LE AREE SACRE
LA STIPE VOTIVA





Le aree sacre di Cales romana erano sei:

1) Area sacra sull'arce;
2) Area sacra a sud dell'anfiteatro;
3) Area sacra a sud delle terme del Foro;
4) Area sacra dedicata ad Ercole;
5) Area sacra in località Ponte delle Monache;
6) Area sacra in località Casariglia.






La stipe votiva

La grande stipe votiva si rinvenne l’11 febbraio del 1860. Gli scavi furono curati dalla Società di Salamanca. Molti dei materiali rinvenuti nello scavo della favissa si trovano al Museo Nazionale di Napoli ed al Museo Campano di Capua. Il materiale depositato è databile tra il IV ed il II sec. a.C.
Nelle officine calene si producevano opere fittili che possono essere raccolte in tre grandi insiemi:
a) Statue di grandi dimensioni come le statue di efebi conservate al Museo Nazionale di Napoli.
b) Teste e mezzeteste. Si tratta di teste maschili e femminili tagliate verticalmente lungo il profilo e cave all'interno. La cronologia fornita per questi tipi dagli scavi di Cales, indica il III sec. a.C.. Nota giustamente J.M. Blasquez che ha curato la pubblicazione del materiale rinvenuto nella grande stipe votiva, finito in Spagna, che: "Alcune di quelle terrecotte dovevano essere degli autentici ritratti dei devoti che frequentavano il santuario di Cales".
c) Piccole terrecotte: testine maschili e femminili, statuine, parti anatomiche, animali domestici. Particolare attenzione meritano gli ex-voto anatomici: seni ed uteri, piedi, gambe e cosce, mani, occhi, padiglioni auricolari, peni, visceri, scroti. Tra gli ex-voto anatomici abbondano in particolare gli arti superiori ed inferiori. Verosimilmente l'offerta dei falli aveva valore di propiziazione. Si può ritenere che l'offerta del pene significasse anche il ringraziamento per la prole avuta. L'offerta dell'immagine dei seni da parte delle donne doveva essere accompagnata dalla preghiera di una serena maternità e di una abbondante lattazione.

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