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Creative Commons LicenseVIII - Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400


Quadro d'insieme

Gli ordini architettonici greci

Il periodo ellenistico

L'Architettura Romana

Il Medioevo

La ricomposizione del linguaggio classico dell'Architettura

La ricostruzione del linguaggio degli ordini architettonici: il '400

Leon Battista Alberti e la cultura architettonica del '400

Donato Bramante

La ricerca architettonica prima e dopo il Sacco di Roma (1527)


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Introduzione

Leon Battista Alberti (1401-1472), si trova a Roma fra il 1431 e il '34, dove si occupa dello studio dei monumenti dell'Antichità in maniera sistematica, rilevandoli. Nel '34 egli torna a Firenze (da dove la sua famiglia era stata espulsa, a causa di una condanna all'esilio); qui Leon Battista si immerge nel clima di rinnovamento culturale fiorentino, che, nell'ambito artistico, fa capo a personaggi come Brunelleschi, Ghiberti, Paolo Uccello, Donatello, Michelozzo, Luca della Robbia.

Prima del '35 scrive il De Statua; il De Pictura è terminato in Latino nel '35 e in Volgare nel '36. Il De Re Aedificatoria è composto in Latino fra il '35 ed il '46.

Il De Re Aedificatoria, pur ispirandosi al trattato di Vitruvio, ha un rapporto molto libero rispetto all'antico testo. Nell'opera dell'Alberti si cominciano a delineare gli oridni architettonici così come noi li intendiamo; si definisce un quinto ordine, il Composito; si parla di capitelli di fantasia. Mentre le enunciazioni teoriche dell'Autore sono molto rigorose, gli edifici realizzati dall'Alberti sono caratterizzati da molta libertà interpretativa, con un certo gusto per la varietas.

De Re Aedificatoria, VI libro: bellezza e ornamento

Nel VI libro del De Re Aedificatoria troviamo la definizione di bellezza e la sua distinzione dall'ornamento. La bellezza è propria dell'organismo architettonico, del rapporto fra le parti; l'ornamento invece è ciò che si aggiunge, in particolare la colonna.1

La colonna non è, per l'Alberti, un elemento strutturale; essa definisce l'immagine dell'opera, “commentando” l'organismo dell'edificio. Si evidenzia così il carattere murario dell'architettura, nella concezione albertiana, con la conseguente dicotomia fra muro e ordine. C'è una contraddizione fra colonna trabeata e arco; l'arco è l'apertura naturale nel muro. Forse c'è in questa posizione una sottile polemica nei confronti della commistione strutturale tipicamente brunelleschiana fra colonna ed arco; cioè riguardo l'arco che si imposta sulla colonna.

Leon Battista dunque usa l'ordine non come colonna isolata, ma come parasta (con trabeazione), e giunge a questa definizione attraverso la trasformazione della colonna prima in semicolonna e successivamente in parasta.

Riferimenti:

  • San Francesco a Rimini.

  • Santa Maria Novella a Firenze (1448-'56).

  • San Sebastiano a Mantova.

  • Sant'Andrea a Mantova.

Formatosi sulla letteratura antica e sui ruderi romani, Alberti era probabilmente più impressionato dagli sfondi architettonici pittorici e scultorei che dalle opere del Brunelleschi, che dovevano comunque essere poche, quando Leon Battista si trovava a Firenze.2

Riferimenti:

  • Arco del Cavallo a Ferrara (dal 1438 al 1440 o '45); piedistallo per una statua; una colonna regge l'imposta di un arco e probabilmente una parastina oggi non più visibile: il tutto è sormontato da una trabeazione, che richiama molto l'immagine dei prototipi antichi.

  • Tempio Malatestiano a Rimini: fronte.

  • Tempio Malatestiano a Rimini: fianco.

  • Arco di Augusto a Rimini; possibile riferimento stilistico.

  • Arco di Augusto a Rimini: particolare di capitello e trabeazione; questi elementi sono ripresi nel Tempio Malatestiano.

  • Tempio Malatestiano: ingresso; arco con decorazione che richiama la cassettonatura.

  • Piero della Francesca: affresco della Flagellazione di Cristo; notare l'ordine architettonico.3

  • Palazzo della Cancelleria; edificio molto particolare, di difficile interpretazione, esso riprende il tema della partitura del prospetto di Palazzo Rucellai a Firenze, la cui articolazione non sarebbe stata ripresa in altre opere se non molti decenni dopo.

  • Palazzo Rucellai; su bugnato “graficizzato” si disegna la partitura architettonica, costituita da tre ordini completi e sovrapposti, secondo una successione che forse si ispira al Colosseo, come probabilmente anche la trabeazione modiglionata.

  • Colosseo: tema della cornice modiglionata.

  • Palazzo Rucellai: primo ordine, dorico-toscano.

  • Palazzo Rucellai: secondo ordine, corinzieggiante.

  • Palazzo Rucellai: terzo ordine, più correttamente corinzio.

  • Palazzo Rucellai: disegno di una parte di prospetto e sua sezione.

  • Santa Maria Novella a Firenze: facciata.

  • Santa Maria Novella a Firenze: particolare dell'angolo.

  • Santa Maria Novella a Firenze: dettaglio dell'ordine superiore; si potrebbe trattare di un dorico, ma interpretato in maniera molto libera.

  • San Sebastiano a Mantova: facciata.

