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Creative Commons LicenseII - Gli ordini architettonici greci


Quadro d'insieme

Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

Donato Bramante

La ricerca architettonica prima e dopo il Sacco di Roma (1527)


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Ordine dorico

L'ordine dorico nasce dalla traduzione in pietra di una struttura lignea le cui parti, anche quando sono rese in materiale lapideo, conservano una loro necessità concettuale. La sostituzione delle parti è stata graduale; man mano che le componenti in legno si rovinavano, venivano sostituite da parti in pietra che ne riproducevano la forma, magari dipinte con gli stessi colori delle parti ancora in materiale originale. Anche quando l'ordine sarà interamente in pietra, sarà costituito da parti perfettamente distinguibili: fusto, capitello, trabeazione, ecc., ma di forma variabile.

Vitruvio testimonia che in età arcaica anche le proporzioni avevano subìto una loro evoluzione; si erano preferite via via quelle più snelle, più slanciate, mentre le forme, per esempio quelle del capitello, diventavano più stilizzate, meno tozze. Variava anche il rapporto fra l'intercolumnio e la colonna, che si era dovuto adeguare alla tecnologia del nuovo materiale, la pietra, non adatto alle ampie luci, consentite invece dal legno. Le colonne in pietra erano anch'esse inizialmente molto tozze; dovevano essere molto più robuste nelle dimensioni rispetto a quelle in legno.

Ordine dorico in legno


Tra la fine del VII secolo a.C. e l'inizio del VI, l'ordine in legno è definito in tutte le sue parti. Già comincia la traduzione in pietra, a partire dalle colonne; successivamente anche l'architrave viene sostituito con elementi lapidei. L'uso della pietra impone degli adeguamenti stilistici: colonne più tozze, architravi alti, intercolumni stretti. Tuttavia il nuovo materiale non pone solo dei limiti, ma crea anche nuove possibilità di espressione. Il dorico tende sempre più verso proporzioni più snelle, i capitelli si fanno meno rigonfi, più geometrici.

Riferimenti

  • Santuario di Delfi: templi successivi, diverse colonne doriche

  • Tempio di Apollo a Corinto; colonne monolitiche, VI sec. a.C.

  • Tempio C di Selinunte

  • Basilica di Paestum

  • Tempio E di Selinunte

  • Tavole palatine, Metaponto

  • Tesoro degli Ateniesi a Delfi: dorico, in antis; il fregio (metope e triglifi) gira anche sulla cella

  • Tolos di Delfi

  • Tempio di Apollo (l'ultimo) a Delfi

  • Santuario di Apollo a Delfi: planimetria generale

Le curve che definiscono i profili delle modanature dell'ordine non sono definibili geometricamente, in analogia con quelle del corpo umano, fino alla canonizzazione del periodo ellenistico, quando si definirà la forma ideale perfetta dell'ordine, in Architettura, e del corpo umano in scultura.

  • Santuario di Atena Pronaia: tolos

  • Tempio di Zeus ad Olimpia: raggiungimento e definizione del canone, 470 – 450 a.C.

  • Partenone

L'ordine dorico presenta due problemi compositivi:

  1. conflitto angolare: il triglifo d'angolo non può essere in asse con la colonna;

  2. correzioni ottiche: percezione di curvatura delle linee orizzontali e verticali: stilobate – colonne.

Le soluzioni adottate, nel corso della storia degli Ordini, sono molteplici. Vitruvio tratta il tema delle correzioni ottiche, anche se non in maniera sistematica. Il triglifo d'angolo può essere leggermente disassato, con conseguente modifica delle proporzioni delle metope vicine; oppure si può porre sull'angolo una metopa spezzata, che rigira sull'angolo stesso. Le correzioni ottiche negli Ordini greci agiscono attraverso impercettibili curvature degli elementi rettilinei.1

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Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

Donato Bramante

La ricerca architettonica prima e dopo il Sacco di Roma (1527)


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Ordine ionico

Nella Ionia il clima è differente, più secco; questo influisce sulla disponibilità del legno e sulle tecnologie impiegate. In queste zone il legno è utilizzato nell'architettura navale, con strutture più leggere; si riscontra anche una maggiore propensione alla decorazione; ed è forse qui l'origine delle modanature variamente decorate. I pali, più sottili e leggeri, necessitano di un allargamento dell'appoggio, ha bisogno di un altro elemento: la base.


Le basi inizialmente hanno molte forme, con tori, scozie (scanalate e non). Le soluzioni sono molteplici, fino alla definizione della base attica, che nasce, come rivela il nome stesso, in Attica.

Riferimenti:

  • Tempio di Apollo a Didime: basi diverse nello stesso tempio

  • Artemision di Efeso: due parti; vi sono molte modanature; le modanature possono essere a loro volta ornate


La base nasce come disco di legno su cui poggia la colonna. I capitelli nascono come tavoletta, successivamente refinita a forma di stampella. La forma a volute nasce come la traduzione di motivi naturalistici rappresentati in forma stilizzata, ma sembra derivata anche da forme decorative astratte provenienti dal nord-est asiatico. Esistono capitelli eolici a volute verticali, poi evolutisi in capitelli ionici.

Il capitello ionico è simmetrico solo su lati paralleli; si distinguono due fronti e due lati. L'architrave ionico è bipartito (quello dorico invece è tripartito). Lo ionico asiatico e il dorico sono inizialmente due soluzioni completamente diverse, non appartengono ancora alla stessa famiglia.

