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Creative Commons LicenseIV - L'architettura romana


Quadro d'insieme

Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

Donato Bramante

La ricerca architettonica prima e dopo il Sacco di Roma (1527)


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Introduzione

Nell'architettura romana è particolarmente caratteristica la valutazione dello spazio; ciò grazie all'uso della struttura arcuata, in cui la disposizione curva del muro si attua sia in verticale che in orizzontale, cioè sia come arco-volta, sia come articolazione curva dello spazio (in pianta). Le strutture, dapprima nascoste dagli apparati decorativi, saranno poi più manifeste, si affermeranno come valore architettonico più esplicito.

L'arte romana è definita tale in riferimento alla città di Roma, come centro da cui parte l'espansione e lo sviluppo della cultura che interesserà porzioni di territorio sempre più vaste, fino alla massima espansione dell'Impero, attraverso una evoluzione culturale maturata nel rapporto centro (Roma) - periferie (province) caratterizzato da uno scambio: il centro irradia cultura e assorbe influenze. Quindi romana anche come ambito temporale che si estende dal primo regno di Roma alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, nel 476 d.C.1

Periodo arcaico

Individuiamo un periodo arcaico, che parte dall'epoca della monarchia, con marcata influenza etrusca, continua durante la repubblica, dal VI sec. a.C. - iniziata con la cacciata di Tarquinio, ultimo re di Roma, che segna l'emancipazione dall'influenza etrusca - e giunge fino al 27 a.C. circa, cioè all'inizio del principato di Cesare.

Nell'antica Roma repubblicana l'Arte era considerata "deviante"; molte personalità si scagliavano contro la moda dell'importazione di opere d'arte dall'oriente, quando i domini cominciano ad espandersi. Solo successivamente, in età imperiale, la figura dell'artista viene rivalutata; l'Arte diventa instrumentum regni ed è caratterizzata, con Augusto, da un'opera di moralizzazione, che si manifesta in un indirizzo decisamente classicista.

Primi santuari repubblicani:

  • Santuario di Palestrina

  • Santuario di Giove Anxur a Terracina

Compaiono le prime strutture in conglomerato cementizio. Nel succedersi delle dinastie imperiali si avrà anche un succedersi di apporti diversi, dovuti anche a scelte differenti, sul piano politico, degli imperatori; questo comporterà l'adozione di esperimenti linguistici, che determineranno, a lungo termine, il progressivo dissolversi dei nessi e delle necessità dell'ordine.

L'Architettura è il campo in cui i Romani furono più originali, con l'uso dell'arco e della volta, usati dapprima per scopi funzionali strutturali, poi entrati nel linguaggio artistico.

Riferimenti:

  • Tomba di Caio Cestio

  • Tempio rotondo del foro Boario (si ripropongono elementi e modelli visti in oriente.)

  • Villa Adriana: canopo

Teatri e anfiteatri sono, in età repubblicana, provvisori, poiché gli spettacoli che si offrono sono considerati non consoni al decor del cittadino romano. Con l'Impero queste resistenze cadono e i teatri diventano occasioni di sperimentazione; soprattutto nell'architettura della scena frons, del tutto finta. Così come si può notare anche dallo sviluppo successivo delle tombe rupestri, l'architettura è usata come finzione in talune espressioni, svincolandosi da ogni dipendenza da esigenze strutturali e, insieme, dalle necessità che legano organicamente le parti dell'ordine.

Riferimenti:

  • Cloaca massima: IV sec. a.C.; ingegneria civile e militare

L'uso dell'arco è diffuso in strutture utilitarie: ponti, acquedotti. Viene usato anche nelle basiliche; in edifici funzionali, come i portici per l'accumulo delle derrate.

I materiali usati sono, dapprima, il tufo per l'opus quadratum, il calcare per l'opus poligonale; le due tecniche coesistono e dipendono dal materiale utilizzato. Viene poi usato il travertino di Tivoli, prima solo in parti strutturali, poi anche in vista. I marmi sono utilizzati solo per esterni.

Viene successivamente introdotto l'uso del calcestruzzo, un composto di inerti di varia natura, calce, pozzolana, inserito in casseforme a perdere in muratura. Materiale economico, di veloce lavorazione, che forma una pietra artificiale; ben presto si rivela particolarmente duttile nella tecnica costruttiva; quindi apre nuove possibilità architettoniche.