  • San Sebastiano a Mantova: ricostruzione grafica della facciata, di Wittkower; si tratterebbe in sintesi di un tempio esastilo.

  • San Sebastiano a Mantova: particolare della trabeazione.

  • Sant'Andrea a Mantova: interno; notare la travata ritmica.

  • Sant'Andrea a Mantova: interno, crociere; citazione in termini murari del sistema brunelleschiano.

  • Sant'Andrea a Mantova: facciata.

  • Sant'Andrea a Mantova: facciata, particolare dell'arco cassettonato.

L'influenza di Leon Battista Alberti nella cultura architettonica del '400

Riferimenti:

  • Duomo di Pienza, di Bernardo Rossellino: facciata; vi si può notare un fraintendimento stilistico: le colonne reggono direttamente le imposte degli archi, senza nemmeno la mediazione di un dado intermedio (come negli edifici del Brunelleschi); vi si può notare quella che viene definita cornice “abbreviata”, oppure cornice architravata.

  • Duomo di Pienza: facciata, particolare.

  • Palazzo di Pienza; ricorda palazzo Rucellai, ma ha una spaziatura più ampia.

  • Palazzo Venezia a Roma: cortile e loggia delle benedizioni.

  • Loggia delle benedizioni di San Pietro, disegno.

  • Cortile di palazzetto San Marco; notare che le colonne reggono gli archi.

  • Disegni di Giuliano da Sangallo: cripta Balbi, fantasie sulle rovine romane.

  • Settizonio: disegno di Giuliano da Sangallo.

  • Villa di Poggio a Caiano (iniziata nel 1479); riprende il fronte di un tempio; il frontone è sostenuto da un ordine ionico.

  • Santa Maria delle Carceri a Prato (1480-'85): interno.

  • Santa Maria delle Carceri: esterno.

  • Palazzo Medici a Firenze: esterno e cortile.

  • Palazzo ducale di Urbino: cortile; particolare della soluzione d'angolo (forse del Laurana).

  • Cappella Portinari a Milano, di Michelozzo; ripresa dello schema brunelleschiano, ma la resa decorativa delle maestranze locali è ridondante.

  • Cappella Portinari a Milano: esterno.

  • Portale del Banco mediceo a Milano.

  • Disegno del Banco mediceo fatto dal Filarete.

  • Filarete: ospedale di Milano (disegno).4

  • Ospedale di Milano, del Filarete: cortile; riprende il portico degli Innocenti.

  • Ospedale di Milano: esterno; influenza delle maestranze locali: bifore gotiche fra le arcate del piano inferiore e al piano superiore.

Il Filarete è noto per il suo trattato, in cui descrive la città ideale di Sforzinda, ma nel quale egli si occupa anche degli ordini.5

Riferimenti:

  • Disegno di Sforzinda: pianta.

  • Disegni di edifici per la città ideale di Sforzinda.

  • Disegni di colonne dal trattato del Filarete.

  • Disegni dal trattato del Filarete; sono illustrate varie parti dell'ordine e vari tipi dello stesso elemento.

Per Filarete l'ordine ionico è più piccolo del dorico. Sembra quasi un passo indietro nell'interpretazione degli ordini, perché sembra perdere terreno l'idea della proporzione come elemento strutturante. Francesco di Giorgio, invece, si occupa della proporzione e la valorizza. L'analisi di alcuni disegni di questo periodo può essere particolarmente espressiva del dibattito in corso.

Riferimenti:

  • Disegno: corpo umano, proporzione.

  • Disegno: corpo umano, colonna; conta la scansione proporzionale (Francesco di Giorgio).

  • Altri disegni: colonna-corpo umano.

  • Disegni di capitelli; distinti non per forma, ma per proporzione.

Francesco di Giorgio mostra nel suo trattato una sequenza di capitelli analizzando la quale si colgono alcune particolarità: un capitello che noi oggi avremmo definito ionico lo chiama dorico, pur avendo le volute, solo perché più basso dello ionico prima disegnato, mentre un capitello che per forma noi definiremmo dorico lo chiama ionico, perché di proporzioni simili a quello da lui definito ionico precedentemente. Questo evidenzia il tentativo di definire gli ordini non in virtù della forma degli elementi, bensì attraverso le proporzioni.

Riferimenti:

  • San Bernardino ad Urbino (Mausoleo dei Montefeltro), di Francesco di Giorgio: esterno; ordini citati, abbreviati, sintetizzati.

  • San Bernardino ad Urbino: interno; ordine abbreviato e colonna libera.

  • Santa Maria delle Grazie al Calcinaio presso Cortona: esterno; ordine sintetico.

  • Santa Maria delle Grazie al Calcinaio: interno; ordini sintetici.

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1Cfr. Rudolf Wittkower, Principi architettonici nell'età dell'Umanesimo, Torino, Giulio Einaudi editore s.p.a., 1964 (Architectural Principles in the Age of Humanism, London, Academy Editions, 1962); in particolare a proposito della colonna come ornamento.

2Le opere degli scultori e dei pittori erano caratterizzate dalla varietà delle forme, meno rigorose dal punto di vista delle connessioni sintattiche, ma più vicine all'aspetto caratteristico dell'ordine classico.

3Cfr. AA.VV., Piero della Francesca, ed. Treccani; in particolare il saggio di A. Bruschi sugli sfondi pittorici di Piero della Francesca.

4Il Filarete è anche autore delle porte bronzee di San Pietro.

5I trattati cominciano ad essere illustrati.