendolo ad un fazzoletto di terra.

Mia figlia Nena ne fa anche una questione di immagine: nelle visite ufficiali in Inghilterra, in Francia e in Prussia ci rappresenta un uomo affascinante, fiero e raffinato (il mito di sua moglie è già diventato letteratura), mentre proviamo compassione per gli italiani, rappresentati da un baffetto miscredente alto un metro e un tappo che spunta a mala pena dalla carrozza e che per tamponare il suo complesso di inferiorità ha dovuto ridurre l'altezza minima dei corazzieri.
Contenti voi...

Mio figlio Cecco, 16 anni, vuole diventare sacerdote ed è in collegio a Trento. Dice che in città ci sono dei ragazzi socialisti che vorrebbero che passassimo con gli italiani. Dice che alcuni di questi ragazzi vorrebbero anche uccidere tutti i preti e chiudere le chiese. Mi chiedo come Alcide Degasperi, che abbiamo mandato al Reichstag di Vienna per rappresentarci, non riesca a dissociarsi dalle idee di queste persone. Credevo che fosse un buon cattolico. C'è poi quel Cesare Battisti, di cui ho la "guida del Primiero" in casa, ma non per molto, che è ancora peggio. L'anno scorso ha scatenato col Degasperi una guerriglia ad Innsbuck e nonostante questo è ancora al Reichstag.
Possono dire tutto quello che vogliono però devono riconoscere che l'Imperatore è tollerante visto che non li ha ancora impiccati, come vanno a dire in giro.
Voi in Italia fucilate le persone per molto meno, ti conviene non dire troppo in giro che ti senti ancora Primierotto.
In questi giorni c'è poi a Trento un romagnolo, un certo Benito Mussolini, che definisce i preti "schifosi rettili" e i trentini come dei "bastardi figli di preti".
Ho parlato con l’abate per far tornare mio figlio Cecco a Primiero perché ho paura che dalle parole queste persone passino ai fatti.

Il gendarme mi ha detto che a Vienna stanno discutendo di cedere il Tirolo più meridionale a Vittorio Emanuele III in cambio del rispetto italiano dell'alleanza. Questa cosa proprio non mi va giù ma mi consola il fatto che Primiero, assieme a Val di Fassa, Fiemme e Madonna di Campiglio, non saranno mai ceduti anche se, in cambio della pace, perderemo dei nostri fratelli sudtirolesi. Se Trento si lascerà convincere da quei quattro gatti socialisti e magnapreti di andare con gli italiani vadano pure. Primiero in ogni caso resterà austriaca.
Queste bociazze si definiscono "irredentisti" ma sono solo dei giovani esaltati, figli di borghesi che vogliono solo allargare i loro interessi. Nessuno di noi contadini può essere d'accordo con loro. Noi contadini pensiamo solo a lavorare, non abbiamo tempo di andare in piazza a creare disordine o leggere libri che andrebbero messi all'indice per l'odio contro la chiesa e contro l'Austria che trasmettono. Questi quattro studentelli che non hanno mai lavorato, non sanno cosa vuol dire guadagnarsi il pane.

Il clima si fa di anno in anno più teso. Il nostro Imperatore nell'ultima visita a Primiero ha ribadito che la sua è una politica di pace e lo sta dimostrando. E' impegnato nella lotta al terrorismo che vede la Serbia sempre più minacciosa con quegli attentati panslavi.

Abbiamo alleati la Prussia e l'Italia; con questi equilibri riusciremo a non farci attaccare dai russi. A meno che qualcuno tradisca....

Speriamo che ci lascino vivere in pace.
Con affetto,
tuo fratello Tita.



Un documento originale:
1902, la vera opinione degli agricoltori Tirolesi






Val Primiero - Primör