Riferimenti:

  • Tempio di Giove Anxur a Terracina: paramento in opus incertum

  • Vari tipi di paramento: reticulatum, testaceum

Il nuovo materiale, consentendo di realizzare strutture a pesantezza variabile, permette di coprire ampi spazi, con strutture relativamente leggere.

L'arco costruito in pietra è composto da conci che lavorano tutti a compressione, quindi utilizzano in maniera più razionale il materiale lapideo che, com'è noto, resiste poco a trazione e quindi a flessione. Rispetto al trilite, l'arco consente di coprire luci maggiori.

Riferimenti:

  • Tempio di Apollo e Roma

  • Olimpieion di Agrigento

  • Tempio della Fortuna Virile

  • Maison Carrée

  • Teatro di Marcello

  • Colosseo

  • Porta di Veia in Lucania

L'arco è usato anche per le aperture nelle mura. A questa tipologia sono legati temi architettonici che si svilupperanno successivamente: archi trionfali, ordini nani, ordini sintetici.

  • Porta Marzia a Perugia; interessante per vari elementi: ordini murari sull'arco, incastro con ordini minori; illusionismo: simulazione di balaustre dalle quali si affacciano delle figure

L'ordine tuscanico

Come già precisato, Vitruvio non usa il termine ordine; egli parla di genus, mos, opus, dorico, ionico, ai quali si possono aggiungere capitelli corinzi o di fantasia. Non tratta il Composito, ma parla di dispositio tuscanica del tempio etrusco, descrivendo colonne tozze, con base a toro e plinto circolare, capitello costituito da abaco, echino e collarino.


Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, distingue quattro generi di colonna: dorica, ionica, tuscanica, corinzia; in più parla di colonne attiche, quadrangolari; si tratta probabilmente delle paraste.

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Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

Donato Bramante

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Età imperiale

Con l'inizio del periodo imperiale, l'Architettura romana adotta le soluzioni ellenistiche ed elabora i retaggi del mondo etrusco.

Riferimenti:

  • Santuario di Atena a Pergamo: Stoà, sovrapposizione degli ordini

  • Disegno di Giuliano da Sangallo: Settizonio, facciata monumentale del palatino; molto studiato dagli architetti del Rinascimento per la sovrapposizione di ordini trilitici (Colosseo: sovrapposizione di ordini con arco; Settizonio: sovrapposizione di ordini trilitici)

  • Tempio etrusco: orientato, su podio con grande scalinata; nell'architettura romana il tempio, orientato e su podio, costituisce spesso il fondale del foro.

  • Tempio di Giove Capitolino, ricostruzione

  • Arco di Tito

Insieme all'ordine tuscanico, l'architettura romana elabora anche il corinzio come ordine autonomo; successivamente elaborerà il composito, così caratteristico dell'età imperiale. Il quarto ordine del Colosseo viene lasciato in abbozzo; si cerca di estendere il linguaggio degli ordini, si tenta di renderlo più fluido; si introduce il basamento, le cui modanature assumono varie forme, ma tendono ad un tipo standardizzato.

Il linguaggio dell'Ordine diventa dunque sempre più duttile, ampliando il numero stesso delle combinazioni; il numero degli Ordini canonici, così come saranno riconosciuti nel Rinascimento, aumenta fino a cinque.


Le architetture religiose e pubbliche in generale si prestano poco a nuove sperimentazioni; ecco perché le opere in cui si manifesta una maggiore dinamica nell'evoluzione dell'architettura sono quelle di carattere più tecnico, ingegneristico, utilitaristico; la tecnica del calcestruzzo, in queste ultime adoperata su vasta scala, viene sempre più perfezionata e si esprime nelle strutture ad archi e volte, che hanno un funzionamento statico diverso da quello del trilite. L'ordine architettonico nasce, infatti, strettamente connesso con le sue caratteristiche strutturali, che ne condizionano il proporzionamento.




Con l'introduzione della struttura archivoltata, è quest'ultima che si fa carico di assolvere alla funzione statica, mentre l'Ordine è un elemento sovrapposto alla superficie muraria. L'ordine stesso, quindi, si emancipa dalle necessità funzionali, per conservare solo quelle sintattiche e proporzionali; questo gli apre la via ad innovazioni formali, ma anche al dissolvimento dei suddetti legami sintattici.


