EL SALVANEL

Vive nei boschi della Val di Fiemme un piccolo e buffo folletto chiamato Salvanèl.
Capita spesso che questo strano personaggio faccia dispetti agli uomini che si avventurano nella foresta e si burli di loro senza alcun motivo, ma per vedere il Salvanel davvero arrabbiato bisogna strappare un fiore, rompere un ramo o disturbare in qualunque altro modo il suo amato bosco.
l'oceano verde Questa leggenda si rifà allo spirito dispettoso e battagliero del folletto, che é disposto a tutto per difendere la sua foresta.
Gli abitanti della Val di Fiemme, che conoscevano bene il carattere dell’ometto, non osarono mai avventurarsi nel suo territorio finché non fu davvero necessario.
Intorno al 1750 il commercio del legno era molto vantaggioso e diffuso. I “fiammazi” vendevano il legno ai veneziani ma il Governo austriaco, che voleva assicurarsi il monopolio dei traffici della zona, decise di sistemare i soldati ai passi e lasciare in questo modo la valle isolata.
Per uscire dall’isolamento ed ottenere un giusto prezzo per il loro legno i paesani dovettero trovare una nuova strada.
Così i boscaioli invasero il bosco ed iniziarono ad abbattere alberi su alberi, uno dietro l’altro.
Il Salvanel era pazzo di rabbia e sbattendo i piedini promise vendetta.
Ed ecco dopo pochi giorni che il folletto riempì un secchio di resina e, mentre i taglialegna lavoravano, imbrattò le criniere e le code dei loro cavalli, lasciandoli uno attaccato all’altro a nitrire ed a dimenarsi come matti.
Per i boscaioli fu un lungo lavoro liberarli. Ma il Salvanèl era di nuovo in agguato e presto ripeté il dispetto.
Le cose andarono nello stesso modo innumerevoli volte, ed a nulla valsero i turni organizzati dagli uomini per vegliare sui cavalli.
Nonostante questo i boscaioli rimasero nel bosco e completarono il loro lavoro: la Val di Fiemme venne collegata alla Valsugana.
Adesso il Salvanèl si è rifugiato nel fitto della foresta e si fa vedere poco, ma forse sta ancora meditando vendetta.


Originaria della Valle di Fiemme, la leggenda del Salvanèl appartiene anche alla cultura popolare del Primiero, quella di un nanetto amante della natura e protettore dei boschi che abbondano bellissimi nel Primiero.
A testimonianza della popolarità di questo personaggio, il gioco che il comune di Transacqua ha costruito vicino a piazza San Marco. Le regole sono simili a quelle del gioco dell'oca. Il tabellone a spirale si estende per tutta la piazzetta. I giocatori svolgono il ruolo delle pedine e, al loro turno, girano la ruota in mezzo alla piazzetta. Il numero che esce (si legge con una tacchetta laterale) rappresenta il numero di caselle da avanzare. Se si arriva in una casella con una piastrella (Salvanel, Mazarol, Guana, Castel, Lontra, Auselon) si paga o una penitenza o si ottiene un premio descritto sul dorso del dado.


EL DUGO
DEL SALVANEL





il "dado"
del gioco



il "dado" con
il tabellone


la canzone in sottofondo: Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev



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