La varietà maggiore dell'ordine ionico, rispetto al dorico, ne favorisce la mutazione e lo sviluppo.

Riferimenti:

  • Artemision di Efeso

  • Tempio di Apollo a Basse, di Ictino: ordine ionico; compare per la prima volta il corinzio; quest'ordine è inizialmente una variazione dello ionico

  • Tolos di Epidauro, IV sec. a.C.: il corinzio è usato come ordine autonomo

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Ordine ionico in tecnologia lignea


Anche l'ordine ionico presenta il problema del conflitto angolare, ma non nel fregio, bensì nel capitello d'angolo, poiché il capitello stesso ha due fronti. Ci sono molti modi per risolvere il problema. La soluzione canonica sarà il capitello ionico a quattro facce.

Quando nel Rinascimento fu ritrovato un capitello ionico a quattro facce, creò molta perplessità. Serlio ne parlò come del capitello della confusione. Poi fu riconosciuto come capitello angolare.

Riferimenti:

  • Artemision di Sardi: capitello classico

  • Propilei dell'Acropoli di Atene


  • Eretteo: capitello angolare con voluta a 45° e due fronti sull'angolo

  • Tempio di Apollo a Basse: colonne murali; capitelli ionici a tre facce, che preludono al capitello quadro

  • Altare di Poseidone a Capo Monodendri, presso Mileto: molte decorazioni.

Modanature

Il modine era il profilo al negativo della forma che veniva utilizzata per modellare le modanature attraverso la traslazione della sagoma stessa.




I profili delle modanature sono curve complesse, non geometricamente definibili (come le curve del corpo umano).

Decorazione delle modanature

Ogni modanatura ha una sua caratteristica decorazione, che riprende la forma della modanatura stessa.

Riferimenti:

  • Tesori ionici a Delfi: capitelli decorati a motivi vegetali

  • Tempio di Zeus (Olimpieion) ad Agrigento: colonne addossate e telamoni; espressionismo della Magna Grecia

  • Eretteo

  • Loggetta delle Cariatidi

  • Partenone


Esiste un'analogia fra gli ordini e la statuaria:

  1. figura maschile  nuda  dorico

  2. figura femminile  vestita (ornata)  ionico

Vedi confronto fra couros e corae

Nel V sec. a.C. i Greci vincono i Persiani; Atene è a capo dell'impresa; si apre il secolo di Pericle. Nasce una coalizione delle altre città greche contro Atene, che deve difendersi. La guerra del Peloponneso si conclude con la vittoria dell'impero macedone2.

L'Arcropoli di Atene nasce subito dopo la vittoria sui Persiani. Atene diventa il centro più importante della Grecia, verso cui convergono i vari apporti culturali. E' qui che dorico e ionico si incontrano, in una città di popolazione ionica in territorio dorico: l'Attica.

Mentre l'ordine dorico si ingentilisce, prendendo caratteri propri dello ionico, quest'ultimo mutua dal dorico la trabeazione tripartita, ottenuta con l'aggiunta del fregio. Il fregio ionico attico è una superficie continua, che si presta ad essere utilizzata per raffigurazioni di tipo narrativo. Le testate dei travetti, che nel fregio dorico sono rappresentate dai triglifi, nello ionico attico sono concettualmente dietro la superficie del fregio.

Riferimenti:

  • Tempietto di Atena Nike, Acropoli di Atene: ionico attico; base attica, trabeazione tripartita


A questo punto Dorico e Ionico entrano a far parte della stessa famiglia, quella dell'ordine architettonico, distinta in due generi (analogamente al maschile e femminile dell'essere umano).

L'anta

L'anta non è assimilata alla colonna; tuttavia, trattandosi di un elemento verticale, si dota di base e capitello, che inizialmente è diverso da quello delle colonne, generalmente basso o a sofà. Successivamente anche il capitello dell'anta ripropone quello delle colonne; non è altro che una proiezione del capitello dell'ordine sull'anta. Il passo successivo è l'annullamento della distinzione fra l'ordine delle colonne e quello delle ante, con la nascita della parasta; questo passaggio raggiunge il suo compimento con l'Architettura romana.

Riferimenti:

  • Didimeion, presso Mileto: articolazione murale e pilastri, paraste

Il timpano


Riferimenti:

  • Tempio C di Selinunte

  • Tesoro di Gela

La soluzione è inizialmente imprecisa; non si sa dove far partire la cimasa né vi sono proporzioni certe fra timpano e trabeazione.

Poi si raggiunge la soluzione canonica.

Riferimenti:

  • Frontone del Partenone

  • Le metope del Partenone

  • Tempio di Aphàia ad Egìna (ricostruzione grafica)3

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1Nel Rinascimento il problema si porrà e sarà studiato ancora; Vignola nel suo trattato definisce le caratteristiche dell'ordine dorico in maniera precisa, ma la domanda che i trattatisti e gli architetti del Rinascimento si pongono è la seguente: che senso ha la regola delle proporzioni se la percezione ne distorce l'effetto? Vignola risponde che la regola è necessaria, perché definisce il risultato che l'artista vuole ottenere; successivamente intervengono le correzioni, là dove l'effetto, rispetto all'intenzione, è distorto dalla percezione. Lo strumento che consente di valutare le distorsioni e di attuare delle correzioni è la prospettiva, sulla quale il Vignola pubblica una trattazione a parte.

2Cfr.: Tucidide, La guerra del Peloponneso.

3Musei che conservano elementi importanti di opere dell'Architettura greca: Berlino, Bergamo, Monaco, British Museum.