Nell'architettura del tempio si continua ad usare il sistema trilitico e il linguaggio dell'Ordine non acquisisce sostanziali novità, è più legato alla tradizione. Il tempio italico presenta delle differenze rispetto a quello greco: è orientato ed è definito anteriormente da una parte monumentale; sul basamento molto rialzato e con scalinata anteriore si impostano gli ordini. Tali ordini, inizialmente italici, si arricchiscono della tradizione greca, con l'ordine dorico, lo ionico e il corinzio, quest'ultimo utilizzato come ordine autonomo e distinto dallo ionico. Successivamente nasce l'ordine composito, tipico dell'Architettura romana, ampliando la serie delle ordinanze alla formazione delle quali concorrono la cultura etrusca, quella italica e quella greca, che vanno a costituire il patrimonio linguistico dell'architettura romana.

Templi tardo-repubblicani

  • Tempio del Foro Olitorio (S. Nicola in Carcere): tre templi, il primo dorico-toscano, senza entasi e con fregio liscio.

  • Tempio di Ercole a Cori: dorico, orientato, su alto podio; l'ordine dorico ha una base a un toro; le proporzioni sono slanciate e l'echino è molto geometrico e snello.

  • Tempio della Fortuna Virile (S. Maria Egiziaca) al Foro Boario; I sec. a.C.; pseudoperiptero ionico.

  • Tempio rotondo (o della Sibilla) a Tivoli; fine II sec. a.C.; corinzio, periptero, con fregio decorato a teste di bue unite da ghirlande (in epoca imperiale si useranno crani di bue).

Il gusto dell'ornamentazione è un elemento caratteristico dell'architettura romana. Secondo Riegl si può evidenziare una concatenazione di concetti così espressi: ornamentazione "ottica", colorismo, chiaro-scuro, "impressionismo"

  • Tempio circolare del Foro Boario; corinzio, periptero; non ha orientamento ed è quali una citazione della tolos greca.

Il foro

Il foro costituisce il fulcro della città romana; organizzato secondo assi di simmetria forti, comprende il luogo sacro, con il tempio che fa anche da fondale architettonico, i tabularia (archivi), le basiliche. Prevale il linguaggio tradizionale, anche se le tecniche realizzative sono nuove.

Riferimenti:

  • Tabularium; ordine appactum.

  • Basilica Emilia; la basilica è una tipologia duttile, forse derivata dalle sale ipostile, con entrata sul lato lungo; costituisce un'estensione coperta del foro; sono edifici duttili anche nella forma; la struttura è costituita da archi inquadrati dall'Ordine; nel caso della basilica Emilia l'Ordine è dorico.

  • Basilica Giulia: ricostruzione; archi inquadrati dagli ordini.

Periodo augusteo

Dal punto di vista politico è questo il periodo della pax augustea; Augusto impone, in un certo senso, il linguaggio accademico classico in Architettura. È in questo periodo che Vitruvio scrive il suo trattato, mentre nella pratica costruttiva sono bandite le sperimentazioni.

Riferimenti:

  • Foro di Cesare, Foro di Augusto, Tempio di Venere Genitrice, Tempio di Marte Ultore (individuazione sulla planimetria della zona dei fori).

  • Rilievo di Palladio: capitello di fantasia, cornice con modiglioni.

L'arco comincia ad essere usato in forma monumentale, come arco trionfale e come porta monumentale; i primi fornici dovevano essere piuttosto semplici.

  • Arco di Augusto a Susa.

  • Arco di Augusto nel Foro: ricostruzione.

Il fornice con i torrini formano la porta urbica.

  • Arco di Augusto ad Aosta; capitelli corinzi, trabeazione dorica.

  • Porta di Aosta: ricostruzione.

  • Porta di Spello, Porta di Augusto a Nîmes, Porta Palatina a Torino, porta Ostiense, porta Nigra di Treviri.

  • Arco di Augusto a Rimini; porta con caratteri di arco trionfale.

  • Mausoleo di Augusto.

  • Ara Pacis.

  • Teatro di Marcello.

È importante, per lo sviluppo del linguaggio architettonico, la scena del teatro, perché consente la sperimentazione di nuove soluzioni.

  • Merida (Spagna): scena del teatro.

  • Teatro d'Orange.

  • Leptis Magna.

  • Maison Carrée; pseudo-periptero, orientato, corinzio; tutti elementi canonici.

Da Claudio a Nerone

In questo periodo il classicismo cede il posto ad un linguaggio più espressionista, più ricco di valenze pittoriche; si diffonde l'uso del bugnato.

Riferimenti:

  • Tempio del Divo Claudio al Celio.

  • Porta Maggiore

Riferimenti rinascimentali:

  • Disegno del 4° libro del Serlio (1557): portale con bugne rustiche.

  • Palazzo Thé a Mantova.

  • Palazzo Bevilacqua a Verona.

  • Palazzo Valmarana a Vicenza, del Palladio.

Vespasiano, Tito, Domiziano: 69-96 d.C.

Riferimenti:

  • Tempio della Pace; propileo monumentale.

  • Foro Transitorio; portico appiattito.

  • Colosseo; trabeazione di coronamento con modiglioni nel fregio.

  • Anfiteatri: Verona, Nîmes (vedi anche anfiteatro in Africa).

  • Arco di Tito; ordine composito, con attico, in cui si introduce il tema dell'ordine abbreviato o nano; illusionismo nella decorazione interna del fornice.

Traiano, Adriano

Riferimenti:

  • Foro di Traiano

  • Colonna Traiana; ha la base con plinto circolare, ragion per cui nel Rinascimento fu riconosciuto come ordine toscano.

  • Mercati Traianei; gli ordini vanno perdendosi; articolazione a chiaro e scuro, attraverso le aperture.

  • Arco di Traiano a Benevento.

  • Arco di Traiano ad Ancona.

  • Arco di Traiano a Timgad (Thamugadi, Algeria).

  • Pantheon; tutto corinzio (importante per gli architetti del Rinascimento).

  • Mausoleo di Adriano; contiene il capitello basso, molto studiato nel Rinascimento.

  • Villa Adriana a Tivoli: Canopo; si incurva tutta la trabeazione.

  • Biblioteca di Efeso: facciata; fregio pulvinato, colonne accoppiate, tramite trabeazione in aggetto, in alternanza fra primo e secondo ordine.

  • Olimpieion di Atene; concluso sotto il principato di Adriano, presenta una monumentale versione dell'ordine corinzio.

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Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

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Periodo tardoromano (o tardoantico)

Il tardoantico nella storiografia

È questo il periodo in cui avviene il passaggio dalla cultura pagana a quella cristiana; inizia il medioevo, con una evidente modifica dei linguaggi artistici e delle acquisizioni culturali. A partire dal Petrarca il Medioevo è considerato periodo oscuro, di decadenza delle arti e tale sarà la convinzione degli intellettuali e degli artisti per tutto il Rinascimento; questa concezione teorica della storia dell'Arte viene espressa sistematicamente dal Vasari nelle Vite.

Nel periodo tardo Romano, Roma perde gradualmente, ma inesorabilmente, il suo ruolo di capitale dell'Impero, soppiantata dall'emergente Costantinopoli, che diviene ben presto anche la capitale della cristianità. Gli Umanisti attribuiscono alle invasioni barbariche la causa di quello che a loro appare come la distruzione del sapere e degli strumenti e modelli di riferimento dell'Antichità classica. Per gli studiosi del Rinascimento anche l'arte cristiana è in qualche modo barbarica, goffa, e sarebbe stato loro scopo principale quello di recuperare l'Antichità in tutte le sue espressioni di civiltà, cultura ed espressione artistica; l'arte paleocristiana non era infatti apprezzata, era oggetto di giudizi negativi.

Solo nel 1901 si verifica una rivalutazione del tardoromano, per opera di Alois Riegl, che si occupa di questo periodo poco studiato nel suo Industria artistica tardoromana (Späträmische Kustindustrie, 1901), richiamandosi a Franz Wickhoff, il quale aveva iniziato tali studi nella sua Genesis di Vienna (Die Wiener Genesis, Wien 1895). Riegl, pur apprezzando il lavoro di Wickhoff, sostiene che egli si è fermato a metà strada, non traendo le dovute e più radicali conseguenze dai nuovi orizzonti storiografici. Riegl si domanda: cosa ha impedito allo studioso di andare a fondo nella comprensione dell'arte del passato? La risposta è nel concetto di Kunstwollen, termine tedesco, intraducibile in Italiano, che viene solitamente reso con l'espressione volontà d'Arte. Ogni epoca sarebbe caratterizzata da uno specifico Kunstwollen; e di questo gli studiosi del passato non erano ancora consapevoli, determinando la loro incapacità di mettere a fuoco alcuni aspetti dell'espressione artistica che non sono comprensibili se non nell'ambito del loro contesto culturale, quindi in relazione al Kunstwollen che caratterizza tale contesto.

Il concetto di Kunstwollen, così importante nella storiografia contemporanea, nasce gradualmente e si possono trovare le tracce del mutamento dell'approccio alla storia dell'Arte già nelle teorie di Semper. Egli aveva posto l'accento su un condizionamento determinante del fare artistico: la capacità tecnica. Semper aveva fatto riferimento al Koennen, reso in Italiano con il termine di potere, ma nel senso di poter fare; cioè la disponibilità di una data materia da un lato e dall'atro la capacità tecnica della sua manipolazione, non solo al fine del risultato estetico, ma anche funzionale, determinavano una sorta di Kunstkoennen, cioè la condizione del poter fare arte.

Riegl supera questa posizione deterministica, sottolineando che accanto al Kunstkoennen, il poter fare arte, esiste il Kunstwollen, il voler fare arte, legato strettamente alla Weltanschauung, in Italiano reso con visione del mondo, che caratterizza una determinata civiltà, cioè non solo il suo sapere, ma anche il suo specifico modo di sentire e di esprimersi attraverso la propria cultura, tipica della sua epoca. Le opere d'arte sarebbero dunque espressione dello spirito del tempo (Zeitgeist).

Questa acquisizione determina conseguenze importanti nella storia dell'Arte:

  1. perde significato l'impostazione vasariana dell'evoluzione dell'Arte secondo un andamento, per così dire, parabolico: nascita - maturità - decadenza; il processo storico è lineare;

  2. non è possibile esprimere dei giudizi di valore sui diversi periodi artistici; la storia dell'Arte si separa dalla critica d'Arte;

  3. non ha senso una distinzione tra Arti maggiori e minori;

  4. tutte le forme d'Arte hanno pari interesse storiografico.

L'opera nella quale Riegl esprime, attraverso un'indagine concreta, la sua concezione della storia dell'Arte è Industria artistica tardo-romana. L'Autore studia e illustra il passaggio dall'Arte egizia, a quella greca, a quella greco-romana, a quella tardo-antica, individuando così i punti di passaggio fra i periodi considerati di massima ascesa dell'Arte nell'Antichità; questi passaggi successivi vengono descritti dal Riegl come sviluppo lineare dalla concezione tattile a quella ottica del fare artistico. Dunque le caratteristiche dell'Arte tardo-antica non sono espressione di decadenza, bensì di un'evoluzione graduale della sensibilità artistica. Riegl individua tre fasi:

  1. definizione dell'oggetto: la rappresentazione è senza scorci e senza ombre, mentre l'attenzione è posta soprattutto sui contorni delle figure (come nell'Arte egizia);

  2. nesso unitario e tattile delle superfici tra loro; l'occhio ora percepisce anche gli oggetti parzialmente rappresentati; la visualizzazione riproduce quella della percezione naturale; si rappresentano le ombre; la visione è tattile, ma l'occhio deve allontanarsi per percepire l'insieme della rappresentazione;

  3. riconoscimento dello spazio; il piano di rappresentazione è ottico, le ombre ben marcate si confondono con le forme; inizia la fase ottica.

La storiografia contemporanea fa partire il periodo tardo-antico dalla metà del III sec., quando con Diocleziano avviene la scissione dell'Impero e la Tetrarchia. Un'ulteriore distinzione va fatta tra l'Arte tardo-antica e quella Paleocristiana, che per certi aspetti coincidono; tuttavia divergono perché legate a due diverse Weltanschauung e presto, partite in parallelo, si distinguono. L'estensione geografica del mondo romano è vasta e, nel momento della sua frammentazione, molte novità in campo artistico si evidenziano nelle sue zone periferiche.

L'Architettura tardo-antica

Nell'Architettura tardo-antica prevale sempre più il valore murario (es.: tempio di Minerva Medica); l'espressività del calcestruzzo è portata alle sue estreme conseguenze, sviluppando spazi interni molto articolati, che via via tendono a manifestarsi all'esterno. L'ordine architettonico perde importanza, mentre diventano determinanti le sequenze di aperture, l'alternanza di luci ed ombre; elementi che si ricompongono in una visione complessiva "da lontano". Si diffonde la produzione in serie degli elementi architettonici e perde importanza il valore scultoreo del singolo pezzo. Il colore diventa elemento fondamentale, di cui si cura la preziosità; assume importanza la vibrazione coloristica, la qualità tonale.

Contemporaneamente si diffonde la capacità di reimpiegare elementi costruttivi esistenti; per esempio l'Arco di Costantino è composto da elementi appartenenti ad edifici preesistenti. Si manifesta una certa varietà di espressioni e decorazioni. Alcuni studiosi parlano di passaggio dalla visione tattile a quella ottica dell'arte. Quest'ultima favorisce il reimpiego degli elementi costruttivi, poiché nel complesso del manufatto architettonico qualche differenza stilistica non modifica la percezione dell'oggetto nel suo insieme, pensato a sua volta come visto da lontano.

Riferimenti:

  • Colonna di Marco Aurelio; fine II inizio III sec.; allentamento dei nessi sintattici a favore di quelli narrativi; simbolismo: la figura dell'Imperatore è rappresentata in dimensioni maggiori rispetto alle altre presenti nel contesto della rappresentazione; si nota la personificazione degli elementi naturali, come la pioggia; il colorito è di tipo pittorico, luministico, determinato con l'introduzione dell'uso del trapano elicoidale, che scava i contorni delle figure ed accentua le ombre.

La perdita della necessità, non solo strutturale, ma anche logica, delle parti dell'ordine architettonico e il passaggio alla visione ottica favoriscono la dissoluzione dei nessi che strutturano l'ordine stesso; si diffonde la tendenza alla citazione (a proposito, ma anche a sproposito) e alla rappresentazione coloristica, tonale. La citazione ha solo scopi ornamentali, mentre il linguaggio va dissolvendosi. Si perde il tema dell'analogia tra l'ordine architettonico e la figura del corpo umano; la colonna non è più necessariamente connessa alla trabeazione; il piedritto diventa un elemento indipendente, che può sostenere anche direttamente un arco, cioè una struttura spingente.

Riferimenti:

  • Colosseo

  • Pantheon

  • Tempio di Adriano ad Efeso: frontone siriaco

  • Villa Adriana

  • Palazzo di Diocleziano a Spalato: corte, frontone siriaco

  • Arco degli Argentieri; rilievo del Serlio nel Libro delle antichità

Età degli Antonini: Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo

È un periodo questo in cui la produzione artistica non è molta. L'Impero, raggiunta la fase di massima espansione e consolidate le frontiere, deve ora difendersi dalle aggressioni; si apre un periodo di instabilità politica. Indicative a questo proposito sono opere come il Vallo di Adriano nell'isola britannica, che separa l'Impero dai territori "non civilizzati", e le Mura di Aureliano, che chiudono e fortificano la città di Roma.

Si consolida l'uso del riutilizzo di elementi architettonici preesistenti, favorito, come detto, dall'affermarsi della visione ottica dell'arte. L'impiego dei canoni classici permane, invece, nella costruzione di edifici sacri, come nel tempio di Antonino e Faustina, periptero e stilisticamente "accademico", nel tempio del divo Adriano, del 145 circa, abbastanza tradizionale.

Più attive, per quanto riguarda la produzione artistica, sono le province orientali.

Riferimenti:

  • Pergamo: Asclepion (santuario di Esculapio): strada colonnata. Il tema del colonnato viene utilizzato diffusamente nelle strade, appunto, colonnate, in cui l'ordine architettonico, completo di trabeazione e posto lungo i lati di importanti vie monumentali, perde la sua funzione strutturale, mentre acquista una valenza puramente formale, scenografica; gli incroci delle strade colonnate sono risolti con archi. A Pergamo in particolare si usano insieme sia l'ordine corinzio che quello ionico.

  • Teatro di Aspendos (Panfilia)

  • Scena del teatro di Sabrata; sovrapposizione di ordini; i contenuti architettonici sono anche qui di carattere puramente formale e scenografico.

  • Colonna di Marco Aurelio; la colonna è senza trabeazione, è "astratta", cioè utilizzata come elemento simbolico, decontestualizzata dall'ordine da cui pure deriva.

Età dei Severi: Settimio Severo, Caracalla, Eliogabalo

All'instabilità politica si aggiunge la crisi religiosa, innescata dal declinare del paganesimo ufficiale e dall'avanzare delle religioni misteriche. Sta nascendo una nuova Weltanshauung. Contestualmente si verifica nel campo dell'architettura un ulteriore progressivo allentamento dei nessi sintattici dell'ordine e del rigore delle sue forme.

Riferimenti:

  • Tempio di Vesta nel Foro; ricostruito in questo periodo, rotondo, corinzio, con forme classiche. Il basamento presenta tuttavia una novità: esso sporge in corrispondenza delle colonne, creando un piedistallo, che entra a far parte dell'ordine stesso. Segnaliamo fin d'ora che Sebastiano Serlio riprenderà il tema del piedistallo e che la cultura architettonica del Rinascimento lo considererà parte integrante dell'ordine architettonico, differenziandolo a sua volta rispetto alla sua appartenenza ai diversi ordini.

  • Settizonio: disegno di Giuliano da Sangallo; distrutto alla fine del '500 da Sisto V, sarà un monumento molto studiato nel Rinascimento, come esempio di sovrapposizione di ordini architravati, in accostamento al Colosseo, prototipo di sovrapposizione di ordini archivoltati.

  • Arco di Settimio Severo; l'attico è qui un elemento di rilievo, che presenta delle membrature che continuano in alto l'ordine della partitura inferiore, creando una sorte di ordine astratto, sintetico, alludendo all'ordine architettonico ma senza precisarlo; questo tipo di ordine viene anche chiamato ordine nano, per le ridotte proporzioni. Hanno qui ampio spazio le decorazioni con pannelli scultorei, mentre anche i basamenti sono scolpiti in bassorilievo.

  • Arco degli Argentari (o degli Argentieri), rilievo del Serlio; fregio pulvinato, trabeazione con due gole rovesce consecutive.

  • Terme di Caracalla, pianta

  • Terme di Caracalla, veduta dell'interno. Fu forse dall'osservazione di queste strutture, dove l'ordine è quasi sparito, ma pur sempre di notevole bellezza, che l'Alberti trasse la sua teoria della bellezza come proporzione e armonia fra le parti, cui si può aggiungere una bellezza in più, costituita dall'ornamento, cioè dall'ordine inteso come appactum, sovrapposto alla struttura muraria.

Province asiatiche

Nei manufatti di queste regioni è presente una certa tendenza all'invenzione, soprattutto in edifici non funzionali, come nelle tombe di Petra, caratterizzate da facciate scolpite nella roccia.

Riferimenti:

  • Tombe di Petra

  • Frontone siriaco

  • Sardi, II sec. d.C.

  • Basilica di Leptis Magna; ordini giganti: raggruppano diversi pieni di edifici. Michelangelo riprenderà nel Rinascimento il tema dell'ordine gigante (vedi Campidoglio).

  • Palmira; costruita partire dal 117 d.C.; strade colonnate. Palmira, come poche altre città, è sorta in un determinato momento, ha avuto subito grande splendore e potenza economica, per poi essere abbandonata repentinamente. Casi come questo ci permettono di osservare oggi resti di città non stratificati e di farci un'idea abbastanza precisa della loro immagine.

  • Tempio di Venere a Baalbeck, II sec. d.C.; la trabeazione del peristilio si incurva verso l'interno in corrispondenza degli intercolumni, contrastando con la curvatura della cella circolare.

  • Santuario di Baalbeck: piante, con tempio di Bacco.

  • Santuario di Baalbeck: particolari, prospetto, ecc.

  • Tempio di Bacco a Baalbeck.

Massenzio, Costantino

Riferimenti:

  • Basilica di Massenzio, poi di Costantino; nuova tecnica costruttiva: aula centrale a crociere contraffortate da volte a botte laterali.

  • Basilica di Massenzio: vedute del Duperac.

  • Basilica di Massenzio: immagine dell'interno.

  • Arco di Costantino; elementi scultorei nell'attico, in corrispondenza degli ordini; uso di pezzi preesistenti.

  • Tempio di Minerva Medica; uso della concrezione; dilatazione degli spazi; uso architettonico di pieni e vuoti.

A partire dal principato di Diocleziano l'Impero si decentra, il potere si sposta sempre più verso le province.

Riferimenti:

  • Palazzo di Diocleziano a Spalato; si tratta di un vero e proprio accampamento militare pietrificato, circondato da mura fortificate con torri.

  • Terme di Costantino a Treviri.

  • Porta Nigra a Treviri.

  • Aula Palatina di Treviri.

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1La rivalutazione e lo studio dell'arte romana, in epoca moderna, inizia con gli studi di Franz Wickhoff e Alois Riegl.